Non si placano le polemiche dopo la notizia dell’indagine per corruzione a carico del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, esponente di Fratelli d’Italia e possibile candidato alla successione di Schifani.
Le accuse della Procura di Palermo riguardano due finanziamenti pubblici da 300 mila euro concessi nel 2023 – uno alla Fondazione Tommaso Dragotto e uno al Comune di Catania – che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero stati seguiti da incarichi “di comodo” a collaboratori del presidente, configurando così uno scambio corruttivo. Galvagno, interrogato due settimane fa dal procuratore Maurizio De Lucia, ha respinto ogni addebito.
Galvagno: “Fuga di notizie, chiarirò tutto”
«Non ho nulla da temere, dispiace solo che ci sia stata l’ennesima fuga di notizie», ha dichiarato Galvagno in una nota ufficiale. «Non ho nulla da nascondere, e voglio chiarire i fatti contestati». Il presidente dell’Ars ha ribadito che i suoi collaboratori non lavorano in esclusiva con lui e che eventuali incarichi esterni non erano a sua conoscenza.
Il sostegno di Schifani e del centrodestra
Il primo a intervenire a difesa di Galvagno è stato il presidente della Regione, Renato Schifani, che ha parlato di “correttezza, rigore morale e trasparenza” dell’operato del presidente dell’Ars. «Sono certo – ha detto – che Galvagno saprà chiarire al più presto le contestazioni che, ad oggi, risultano solo oggetto di indagine. Mi auguro che tutto venga accertato con la massima celerità e chiarezza».
Sulla stessa linea anche Stefano Pellegrino, presidente del gruppo di Forza Italia all’Ars, che ha espresso “piena fiducia nell’estraneità di Galvagno ai fatti contestati” e ha chiesto celerità nelle indagini, nel rispetto del lavoro della magistratura, ma anche della dignità delle istituzioni.
M5S: “Servono risposte, troppi scandali nella sanità”
Di tenore diverso la posizione del capogruppo del Movimento 5 Stelle, Antonio De Luca, che in una nota ha affermato: «Apprendiamo con preoccupazione dell’indagine. Le tante inchieste, soprattutto nella sanità, minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Serve massima chiarezza e in tempi brevi».
La smentita della Fondazione Dragotto
Un passaggio fondamentale arriva dalla Fondazione Tommaso Dragotto, citata come destinataria di uno dei finanziamenti oggetto d’indagine (100 mila euro per l’evento “Magico Natale 2023”). In una lettera ufficiale, la vicepresidente Marcella Cannariato ha smentito in modo netto ogni ipotesi di incarico anomalo:
“Nessun incarico è mai stato conferito dalla Fondazione ai collaboratori del presidente Galvagno, Sabrina De Capitani e Salvatore Pintaudi. Né io né la Fondazione abbiamo commesso alcun illecito”.
Una smentita che mette in discussione uno degli elementi su cui, secondo le indiscrezioni, si baserebbe l’accusa. Ma l’inchiesta resta ancora coperta dal segreto istruttorio, e non è escluso che nei prossimi giorni possano emergere ulteriori nomi, documenti o sviluppi.
Per ora, l’unica certezza è che l’indagine su Galvagno si inserisce in un quadro più ampio, che coinvolge finanziamenti pubblici, incarichi “allegri”, e rapporti opachi tra politica, comunicazione e imprenditoria.
E a Palazzo dei Normanni, il clima si fa sempre più teso.