Il 26 luglio 2025 sarà una data storica per Trapani: la città ospiterà il suo primo Pride, un evento dedicato ai diritti e alla visibilità della comunità LGBTQ+. La manifestazione è stata osteggiata dalle frange più retrograde della città, ma l’organizzazione non si è arresa. Di certo, i partecipanti non correranno i rischi di chi ha sfilato a Budapest il 28 giugno.
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha infatti dichiarato:
«Siamo adulti, raccomando a tutti di rispettare le leggi, io lo faccio, e consiglierei loro di fare lo stesso. Se non lo fanno, devono tenere conto delle chiare conseguenze legali. La polizia potrebbe interrompere tali eventi se volesse, perché ne ha il diritto. Ma l’Ungheria è un paese civile», ha spiegato il premier, sottolineando che l’evento «viola la legge» e che «il compito della polizia non è usare violenza fisica, ma far rispettare la legge».
Nonostante questo clima repressivo, l’autocrate Orbán ha subito una contestazione artistica nel cuore della capitale. È infatti comparsa una nuova opera della street artist italiana Laika, intitolata Another Hungary is Possible (Un’altra Ungheria è possibile). L’opera raffigura Orbán in versione provocatoria e inedita: con abiti queer, una bandiera arcobaleno tra le mani, e l’aspetto fiero di chi partecipa a un Pride. Sul vestito spicca la scritta “Free Maja”, un chiaro riferimento alla militante non-binary antifascista attualmente detenuta nel paese, dopo l’estradizione dalla Germania.
Laika non è nuova a simili interventi contro Orbán e il suo governo. Basti ricordare Ila Resisti, in supporto alla militante Ilaria Salis. È però la prima volta che l’artista porta la sua arte di protesta direttamente in Ungheria. Il gesto ha un impatto forte: il premier è stato sfidato sul suo stesso territorio.
Queste le parole di Laika:
«La street art ha il potere di mostrare l’impossibile, l’utopico. Rappresentare Orbán che marcia per i diritti civili è certo una provocazione, ma non per ridicolizzare. È piuttosto un sogno: quello di un’Ungheria in cui il premier non demolisca lo Stato di diritto con leggi liberticide, non reprima le piazze, ma scenda in strada accanto alla comunità LGBTQIA+. Un premier rispettoso dei diritti umani».
Intanto, il sindaco di Budapest ha confermato che la manifestazione si terrà. Sarà presente la segretaria del PD Elly Schlein, insieme a 70 eurodeputati, numerosi parlamentari di vari Paesi – inclusa l’Italia – e anche ministri o ex ministri. La delegazione di più alto profilo è quella del governo spagnolo, con la vicepremier Yolanda Díaz e il ministro della Cultura Ernest Urtasun.
Tutto quello che Orbán non avrebbe voluto vedere.
Vittorio Alfieri