Anno 2025, mese luglio, giorno 21. Accade ancora oggi a Paceco che un consigliere comunale pensi di combattere politicamente un'avversaria politica con la misoginia. Accade perché non ci sono altri termini di confronto e nemmeno la capacità di spostare il discorso sul piano del merito politico amministrativo.
E allora se l’avversaria è una donna la si combatte con il sessismo, perché vestire in maniera femminile, indossare dei tacchi, mettere un rossetto per qualcuno, ancora(!), evidentemente, significa consumare ammiccamenti.
Accade che è sbagliato, ma accade. E allora è necessario subito non solo rimettere le persone al loro posto, soprattutto se consiglieri comunali, ma anche ridare contezza a cosa sia davvero la politica e il ruolo istituzionale.
Fatta questa piccola premessa raccontiamo il fatto.
Paceco e Ricciardi: mai così in basso
Il consigliere comunale Ricciardi, che dice di essere di Fratelli d’Italia, ma non ha alcuna tessera né ruolo, si scaglia contro la deputata del M5S, Cristina Ciminnisi. Lo fa in Aula, durante una seduta, alludendo a comportamenti poco decorosi, offendendola sul personale. Il suo comportamento è stato subito ammonito dalla presidente, Maria Basiricò, che ha tolto prontamente la parola al consigliere e ha chiesto l’intervento dei Vigili urbani, ed è stato subito allontanato dall’Aula. Reazione immediata anche da parte dell'assessora del PD, Marilena Barbara, che ha abbandonato i lavori in segno di protesta.
Ciminnisi: “Questo è il livello. Il vostro. Ma non sarà mai il mio. Baci”
E’ la stessa rappresentante del M5S che ne dà notizia sui social: “Rossetto rosso e ‘annacata’? Ieri sera, durante il consiglio comunale a Paceco, il consigliere Ricciardi di Fratelli d’Italia ha pensato bene di insultarmi pubblicamente, alludendo alla mia vicinanza al Sindaco Aldo Grammatico, al mio rossetto rosso e al mio modo di camminare. Sessismo da bar? Purtroppo no. Sessismo istituzionale. E sinceramente, da Fratelli d’Italia non mi sorprende. Lo stile è sempre lo stesso: quando una donna è libera, fiera e non si lascia intimidire, e occupa un posto pari a un uomo deve essere ridicolizzata e offesa. Ma non mi zittite con la vostra misoginia. Anzi: la denuncio. La espongo. La combatto. La urlo! Se per voi una donna in politica deve essere grigia, muta e invisibile, allora preparatevi a perdere sonno. Io sono tutto il contrario. E non mi piego davanti a chi confonde il consiglio comunale con uno spogliatoio degli anni ’50. Questo è il livello. Il vostro. Ma non sarà mai il mio. Baci”.
E il livello effettivamente è proprio quello non da bar ma, ancora peggio, di un uomo che pensa che le donne debbano essere sciatte e zitte.
Ricciardi si scusa, tardi e non salva la faccia. Nemmeno il ruolo
Il consigliere, dopo che il caso è scoppiato, ha deciso di scrivere alla deputata Ciminnisi: “Le scrivo questa lettera per porgerLe le mie più sentite e sincere scuse per le parole inaccettabili pronunciate durante il Consiglio Comunale di Paceco. In un momento di rabbia e frustrazione, scaturito dalla discussione accesa sul disservizio idrico e dalle difese inopportune intraprese dal Suo Sindaco nei confronti di altre altre forze politiche, ho proferito commenti profondamente inappropriati nei Suoi confronti. Riconosco pienamente la gravità delle mie affermazioni, in particolare l'aver minimizzato il Suo ruolo politico e professionale, riducendo la Sua persona ad un mero aspetto esteriore. Questo tipo di linguaggio non solo è irrispettoso e offensivo, ma è anche contrario ai miei principi di civiltà e rispetto che dovrebbero guidare ogni dibattito pubblico e, più in generale, ogni relazione umana. Comprendo che le mie parole Le abbiano arrecato un danno personale e professionale, e me ne rammarico profondamente. Nulla giustifica un attacco ad personam, tanto meno quando si basa su stereotipi e pregiudizi.
Spero vivamente che Lei possa accogliere le mie scuse.
Con la massima stima e rispetto, il Consigliere comunale di Paceco Salvatore Ricciardi”.
