La Sicilia si prepara a una svolta epocale sul fronte delle infrastrutture, con investimenti che raggiungono complessivamente i 60 miliardi di euro, di cui 42,5 già attivati. L’annuncio è arrivato durante il convegno organizzato a Palermo da Unioncamere Sicilia e Uniontrasporti, nell’ambito del “Programma infrastrutture” finanziato dal Fondo di perequazione 2023-2024.
Secondo Giuseppe Pace, presidente di Unioncamere Sicilia, si tratta di una strategia articolata che punta non solo a colmare un divario storico con il resto d’Italia, ma anche a fare dell’isola un hub strategico nel cuore del Mediterraneo. Un ruolo centrale lo avrà il Ponte sullo Stretto, opera da 13,5 miliardi di euro considerata fondamentale per connettere la Sicilia alla rete ferroviaria e stradale europea, migliorando la competitività e l’intermodalità dei trasporti.
Una rete integrata terra-mare-cielo
Oltre al Ponte, la strategia prevede il completamento dell’anello ferroviario Palermo-Messina, la chiusura di quello autostradale meridionale (con i tratti Castelvetrano-Sciacca e Tangenziale di Agrigento già in appalto), e la riorganizzazione logistica di porti, interporti, aeroporti e terminal cargo. L’obiettivo è trasformare l’insularità in un vantaggio competitivo.
“Grazie alla sinergia tra Regione, Ministero, Rfi, Anas e le tre Autorità portuali – ha spiegato l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò – si sta costruendo un network infrastrutturale integrato che cambierà il volto della Sicilia”.
Nel dettaglio, il piano infrastrutturale si articola in: 24 miliardi da Rfi (17 già finanziati) - 9 miliardi da Anas (opere già in corso) - 6,5 miliardi di fondi di coesione regionali - 3 miliardi da parte delle Autorità di sistema portuale. A questi si aggiungono i fondi destinati specificamente alla viabilità di accesso al Ponte (300 milioni al Cas), mentre sono in programma nuove stazioni (come quella di Trapani Birgi) e la valorizzazione urbana delle connessioni ferroviarie.
Un volano anche per l’occupazione
Il boom infrastrutturale richiederà almeno 7.000 addetti in più nei cantieri, secondo Filippo Palazzo, commissario straordinario per alcune opere del Pnrr. Rfi ha attivato una propria Academy per formare tecnici e personale della Pubblica amministrazione, soprattutto sulle nuove tecnologie digitali (BIM 4D e 5D).
Porti e logistica, la spinta del mare
Particolare attenzione è rivolta alla portualità: Augusta diventerà un hub dell’eolico offshore, Milazzo rilancerà i traffici con il pontile di Giammoro, mentre a Termini Imerese sono in arrivo 180 milioni dopo il terminal container. Senza dimenticare gli interventi in corso in altri scali come Gela, Licata, Trapani, Palermo e Porto Empedocle. Anche i privati rispondono: Isla ha investito 20 milioni ad Augusta e prevede ulteriori 10 milioni, puntando sullo sviluppo del terminal container e del comparto offshore.
Verso un Mediterraneo più connesso
Il progetto complessivo si inserisce nella cornice europea del corridoio Ten-T “Helsinki-Berlino-Palermo-La Valletta”, con l’obiettivo di integrare trasporto ferroviario, stradale e marittimo. Fs Logistix, attraverso le sue società, punta a rafforzare la logistica integrata in Sicilia, servendo le filiere produttive locali e favorendo nuovi traffici. Infine, non mancano le proposte: tra queste, l’istituzione di una Authority regionale del trasporto aereo per rafforzare la contrattualità con le compagnie aeree e ottimizzare i collegamenti. “La Sicilia – ha concluso Ivo Blandina, presidente di Uniontrasporti – ha oggi una chance storica per trasformarsi da periferia d’Italia a baricentro del Mediterraneo. Servono tempi certi, formazione e una strategia unitaria per cogliere appieno questa opportunità”.