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04/07/2025 06:00:00

Laura Abbadessa guida la DC siciliana: “Ricostruiamo dai territori e dai giovani”

Laura Abbadessa è la nuova presidente della DC in Sicilia, è la prima donna ad assumere il ruolo, subentra a Carmelo Pullara.

 

Qual è la sua visione per il futuro della DC in Sicilia? E come la DC si differenzia oggi dagli altri partiti del centrodestra? Come intende rilanciare l’identità della DC in una regione dove la politica è spesso polarizzata tra populismo ed astensionismo?

 

La mia visione è chiara: ricostruire un partito popolare, radicato nei territori, capace di parlare alla gente comune e di tornare a essere la casa naturale di chi crede nel valore della persona, della comunità e del lavoro. Siamo eredi di una cultura politica profonda, radicata nel pensiero e nei valori. Una politica veramente al servizio delle persone. La Dc è il partito che ha fatto la storia dell’Italia nel dopoguerra, fondando la Repubblica su valori di libertà, solidarietà e sviluppo. Oggi noi stiamo ricostruendo questo patrimonio politico e valoriale. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato con pazienza e determinazione per far tornare la Democrazia Cristiana una presenza viva e riconoscibile nei territori. Abbiamo avviato un percorso di ricostruzione ordinata, riattivato sezioni locali, creato nuovi spazi di dialogo, formazione e ascolto. La DC in Sicilia sta attraversando una stagione nuova, generosa e promettente. È un partito che si apre, che si rinnova e che guarda al futuro. E lo fa non declamando principi ma con atti concreti. La recente approvazione della legge sul prestito d’onore in Sicilia, ideata e fortemente voluta dal nostro partito, è un chiaro esempio del nostro modo di intendere la politica: non come esercizio di potere, ma come strumento per rimuovere ostacoli e creare opportunità. Esso garantirà a migliaia di studenti siciliani la possibilità di accedere all’università senza che le condizioni economiche rappresentino un ostacolo. 

Oggi, inoltre, possiamo dire, con fierezza, che il nostro è un partito sempre più giovane e sempre più donna. Le nuove generazioni non sono più soltanto ospiti, ma parte attiva del nostro cammino. Al contempo, le donne, finalmente, non sono più ai margini ma al centro della costruzione politica, anch’esse come protagoniste consapevoli e responsabili.

I movimenti giovanile e femminile, che, negli scorsi mesi, hanno democraticamente eletto i propri organi, sono importanti luoghi di elaborazione, di confronto, ma, soprattutto, di proposta: si ragiona di progetti, si costruiscono idee, si guarda alla Sicilia con uno sguardo diverso, fatto di cura, competenza e desiderio di cambiamento.


 

È la prima donna ad assumere il ruolo di presidente regionale, è un valore aggiunto con la consapevolezza che la politica è ancora fortemente “maschio”. Prime azioni e segni di riconoscimento?

 Assumere il ruolo di Presidente regionale della Democrazia Cristiana siciliana è un onore e una responsabilità, soprattutto perché consapevole che la politica è ancora un ambito nel quale prevalgono logiche e linguaggi maschili. In questo contesto, ritengo che il nostro partito, nell’eleggere la prima Presidente donna e al contempo nominare due vicepresidenti donne, abbia dato un grande segnale di apertura e di cambiamento. Sono convinta che la politica abbia il dovere di ascoltare, di accogliere, di costruire percorsi in cui la presenza femminile non sia un'eccezione ma una regola. E io, da donna e da Presidente, sento il dovere di farmi carico di questo compito con determinazione e responsabilità. Mi adopererò per creare occasioni di ascolto e condivisione, spazi di partecipazione attiva, con il sostegno della rete di referenti femminili del partito nei vari territori, che già lavorano attivamente. Ritengo, infine, che essere madre non può più rappresentare un ostacolo alla piena partecipazione alla vita pubblica o lavorativa. In questa direzione, lavorerò, anche in sinergia con i nostri rappresentanti istituzionali, per promuovere misure concrete che sostengano le madri nei luoghi di lavoro, favoriscano una maggiore flessibilità nei tempi e nelle modalità di impiego, incentivino le imprese a creare ambienti compatibili con i ritmi familiari.

 

Alle ultime europee ha sfiorato la candidatura in IV, qualcosa si è poi spezzato. Oggi ci sono le condizioni per la DC di guardare a Matteo Renzi?

 

Il dialogo con chi ha visioni riformiste è sempre possibile. Ma oggi la DC cammina con le sue gambe, forte di un’identità ritrovata e di un consenso crescente, soprattutto in Sicilia. Non abbiamo bisogno di apparentamenti per mere sommatorie elettorali. Guardiamo con interesse a chi vuole costruire, ma ogni apertura dovrà fondarsi su un progetto serio e visioni condivise. 


