Il Rapporto annuale Istat sulla Sanità indica che nel 2024 una persona su 10 ha rinunciato a visite o esami specialistici, principalmente a causa delle lunghe liste di attesa o per motivi economici.
Il focus
Secondo il Rapporto le persone rinunciano a visite o esami specialistici principalmente a causa delle lunghe liste di attesa (6,8 per cento) e per le difficoltà nel pagare le prestazioni sanitarie (5,3 per cento). Il dato risulta in crescita sia rispetto al 2023 (7,5 per cento), sia rispetto al periodo pre-pandemico (6,3 per cento nel 2019), soprattutto per l’aggravarsi delle difficoltà di prenotazione.
Per quanto riguarda la salute mentale, secondo l’Istat nel 2024 l’indice di salute mentale si attesta a 68,4 punti in media. In particolare, il valore medio più elevato dell’indice si riscontra tra i giovani di 14-24 anni (70,4 punti) e raggiunge il minimo (65,1) tra le persone di 75 anni e oltre. Il disagio psicologico peggiora con l’aumentare dell’età.
Le condizioni di disabilità interessano 2,9 milioni di persone in Italia nel 2023 (5,0 per cento della popolazione), di cui 1 milione 690mila donne. La quota più elevata di persone con disabilità si riscontra nelle classi di età più anziane: 6,9 per cento nella classe 65-74 anni e 19,2 per cento tra gli anziani di 75 anni e più.
L’Istat sottolinea che solo il 9,8 per cento delle persone con disabilità dichiara di stare bene o molto bene, contro l’83,1 per cento del resto della popolazione. Tuttavia, nel corso degli anni, la quota di persone con disabilità che dichiarano di stare male o molto male è diminuita (dal 61,0 per cento del 2010 al 57,3 per cento del 2023).
Un Paese, più Sanità
Le disuguaglianze di accesso alle cure e alle visite divide il Paese non in due ma per tutte le regioni che lo compongono (20). Ogni Regione gestisce la Sanità in piena autonomia, di fatto già con una federalizzazione.
Il Sud fa i conti con ospedali molto vecchi, spesso macchinari non all’avanguardia, fuga di personale medico e infermieristico. A questo si aggiunge una Sicilia indietro nei Livelli essenziali di assistenza(Lea).
Sempre sull'Isola la spesa sanitaria pro-capite si colloca ampiamente sotto i duemila euro l’anno (più 500 euro di spesa privata secondo stime della Fondazione Gimbe). Le performance buone le registrano le regioni del centro nord, ma è pure vero che una parte del budget siciliano viene assorbito dal Nord per le cure ad alta complessità.
IA in corsia
Per abbattere liste di attesa e decongestionare i Pronto Soccorso arriva l’intelligenza artificiale. Si tratta di 40 esperienze ospedaliere con applicazioni in radiologia per identificare le fratture e per riconoscere l'ictus fino alla gestione delle prenotazioni. Tra le esperienze più innovative, tra le prime quaranta inserite nell'Osservatorio sull'Intelligenza artificiale in Sanità, presentato al Forum Logos & Téchne', organizzato a Siracusa nei giorni scorsi dalla Fiaso, c’è quella dell’Asl 2 Sgavonese. Qui l’intelligenza artificiale è entrata nella radiologia d’urgenza, consegna al camice bianco una seconda lettura per fare il triage dei pazienti.
In un'altro ospedale, a Chiavarese, è stato testato il a sistema per leggere le radiografie che aiuta a intercettare le fratture ossee, mentre a Perugia c’è un assistente virtuale per il riconoscimento precoce dell'ictus grazie all'analisi vocale, facciale e biometrica, migliorando tempi di diagnosi, intervento e sopravvivenza. Per il ministro della Salute, Orazio Schillaci: “L’intelligenza artificiale essere uno strumento per gestire le liste d'attesa in sanità. Può contribuire a dare indicazione ai medici prescrittori sugli esami più utili da fare ed evitare magari esami che non sono appropriati".