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04/07/2025 06:00:00

Lo scandalo referti. Il Ministero accusa l’ASP di Trapani

Impietosa e confermativa è la relazione del ministero della Salute che riguarda il caso ASP di Trapani, a seguito di ispezione avvenuta nel mese di marzo scorso. Prima ancora ci fu l’ispezione regionale e anche quella ha scritto pagine non decorose per l’ASP, soprattutto sotto il profilo della organizzazione. Chi doveva controllare non lo ha fatto. A nessun livello. La polvere era tutta nascosta sotto il tappeto, ma qui in gioco c’erano e ci sono vite umane. 

 

I pazienti morti sono più di uno, i loro parenti chiedono giustizia, gli ammalati consegnati a lesioni gravi e compromesso quadro clinico sono persone offese. Si svolgerà a breve un incidente probatorio per acquisire la prova priva di arrivare al processo. Intanto sono 19 i medici, infermi e operatori indagati, un filone che non esclude altre personalità coinvolte. I referti in arretrato erano 3313, i tumori scoperti 356. L’arretrato venne smaltito in circa 10 giorni. I pazienti nel frattempo erano in attesa da mesi interi. Chi ha aspettato 7 mesi, chi 8, chi 10 e pure un anno.


 

La relazione ministeriale

Dice tutto, scrive nero su bianco le responsabilità non solo sui medici ma pure sui vertici. La relazione è chiara: mancava l’organizzazione, il controllo, la contezza reale di quello che stesse accadendo, fino a quando il caso non è diventato mediaticamente pubblico. Nella relazione ministeriale si parla di mancato monitoraggio dei tempi di attesa,  il mancato accorpamento dei due reparti di Anatomia Patologica, Castelvetrano con Trapani, non avere utilizzato il sistema Alert.  E poi ancora: la carenza di personale a cui si è cercato di dare risposte ma non in maniera, evidentemente, efficace e pronta. Tutto è concentrato in poche parole: “Totale assenza di assunzione di responsabilità”. 

Grave il comportamento medico che avveniva dentro il reparto, tutto veniva fatto in maniera manuale senza avere alcuna tracciabilità. Ignorati totalmente i tempi di risposta, cosa assai delicata poi sono risultate le fasi di accettazione, processazione e consegna. Tutte disgiunte. 

E qui subentra la responsabilità del primario del reparto,  che avrebbe dovuto non solo monitorare i tempi ma anche utilizzare il sistema Athena, non ha coinvolto i collaboratori, ha lasciato le cartelle cliniche aperte e ha pure disatteso la nota del vertice ASP del gennaio 2024. A questo si accompagna la mancata formazione del personale.



 

Gli interrogativi

Le indagini sono ancora in corso, l’incidente probatorio si terrà a breve, di fatto ci sono ad oggi 19 persone sostanzialmente indagate, molte persone offese, dei deceduti. E’ stato lo scandalo più grosso che si è avuto nella sanità siciliana, al netto delle altre situazioni di corruzione, qui si ha a che fare con la vita delle persone. L’aspettativa di vita è stata lesa, il loro equilibrio mentale violentato da mesi di attesa e poi lo sconforto di sentirsi dire che il tumore era già in una fase avanzata. C’è chi è stato consegnato alle cure palliative direttamente, chi ad una operazione di urgenza, chi ai viaggi della speranza con il Nord per una chemio immediata, visto il tumore al 4° stadio. 

I reparti di Anatomia Patologica pare abbiano delle responsabilità umane enormi, se diventeranno giudiziarie lo diranno altre aule. Di fatto è stata intaccata fortemente la fiducia dei cittadini nei confronti della sanità provinciale, si è spezzato un nodo. Restano tanti interrogativi: i reparti e i medici avranno le loro responsabilità ma chi doveva controllare dov’era? Perché non lo ha fatto? Perché l’arretrato è stato poi smaltito in appena 10 circa? I vertici hanno sempre monitorato o si sono squisitamente limitati a pensare che tutto andasse bene perché nessuno evidenziava la criticità? 

Intanto qualcuno ancora lotta tra la vita e la chemio. Un peso sulla coscienza con cui molti dovranno vivere.