Bisognerebbe dire al consigliere Ricciardi che se si ha stima di una persona non la si ingiuria pubblicamente.
Il sindaco Grammatico: episodio gravissimo
Il Primo cittadino di Paceco è intervenuto a difesa delle Istituzioni e delle donne che sono state prese di mira, non solo Ciminnisi ma pure la presidente Basiricò: “Accusarla di limitare il proprio impegno istituzionale all’apparenza e all'uso del “rossetto rosso sgargiante” è inaccettabile. Le sue parole, pronunciate con toni aggressivi e in un contesto pubblico, non solo sono state un attacco diretto alla figura dell'onorevole Ciminnisi, ma hanno offeso tutte le donne, contribuendo a perpetuare una cultura di discriminazione e disprezzo. La nostra comunità non può e non deve tollerare che il Consiglio Comunale diventi il luogo per sfogare odio e stereotipi sessisti, che minano la dignità delle persone e la serenità del dibattito pubblico. In qualità di Sindaco, mi impegno a fare in modo che in questa "Aula Consiliare" non ci sia più spazio per il vilipendio, l’intolleranza e il mancato rispetto delle persone, al di là di qualsiasi posizione politica. Il nostro compito è costruire un ambiente dove il dialogo e la collaborazione prevalgano su ogni forma di violenza verbale e culturale”.
La presidente Basiricò e la maggioranza: Istituzioni lese
Immediata è stata la solidarietà mostrata dalla presidente del consiglio comunale di Paceco, Maria Basiricò, e dai consiglieri di maggioranza: Rindinella Angela,
Rosselli Salvo, Federica Gallo, Gaetano Rosselli, Teresa Soru, Ranno Giuseppe, Gaetana Basiricò, Monaco Vincenzo, Castelli Salvatore.
Nel comunicato stigmatizzano il comportamento e le parole del collega: “Come consiglieri di questo Comune desideriamo esprimere la nostra profonda indignazione e il nostro più assoluto sconforto per la situazione incresciosa creatasi durante il Consiglio comunale di ieri pomeriggio(lunedì pomeriggio per chi legge, n.d.r.). Nel corso di un intervento volto, come di consueto, al vilipendio e alle offese, in totale spregio delle Istituzioni tutte, dal Sindaco al Presidente del Consiglio, alla Giunta, agli altri consiglieri, al segretario comunale, il consigliere Ricciardi questa volta è andato oltre rivolgendo battute sessiste nei confronti della deputata regionale, onorevole Cristina Ciminnisi, accusandola di limitare il proprio operato allo sfoggio del "rossetto rosso sgargiante" negli incontri istituzionali, etichettati dal consigliere come "annacatine" in passerella. Le sue parole urlate in Consiglio comunale, alla presenza dei cittadini, costituiscono un atto gravissimo che non solo esprime ancora una volta un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti delle Istituzioni, ma che risulta gravemente lesivo della dignità personale dell'onorevole del Movimento 5 stelle e offende gravemente la donna in quanto tale. Espressioni discriminatorie come quelle usate dal consigliere Ricciardi alimentano un clima culturale pericoloso dal quale prendiamo le distanze e che condanniamo categoricamente senza ambiguità.
Le parole hanno un peso e soprattutto chi ricopre cariche pubbliche ha il dovere istituzionale, oltre che morale, di usarle con rispetto e responsabilità.
In Aula consiliare non può esserci spazio per l'oltraggio e il vilipendio, non possono essere in alcun modo tollerati insulti sessisti, stereotipi che umilino le persone o atteggiamenti che ledano il rispetto umano e legittimino l’intolleranza”.
Di Paola e De Luca: “Inaccettabile”
“Le critiche costruttive, anche severe, sono il sale della democrazia, ma queste non possono mai andare oltre i confini della sana dialettica politica per sfociare in frasi inaccettabili dai chiarissimi connotati sessisti, che vanno condannate senza se e senza ma. Pertanto chiediamo al consigliere comunale di Paceco, Ricciardi, di chiedere scusa alla nostra collega Cristina Ciminnisi, cui va la nostra piena e convinta solidarietà, e quella del gruppo M5S all'Ars”.
Lo affermano il coordinatore regionale siciliano del M5S, Nuccio Di Paola, e il capogruppo Cinque Stelle all'Ars, Antonio De Luca.
