Ancora una volta, il Consiglio comunale di Trapani si arena sullo scoglio del numero legale. E questa volta, in ballo c’erano 2.800.000 euro di fondi per l’inclusione e la lotta alla povertà, legati alla delibera n. 3032 sul Distretto D50. La seduta del 22 luglio è saltata per l’assenza dei consiglieri di maggioranza. Una fragilità politica che torna a far discutere, con le accuse che rimbalzano tra banchi contrapposti e il futuro dell’amministrazione Tranchida che si fa sempre più incerto.
Dall’opposizione è Tore Fileccia a lanciare il primo attacco:
“Una maggioranza tranchidiana sempre senza numero legale. Sono a rischio 2.800.000 euro per colpa della loro esclusiva fragilità. Dieci liste per eleggere un sindaco che non riesce neppure a garantire il funzionamento dell’aula. Manca solo poco alla mozione di sfiducia… Poi vediamo chi si prenderà la responsabilità di mantenerlo ancora in carica.”
Un’anticipazione netta dei toni che accompagneranno i prossimi mesi: il countdown verso una possibile mozione di sfiducia, già evocata pubblicamente, è iniziato. E intanto, nella sostanza, un finanziamento strategico per le fasce più deboli della città rischia di svanire.
Ma la maggioranza non ci sta e affida a Giovanni Parisi la sua replica, puntando il dito contro l’opposizione:
“Colpa nostra? Sicuramente sì. Ma è anche colpa dell’opposizione che ha fatto cadere il numero legale, pur sapendo dell’importanza della delibera. E in cambio di cosa? Della discussione su una mozione dedicata a Sergio Ramelli, ucciso nel 1975. È questo il bene collettivo?”
Il riferimento è alla cosiddetta “mozione Ramelli”, promossa da alcuni gruppi di centrodestra, che avrebbe dovuto essere discussa nella stessa seduta. Il mancato accordo sull’ordine dei lavori ha di fatto compromesso l’approvazione del provvedimento sul Distretto D50.
Un cortocircuito istituzionale in piena regola, che mette in luce l’instabilità della maggioranza e al tempo stesso il gioco di veti contrapposti dell’opposizione. Il rischio concreto, però, lo pagano i cittadini: “In questo caso – scrive ancora Parisi – i Filistei siamo noi, sono i trapanesi, quelli bisognosi”.
La seduta è stata rinviata, ma il danno d’immagine è fatto. La vicenda riaccende le tensioni a Palazzo Cavarretta e prepara il terreno per i prossimi scontri politici. All’orizzonte, come monito, resta la scadenza evocata da Fileccia: mancano cinque mesi alla mozione di sfiducia.
Qui la seduta.