 

In giunta regionale esprimete due postazioni, Enti Locali e Famiglia. Cosa ancora si può fare di più? Quali sono i temi su cui la DC regionale farà sentire la sua voce più forte?

 

Nelle due deleghe che la Democrazia Cristiana esprime in giunta, abbiamo lavorato con serietà e concretezza. È in via di definizione legislativa un disegno di legge con oggetto la regolamentazione della disciplina della estinzione di quelle II.PP.A.B. che si trovano in condizioni di crisi finanziaria e che non sono più in grado di assicurare il raggiungimento degli scopi socio-assistenziali posti a fondamento della loro attività. ll testo rappresenta certamente un passo cruciale per affrontare le sfide gestionali e finanziarie di queste Istituzioni. 

Con il reddito di libertà, destinato alle donne vittime di violenza che versano in condizioni di povertà, abbiamo dato concreta attuazione ad una misura di profondo valore sociale, che garantisce un sostegno economico tale da consentire a queste donne di intraprendere un percorso di emancipazione ed autonomia. Rimaniamo, comunque, consapevoli che resta molto altro da fare.

Uno degli impegni centrali sarà rafforzare le politiche a tutela delle donne, in modo non occasionale ma strutturale. Ci batteremo per una reale parità di genere, che non si esaurisca nei principi ma si traduca in misure concrete.

Anche all’interno del Dipartimento della Funzione Pubblica abbiamo realizzato importanti interventi: sono stati accelerati i tempi di definizione e stipula dei contratti, superando ritardi cronici e rigidità procedurali che per troppo tempo hanno ostacolato la piena funzionalità degli enti. Abbiamo promosso e avviato un importante piano assunzionale, che ha condotto all’immissione in servizio di mille nuovi dipendenti. La giunta regionale,inoltre, qualche giorno fa, su proposta dell’assessore della Funzione pubblica Andrea Messina, ha approvato l'atto di indirizzo per il rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti regionali – comparto e dirigenza - per il biennio 2022/2024.

Purtroppo, lo stato di salute degli Enti Locali in Sicilia desta ancora profonda preoccupazione: molti sono i Comuni in condizioni di dissesto finanziario o impegnati in procedure di riequilibrio. Si tratta di una situazione che non può più essere affrontata esclusivamente con interventi emergenziali.

Come Assessorato regionale alle Autonomie Locali, siamo chiamati a esercitare una funzione non solo di vigilanza, ma soprattutto di accompagnamento e sostegno. Occorre mettere in campo misure strutturali, che consentano agli enti in crisi di recuperare solidità amministrativa, capacità programmatoria e fiducia nei confronti delle comunità che rappresentano.

È inoltre essenziale che le ex Province tornino ad essere un punto di riferimento per i territori, capaci di dare risposte concrete alle esigenze delle comunità. Da parte nostra c’è il massimo impegno a garantire il supporto necessario per un’efficace riorganizzazione e valorizzazione di tali enti.

 

Cuffaro ha ribadito l’impegno a ricandidare Schifani a presidente bis, la DC quali temi porterà sul tavolo? La Sanità sembra la grande dimenticata nonostante i proclami. C’è una emergenza.

 

Il sostegno al presidente Schifani (che ribadiamo fermamente) passa dai contenuti e dalle risposte che questo Governo sta dando e deve continuare a dare ai siciliani. Sulla sanità c’è la necessità di un vero cambio di passo per assicurare a tutti il fondamentale diritto alla salute: meno burocrazia, più medici, servizi territoriali reali, più attenzione ai pazienti e, soprattutto, un passo indietro della politica nella gestione delle aziende sanitarie.


 Quali saranno le sue priorità nei primi mesi di mandato? Ha già un’agenda politica definita?

Eserciterò il mio incarico di Presidente nella sua pienezza: come ruolo di garanzia, di vigilanza, di indirizzo e di equilibrio.

Lavorerò in sinergia con i dirigenti del partito nonché con i movimenti giovanile e delle donne. Mi piacerebbe coinvolgere in momenti di dialogo e confronto anche i nostri elettori, simpatizzanti e iscritti affinché si uniscano a noi in questo percorso di rilancio, contribuendo con idee, energie e passione a dare nuova forza al Partito e a costruire insieme una proposta politica rinnovata. Immagino, anche, una grande conferenza programmatica per definire le nostre battaglie in vista delle prossime elezioni, non solo regionali.

Nei prossimi mesi definirò con esattezza la mia agenda politica che sarà certamente delineata per l’annuale Festa dell’Amicizia che si terrà a Ribera i prossimi 3, 4 e 5 ottobre.