“Affermare che una deputata faccia politica sfoggiando rossetto rosso e annacandosi nelle passerelle è inaccettabile perfino nei bar e nelle peggiori bettole del Paese, figurarsi nelle aule istituzionali come il consiglio comunale di Paceco. Se queste frasi miravano a frenare l'azione di Cristina, Ricciardi sappia comunque che ha sbagliato bersaglio: non è la misoginia urlata che può certamente frenare la sua azione di donna libera”.
Occhipinti, comportamento inaccettabile
Il segretario del PD Antonino Occhipinti si dice sdegnato e ha condannato l’accaduto: “Quanto accaduto in Consiglio Comunale con il consigliere Ricciardi non è solo inaccettabile, è l'ennesima riprova di un comportamento reiterato che avvelena la nostra comunità. Le sue offese non hanno colpito solo le Istituzioni, ma hanno calpestato la dignità di ogni donna, alimentando un clima di disprezzo e discriminazione. Non è un episodio isolato, ma una costante che mina i principi fondamentali su cui dovrebbe fondarsi la nostra vita civile. La politica non può e non deve essere un palco per la volgarità, la discriminazione e un vile populismo che semina odio e confusione. Il consigliere Ricciardi, con il suo agire sconsiderato, non fa che aumentare la tensione e l'intolleranza all'interno della nostra Paceco. Questi comportamenti, tra i tanti, non solo sono indegni di un rappresentante pubblico, ma generano un pericoloso precedente che legittima l'odio e la prevaricazione. Il Partito Democratico condanna con la massima fermezza queste azioni e chiede un intervento immediato e deciso di tutti i rappresentanti politici, sia a livello pacecoto che provinciale. Non possiamo più tollerare che un rappresentante delle istituzioni si faccia portatore di un linguaggio che fomenta la divisione e l’odio”.
Villabuona: basta sorvolare.
La presidente dell’assemblea provinciale del PD, Valentina Villabuona, ha apertamente mostrato vicinanza: “Le frasi sessiste rivolte all’onorevole Ciminnisi sono lo specchio di un disagio profondo che una certa politica ancora prova di fronte alle donne impegnate, competenti e libere. Bene ha fatto l’assessora Marilena Barbara a lasciare l’aula. E bene ha fatto la Presidente del Consiglio Maria Basiricò a prendere provvedimenti, allontanando il consigliere Ricciardi da un luogo che merita rispetto, sobrietà e senso delle istituzioni. Se davvero il suo cruccio è la carenza idrica in Sicilia – come mi dicono – Ricciardi rivolga le sue energie al Presidente Schifani. Gli chieda conto di ciò che (non) si sta facendo per risolvere l’emergenza, piuttosto che ironizzare sul rossetto di una deputata regionale. Andiamo avanti, Cristina, con la schiena dritta e la consapevolezza che la politica è una cosa seria.
E ogni volta che provochiamo reazioni scomposte, significa che stiamo andando nella direzione giusta”.
Miceli(FDI): Ricciardi non è iscritto a FdI, ma urge riflessione.
Il segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Maurizio Miceli, chiarisce che Ricciardi non è iscritto al partito e non ha alcun incarico né a livello locale né provinciale.
Poi precisa: “Non intendiamo sottrarci al dovere di una riflessione politica e culturale più ampia. Le parole rivolte a una donna che riveste un ruolo pubblico non possono e non devono mai scadere nel pregiudizio, nell’allusione o nello sberleffo. Non lo permettiamo agli altri e non lo permetteremmo mai a noi stessi. Esprimiamo dunque solidarietà all’onorevole Ciminnisi, convinti che la battaglia contro ogni forma di sessismo, soprattutto nelle istituzioni, vada combattuta senza ambiguità. Proprio Fratelli d’Italia ha dimostrato nei fatti di non temere la parità di genere e di non aver bisogno di proclamarla: la nostra leader è una donna, prima Presidente del Consiglio dei Ministri nella storia della Repubblica, che subisce quotidianamente attacchi anche violenti, non solo politici, ma spesso personali e pretestuosi. Chi ci accusa di sessismo dovrebbe forse interrogarsi su chi, davvero, è ancora prigioniero di certi pregiudizi. Noi stiamo da un’altra parte. Dove il rispetto per le persone, uomini e donne, viene prima di ogni cosa”.