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21/07/2025 15:31:00

Gibellina, inaugurazione con polemica per il progetto “Heartquake”: "Una farsa"

Doveva essere un momento emozionante e condiviso, l'inaugurazione del progetto “Gibellina Heartquake” di Alberto Stabile. E in parte lo è stato: l’installazione in realtà aumentata, ospitata al Museo d’Arte Contemporanea “Ludovico Corrao” di Gibellina, è un’opera coinvolgente, immersiva, che permette di rivivere – con la potenza delle nuove tecnologie – le fasi prima, durante e dopo il terremoto del Belìce del 1968. Una ferita collettiva che ha segnato la città e i suoi abitanti, e che oggi viene raccontata con occhi nuovi, attraverso visori VR, grazie a un progetto nato dal basso e voluto dai cittadini: vincitore del bilancio partecipativo del Comune di Gibellina nel 2021.

 

Eppure, l’entusiasmo si è presto scontrato con la realtà. Durante l’inaugurazione, lo stesso autore Alberto Stabile ha pronunciato un intervento durissimo. «La verità è che solo un paio d’ore prima avevo scoperto che questa inaugurazione era, di fatto, una farsa», ha dichiarato Stabile davanti al pubblico. «Nessuno al museo era stato realmente formato per garantire l’accesso quotidiano all’installazione. E questo nonostante la guida scritta che avevo consegnato mesi fa, le ore di training fatte con lo staff, le soluzioni alternative che avevo proposto».

 

La denuncia dell’artista è chiara: l’infrastruttura tecnica e organizzativa necessaria a rendere realmente fruibile l’installazione non è mai stata approntata. «Mi era stato assicurato che tutto fosse pronto – ha continuato Stabile – ma già dal giorno dopo l’inaugurazione nessuno avrebbe potuto accedere all’esperienza. Il visore era scarico, non si trovava il cavo di alimentazione, e l’unica persona che aveva seguito il (pressoché inesistente) training era in malattia».

 

Di fronte a questa situazione, l’artista ha deciso di riscrivere il proprio discorso poche ore prima dell’apertura, trasformando l’occasione in una denuncia pubblica.

 

Una memoria viva, ma disattesa

 

“Gibellina Heartquake” rimane un progetto di grande valore, che ambisce a rendere accessibile a tutti un pezzo di storia collettiva attraverso la tecnologia. L’installazione consente al visitatore di calarsi nei panni degli abitanti di Gibellina durante il sisma del ’68 e di assistere, in prima persona, alla ricostruzione della città. Un ponte tra passato e presente, tra memoria e innovazione.

Ma l’inaugurazione di mercoledì 17 luglio ha evidenziato, ancora una volta, i limiti strutturali nella gestione del patrimonio culturale e tecnologico in Sicilia. Mentre le comunità investono idee, tempo e speranza, le istituzioni sembrano faticare persino a garantire la ricarica di un visore VR.

La speranza, ora, è che la denuncia di Stabile non cada nel vuoto e che “Gibellina Heartquake” possa presto essere fruibile davvero, quotidianamente, come desiderato da chi lo ha ideato e da tutta la comunità che lo ha voluto.

Il video integrale dell’intervento di Alberto Stabile è disponibile qui.