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05/07/2025 06:00:00

Lo scandalo referti all'Asp di Trapani. Cosa dice la relazione del Ministero

Sette sono le pagine della relazione del Ministero della Salute sull’attività ispettiva che si è svolta il 18 e 19 marzo scorso.  Sette pagine in cui nero su bianco si affibbiano responsabilità e si dice pure chiaro che il vertice non ha controllato come avrebbe dovuto.

E’ stata inviata il 30 giugno scorso dal Ministero agli uffici regionali di competenza. 


 

Il dettaglio

Si legge nella relazione che “Il ritardo negli esiti degli esami istologici è stato determinato da una concomitanza di elementi tra i quali il mancato monitoraggio dei TAT di refertazione dovuto anche a un sottoutilizzo delle funzionalità del sistema gestionale di laboratorio; la carenza di personale sanitario con profili specialistici; il mancato accorpamento tra l'Anatomia patologica di Trapani e quella di Castelvetrano; la mancata presa in carico della grave criticità da parte di tutti i soggetti responsabili, a vario titolo, con una totale assenza di assunzione di responsabilità sulla base della verticalizzazione delle competenze”.


 

I reparti come la stanzetta di casa: “Numerosi operatori hanno sottolineato l'attenzione a garantire il trattamento dei casi clinici più urgenti, ricorrendo a soluzioni "informali" e basate sulla sensibilità personale e professionale, in assenza di protocolli istituzionalizzati, con il rischio quindi di non intercettare i casi "apparentemente" non urgenti ma potenzialmente gravi.

È stato inoltre segnalato il basso livello di conoscenza del sistema gestionale di laboratorio che ha

determinato un sottoutilizzo delle funzionalità dello stesso, con la conseguenza che le attività sono state svolte con modalità prevalentemente manuali, rendendone difficile la tracciabilità, la gestione integrata del flusso di lavoro e il monitoraggio dei tempi di risposta. Le attività di accettazione, processazione e consegna sono risultate disgiunte, rallentando ulteriormente l'intero processo; inoltre, sono state disattivate alcune applicazioni del software gestionale che avrebbero reso il sistema efficiente nell'ambito del monitoraggio dei TAT, quali la funzione di alert e quelle di reportistica”.

Insomma a formazione erano e sono messi male, nella gestione della refertazione poi tutto era lasciato al caso.


 

Nessun supporto istituzionale 

Nella relazione si legge che nel reparto c’era un “carico emotivo legato alla gestione delle attese e alla pressione proveniente dall'utenza, soprattutto in assenza di adeguati strumenti comunicativi e di supporto istituzionale”. Ma ancora più grave è l’evidenza di totale assenza, si legge, del supporto psicologico: “Nel corso dei colloqui è stata più volte richiamata l'assenza di un sistema strutturato di accompagnamento psicologico per gli operatori coinvolti in attività ad alta complessità gestionale e relazionale. Tale carenza è stata interpretata come indicatore di una generale sottovalutazione del rischio psicosociale nei contesti ad alta intensità di lavoro e responsabilità”. La  Direzione strategica è intervenuta solo a caso scoppiato: “La comunicazione tra i livelli operativi e decisionali, è risultata disomogenea e non sistematizzata, solo a seguito dell'emergere delle gravi criticità vi è stata un'apertura da parte della Direzione strategica a forme di ascolto più continuative”. Le colpe,  seppure messe nero su bianco evidenziando la gravità delle stesse, non sono solo di Anatomia Patologica: “Anche al di fuori del laboratorio di Anatomia Patologica, un segnale dei ritardi non gestito a livello aziendale e regionale avrebbe dovuto essere la mancata chiusura delle cartelle cliniche per l’assenza dei referti di Anatomia patologica”.


 

Tutte le criticità

Il Ministero parla di livello di informatizzazione inadeguato per mancata formazione; di assenza di un sistema di audit periodico per la verifica dei tempi di refertazione e l'individuazione

di ritardi o colli di bottiglia nel processo; mancanza di una formazione continua e strutturata per il personale; documentazione consegnata è vetusta e incompleta.

Addirittura il  Manuale della qualità risale al 2007 e la procedura gestionale del dicembre 2024 non fanno alcuna menzione delle attività di monitoraggio dei TAT e dell'applicativo ATHENA.

E poi ancora “Scarsa integrazione tra livelli decisionali e operativi, con insufficiente coinvolgimento degli operatori nelle scelte organizzative strategiche; mancata chiusura cartelle cliniche o chiusura senza l'inserimento del referto istopatologico; esami in intramoenia in regime libero professionale non tracciati sul sistema gestionale informatico ma solo su registro cartaceo.


 

I suggerimenti del Ministero

Intanto una maggiore sinergia e comunicazione tra i vertici dell’ASP e i reparti, cosa che non c’è stata: “Rafforzamento della governance e della cultura organizzativa ed una maggiore

interazione tra i livelli apicali dell'Azienda e le strutture operative”. Quindi introdurre un sistema di audit periodico, definire con apposita procedura le modalità di conservazione, consegna e invio materiale per esami in regime di libera professione. È necessario che i livelli apicali dell'azienda siano maggiormente attivi nei processi decisionali e nel monitoraggio degli stessi, a garanzia della messa in atto di misure correttive tempestive anche con precise indicazioni sulle assunzioni di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti a tutti i livelli e sulla base della verticalizzazione delle competenze.

E poi ovviamente la formazione e l’assunzione di medici di Anatomia Patologica, il supporto psicologico, il continuo monitoraggio.


 

La nuova commissaria

Sabrina Pulvirenti è stata inviata all’ASP9, è catanese, è figura espressa da FdI, musumeciana di ferro, vicino a Ruggero Razza. Quindi stessa area di Ferdinando Croce, che con Razza fu in assessorato alla Salute con Musumeci presidente. E non solo. Altri sono stati gli incarichi di Croce alla Regione anche nel 2024, basta scorrere l’albo pretorio. 


 



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