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12/07/2025 06:00:00

Trapani, i lavoratori della cooperativa Badia Grande senza stipendio da novembre: "siamo allo stremo" 

“Non passeremo una bella estate. Gli stipendi di novembre non sono ancora arrivati e difficilmente li vedremo entro luglio”. È lo sfogo amaro di chi lavora per la cooperativa Badia Grande, che gestisce centri di accoglienza in Sicilia e che da mesi non paga i suoi dipendenti.

La Fisascat CISL Sicilia ha comunicato ufficialmente la sospensione del sit-in previsto per il 16 luglio, dopo la nota inviata dalla Prefettura di Agrigento. “Le somme ingiunte, entro brevissimo tempo, saranno liquidate alla Soc. Coop. Badia Grande”, aveva assicurato l’ufficio territoriale del governo. Ma per i circa 350 lavoratori la formula resta troppo vaga.

“Chiediamo tempistiche più certe”, scrive il segretario generale Stefano Spitalieri nella nota protocollata e inviata anche a Confcooperative Sicilia e alla Questura di Agrigento. Nel frattempo il sindacato ha scelto di sospendere la mobilitazione “nelle more di ricevere quanto richiesto”.

Ma dietro la tregua si nasconde un malessere che cova da mesi. I lavoratori, con contratti a termine rinnovati mese per mese, sono esasperati. “Abbiamo superato ogni limite di sacrificio e sopportazione”, confessano alcuni di loro, che per paura di perdere il posto preferiscono l’anonimato. “Se denunciamo apertamente, rischiamo il licenziamento alla prima occasione”, aggiungono.

La cooperativa, da parte sua, continua ad attribuire i ritardi a problemi burocratici. “Attendiamo oltre 10 milioni di euro relativi ai servizi resi a Lampedusa dal marzo 2022 al maggio 2023”, spiegano da Badia Grande, puntando il dito sui mancati trasferimenti ministeriali. Anche per i progetti SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) gestiti a Trapani si attendono fondi dalla Prefettura.

Non è la prima volta che accade. Già nel 2020, la Prefettura di Trapani aveva anticipato 326 mila euro per permettere il pagamento degli stipendi arretrati. Oggi la storia si ripete, ma con numeri ancora più grandi e una tensione sociale palpabile.

Il sindacato parla di una “delicatissima situazione” che coinvolge centinaia di famiglie. “Restiamo in attesa di un urgentissimo riscontro”, conclude Spitalieri. Ma tra i lavoratori serpeggia la convinzione che anche questa volta le promesse rischiano di trasformarsi in un’altra estate di attese e sacrifici.