La crisi idrica in Sicilia raggiunge livelli critici. Oggi è arrivato uno spiraglio di sollievo con lo stanziamento di 21 milioni di euro da parte del governo centrale, destinati alla gestione dei dissalatori di Gela, Porto Empedocle e Trapani: 10 milioni per il 2025 e 11 per il 2026.
Con l’iniezione di acqua desalinizzata nella rete idrica, inizialmente si potranno immettere 300 l/s, fino a 500 l/s, sufficienti a servire oltre 200.000 abitanti; in combinazione con altri sistemi sarà possibile servire più di 800.000 persone. Il presidente siciliano Renato Schifani ha definito lo stanziamento “un risultato importante ottenuto grazie alla sinergia tra governo nazionale, regionale e commissario per l’emergenza idrica”. Il commissario Nicola Dell’Acqua ha sottolineato la valenza strategica dell’investimento nella lotta alla siccità.
Nonostante l’assenza di fondi non sia più un ostacolo immediato, restano vive preoccupazioni. La CISL Sicilia, attraverso il segretario Leonardo La Piana, ha ribadito che la dissalazione è una risposta emergenziale e che la Sicilia è ormai in un "vero stato di emergenza" su più fronti: siccità, dissesto idrogeologico, incendi. Serve un piano strutturale che includa:
manutenzione rete idrica;depurazione con riuso di acque reflue;politica forestale e consorzi di bonifica;riforestazione e lotta alla desertificazione
Nel decreto di febbraio evidenziato dalla Regione, si prevedevano 20 milioni di start‑up per gli impianti, a cui si aggiungono fondi regionali e coesione europea, sotto il controllo del commissario Dell’Acqua.
Un'analisi pubblicata da TP24 mette in guardia: un impianto produce 96 l/s, utile su scala locale ma insufficiente su scala regionale, dove la siccità e le perdite nella rete (oltre il 50%) sono rilevanti (tp24.it).
- Il costo energetico elevato e la gestione della salamoia restano interrogativi aperti.
Il finanziamento da 21 milioni rappresenta un passo importante verso la gestione dell’acqua desalinizzata per Gela, Porto Empedocle e Trapani. Ma senza un piano integrato - che includa infrastrutture, reti, depurazione, riforestazione e prevenzione degli incendi - la Sicilia rischia di restare in bilico tra emergenza e gestione parziale dei sintomi.
Serve un’agenda di medio-lungo termine, con un “tavolo permanente contro la siccità”, come auspica la CISL, per monitorare, intervenire e riformare davvero il sistema idrico regionale.