Ora si può tornare a stendere l’asciugamano sulla sabbia chiara sotto le Mura di Tramontana. Bambini che giocano, qualche turista curioso che si ferma, e residenti che, finalmente, riescono a farsi un bagno nel tratto di costa più iconico della città, tra l’ex Mercato del Pesce e lungomare Dante Alighieri. Ma lo scenario, sebbene oggi più pulito, non è quello da cartolina: niente bagnini, niente bagni chimici, e accanto agli ombrelloni restano visibili i cumuli di posidonia.
Ad inizio stagione a far scoppiare la polemica sono state le cosiddette banquette, foglie di Posidonia oceanica che si accumulano naturalmente sulla battigia. A molti fanno storcere il naso, ma in realtà sono un segnale di qualità ambientale. La posidonia non è sporcizia, come da anni chiariscono gli esperti, ma una risorsa per il litorale: trattiene la sabbia, protegge la costa, filtra le mareggiate. E nei Comuni che la gestiscono correttamente, non viene rimossa con ruspe e camion, ma spostata temporaneamente e poi riposizionata alla fine della stagione balneare.
È proprio quello che sta accadendo a Trapani, dove l’amministrazione comunale ha avviato la gestione del tratto sotto le Mura con la cosiddetta “tipologia B”, autorizzata dalla Regione: la posidonia viene raccolta nei punti dove impedisce l’accesso al mare, e trasferita poco più in là, in aree designate. In questo caso, nei pressi dell’ex Mercato del Pesce. «Una scelta sostenibile e regolata – spiega l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Pellegrino – che permette ai cittadini di godersi il mare senza stravolgere l’ambiente».
L’intervento è arrivato dopo settimane di lamentele e proteste da parte di chi, arrivando nella zona, trovava la spiaggia impraticabile. Oggi, i cumuli sono stati ordinati e la battigia è percorribile. Ma il contesto resta spoglio: mancano i servizi di base, non c’è personale di salvataggio, né docce, e nemmeno i bagni chimici che sarebbero indispensabili per rendere davvero fruibile l’area.
L’assessore Pellegrino, intanto, rilancia: «Questa spiaggia è un simbolo. La presenza della posidonia ci dice che il nostro mare è sano. Dal 2005 Trapani ha un depuratore consortile attivo, e stiamo lavorando per rafforzare i servizi lungo tutta la costa urbana. Non è una corsa alla Bandiera Blu, ma un processo graduale che passa anche da scelte impopolari ma corrette».
Il vero tema, però, è la visione complessiva: come conciliare le esigenze dei cittadini e dei turisti con la tutela ambientale? Come trasformare un luogo simbolico, come la spiaggia sotto le Mura, in un punto di forza del litorale cittadino? Se da un lato ci si affida all’educazione ambientale per superare l’ostilità verso le alghe, dall’altro non si può ignorare che l’accessibilità e i servizi fanno la differenza. Perché il mare pulito non basta, se poi il cittadino non sa dove cambiarsi, lavarsi o chiedere aiuto in caso di bisogno. La bellezza, da sola, non regge. E la posidonia, per quanto preziosa, non sostituisce un piano balneare urbano vero e completo.