Una standing ovation, oltre trentamila spettatori e una grande causa solidale al centro della scena: la prima serata di “Gigi & Friends – Sicily for Life”, il concerto benefico tenutosi allo stadio Renzo Barbera di Palermo, ha acceso il cuore della Sicilia. Ma all’indomani del successo musicale, a far rumore sono le polemiche politiche e le ombre giudiziarie che si sono allungate sull’iniziativa.
Al centro del caso, la rottura tra il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e l’imprenditore Tommaso Dragotto, patron di Sicily by Car e promotore dell’evento attraverso la sua Fondazione. Un gelo calato sul palco e deflagrato nelle ore successive, con accuse reciproche e una dura presa di posizione istituzionale.
La scintilla: 500 mila euro ignorati sul palco
Tutto nasce da un’apparente dimenticanza. Durante il concerto, organizzato per raccogliere fondi destinati alla realizzazione di un poliambulatorio pediatrico e neonatale per bambini affetti da malattie rare a Villa Belmonte, non sarebbe stato citato il contributo pubblico della Regione: ben 500 mila euro stanziati per l’acquisto di arredi e attrezzature della nuova struttura sanitaria, concessi tramite il Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo.
A Palazzo d’Orléans non l’hanno presa bene. «Nel corso dell’evento non è stato fatto alcun riferimento all’iniziativa condivisa con la Regione e con il Policlinico – si legge in una nota ufficiale –. Pur stigmatizzando quanto avvenuto, si auspica per il futuro il pieno rispetto degli impegni assunti dalla Fondazione Dragotto, anche in merito alla visibilità del logo istituzionale».
La replica di Dragotto: «Schifani distratto, io c’ero»
Tommaso Dragotto non ha atteso a replicare. «Sono piuttosto stupito – ha detto –. Sul palco è stata chiaramente citata la convenzione. Forse il presidente Schifani dovrebbe fare più attenzione e non lasciare il concerto prima del termine».
Una dichiarazione che ha irritato ulteriormente il governatore: «Spiace constatare che il presidente della Fondazione, anziché riconoscere una grave dimenticanza istituzionale e contrattuale, tenti di minimizzare. E non è vero che ho lasciato l’evento in anticipo: sono rimasto fino alla fine, semplicemente non ero in prima fila».
I nodi politici e giudiziari: il caso Galvagno
A rendere ancora più tesi i rapporti è lo sfondo giudiziario che incombe. La Fondazione Dragotto è infatti indirettamente coinvolta in un’inchiesta per corruzione che vede tra gli indagati il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno (FdI), accusato di aver agevolato fondi pubblici – tra cui 100 mila euro alla stessa Fondazione – in cambio di incarichi retribuiti ai suoi collaboratori.
Tra gli indagati, anche Marcella Cannariato, vicepresidente della Fondazione e moglie di Dragotto, nominata da Schifani nel consiglio di indirizzo del Teatro Massimo. Una scelta oggi sempre più imbarazzante per il presidente della Regione, che secondo indiscrezioni pretenderebbe un chiarimento formale o addirittura un passo indietro della Cannariato. Qui i particolari su Tp24.
Solidarietà e tensioni
Nel frattempo, il progetto benefico va avanti. La Fondazione Dragotto, insieme al Policlinico e con il supporto del direttore sanitario Alberto Firenze, ha promesso di investire oltre 1,3 milioni di euro per creare un centro di eccellenza per i bambini siciliani. Una grande operazione di solidarietà che ieri ha emozionato migliaia di persone, con Gigi D’Alessio e artisti come Elodie, Fiorella Mannoia, Geolier, Clementino e The Kolors ad animare il palco.
La seconda serata dell’evento si svolge questa sera, mentre il concerto sarà trasmesso martedì 24 giugno in prima serata su Canale 5.
Ma tra standing ovation e dichiarazioni piccate, resta l’amaro epilogo di un'iniziativa che avrebbe dovuto unire, e che invece ha finito per aprire una crepa tra beneficenza e politica, tra Regione e Fondazione, tra Schifani e Dragotto. Una crepa pubblica, visibile, e tutt’altro che sanata.