Marsala, il centrodestra volta pagina: “Costruiremo un progetto nuovo”
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Massimo Grillo? È il passato. Il centrodestra marsalese ha deciso di cambiare spartito, e lo ha fatto con una riunione che sa tanto di investitura di un nuovo percorso. Altro che continuità. L'incontro si è tenuto ieri sera a Marsala, e intorno al tavolo c'erano tutti: i segretari e i commissari provinciali dei partiti di centrodestra – da Eleonora Lo Curto della Lega a Toni Scilla per Forza Italia, passando per Giacomo Scala (DC), Maria Pia Castiglione (Noi Moderati), Salvatore Montemario (Grande Sicilia) e Maurizio Miceli per Fratelli d’Italia. Presente anche l’assessore regionale Mimmo Turano. L’aria era quella delle grandi occasioni: dichiarazioni solenni, sorrisi istituzionali, ma anche una consapevolezza implicita.
Il sindaco uscente non c’è più nel perimetro del centrodestra.
Ufficialmente non si parla di rottura. Ma basta leggere tra le righe. “Superare le criticità amministrative degli ultimi anni”, “costruire un progetto nuovo”, “cercare un candidato autorevole”, “una guida stabile e trasparente”. In politica, i non detti spesso pesano più delle parole. E la sensazione è chiara: Massimo Grillo, che era stato il punto di sintesi della coalizione cinque anni fa, oggi non è più l’uomo del centrodestra.
Il comunicato parla di una coalizione che vuole “rilanciare con determinazione il ruolo e lo sviluppo della città”, coinvolgendo “le migliori energie del territorio”: imprenditori, professionisti, il mondo civico e culturale. E soprattutto annuncia una road map: nuovo incontro il 30 giugno, con le delegazioni locali e poi, a ruota, il confronto con i movimenti civici per “una proposta nuova, credibile e unitaria”. Altro che rimpasto: si parte da zero.
Il centrodestra, insomma, prende le distanze da un’esperienza amministrativa che non intende più difendere, e lo fa giocando d’anticipo su candidature e alleanze. A Marsala, del resto, i malumori contro Grillo covano da tempo. Frizioni politiche, scelte amministrative contestate, accuse di autoreferenzialità. E il sindaco ha spesso preferito affidarsi a logiche personalistiche, o comunque molto poco collegiali.
E ora? Ora si apre una nuova partita. Chi sarà il nome “autorevole” capace di tenere insieme tutti? Qualcuno già guarda a Palermo, qualcuno alle anime civiche in fermento. Di certo, con questa mossa, il centrodestra lancia un messaggio chiaro: alle prossime elezioni, la bandiera sarà un’altra. E chi vorrà salire sul carro, dovrà farlo accettando le nuove regole del gioco.
Per Massimo Grillo, insomma, è l’inizio della fine. E forse, in fondo, lo sapeva anche lui.
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