È un mosaico complesso quello che emerge dall’ultima udienza del processo “Eirene”, che si sta celebrando davanti al Tribunale di Trapani e che ha messo a nudo i presunti legami tra mafia e politica ad Alcamo. Tra gli imputati, due ex volti noti della scena pubblica locale: l’ex senatore Nino Papania (ai domiciliari, assente all’udienza) e l’imprenditore Pasquale Perricone (detenuto al Pagliarelli, collegato in videoconferenza).
A riferire in aula è stato l’ispettore della Squadra Mobile di Trapani, Giuseppe Cuciti, che ha illustrato – intercettazioni e informativa alla mano – la “geografia mafiosa” del mandamento di Alcamo. L’occasione è stata l’esame testimoniale condotto dal pubblico ministero Pierangelo Padova.
Le indagini, avviate nel 2021, hanno permesso agli investigatori di installare spyware, microspie ambientali e dispositivi video nelle abitazioni e nelle auto degli indagati. Compresa la Mercedes dell’ex senatore Papania. Un impianto di sorveglianza imponente che ha registrato per due anni – fino all’agosto 2023 – le conversazioni di 13 indagati.
Obiettivo delle intercettazioni: decifrare le dinamiche del mandamento mafioso e svelare i presunti accordi di scambio elettorale politico-mafioso. In particolare, secondo la ricostruzione dell’accusa, Papania avrebbe elargito duemila euro per sostenere la candidatura di Angelo Rocca alle Regionali del 2022. A ricevere il denaro sarebbe stato Giosuè Di Gregorio, alcamese emigrato a Trapani, ritenuto dagli inquirenti “autonomo gestore di controversie” per conto del mandamento.
A fine udienza, Di Gregorio ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee dal carcere: “Non conosco Papania e non gli ho mai stretto la mano. Volevo partecipare a quella campagna elettorale come semplice cittadino, pensando di potermi mettere in tasca almeno dieci euro. Perricone? L’ho conosciuto in carcere, gli voglio bene”.
Le prossime udienze serviranno a chiarire ulteriormente il quadro delle presunte relazioni tra criminalità organizzata e vecchia politica alcamese. Intanto, l’ombra lunga del mandamento mafioso continua ad aleggiare tra le carte del processo.
Intanto il Tribunale di Trapani ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Giuseppe Beninanti e Valerio Spigarelli, disponendo gli arresti domiciliari per Perricone, ex vicesindaco di Alcamo. L’imprenditore era stato arrestato nel settembre 2024, con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso collegato alle elezioni regionali del 2022.
Il processo Eirene proseguirà dopo la pausa estiva. Le prossime udienze sono state fissate per il 23 settembre, il 14 ottobre, l’11 novembre e il 9 dicembre 2025.