Trapani Shark, mistero Repesa. Tifosi in ansia: dov'è il coach?
Sono in molti tra i tifosi del Trapani Shark che si chiedono che fine abbia fatto Repesa. È come un desaparecid,o considerato il momento cruciale in cui le squadre risultano impegnate al completamento dei roster.
Il telefono, almeno quello ufficiale, risulta spento, ma sicuramente una linea di collegamento esiste tra Coach e Presidente. Non è dato sapere se la campagna acquisti sia stata avallata dal Croato, ovvero se la società si fosse messa in proprio, tra acquisti e vendite, per chiare esigenze di rispettare un bilancio che si suppone inferiore rispetto al precedente.
Dal momento in cui i cartellini dei giocatori hanno subito una forte impennata ed i budget sono rimasti pressocché identici, un problema tra costi e ricavi si pone per la maggior parte delle Società.
Da questo compound escluderei Milano e Bologna che praticamente fanno storia a sé. Il loro blasone ei loro impegni finanziari debordano spesso dagli stanziamenti che vengono stabiliti alla vigilia. E gli extra-budget, alla fine, rappresentano il naturale sbocco per perseguire obbiettivi prestigiosi sia a livello Nazionale che Europeo.
Il silenzio non fa domande, ma può darci una risposta in tutto. Cerchiamo di interpretare quello di Jasmin Repesa, Il “Buster” come spesso lo definisco per una certa rassomiglianza di carattere con il Keaton, attore e regista americano, che sul set difficilmente gli si strappava un sorriso, ma che fuori dal lavoro aveva un carattere esuberante ed amabile. Conosciamo il suo credo cestistico: “Cerco il più possibili canestri facili, difesa compatta e transizioni veloci, per non dipendere troppo dalle percentuali nel tiro da 3”. E sappiamo quanto micidiale fosse la transizione primaria che dopo due passaggi doveva portare ad un canestro facile. Ma in questa sede vorrei occuparmi dell’altra faccia della luna, quella nascosta ai più ma, che se guardi bene all’interno dei meandri del suo carattere, apparirà come se fosse rischiarata da un gigantesco bengala anche nella notte più scura. Esiste un Repesa che cerca di conciliare il “modus vivendi” slavo con la cultura e la mentalità italiana e considerando che ha allenato più squadre italiane che slave, soffermandosi a lungo sulle migliori piazze ( Milano e Bologna , appunto) non ci resta altro che cercare di interpretarne la mentalità al cospetto di una squadra, con appena un anno di esperienza, che cerca di scrollarsi di dosso un provincialismo che pesa più di una zavorra e che cozza rumorosamente con le mire espansioniste del suo Presidente. Un pragmatismo, in definitiva, quello di Repesa che si scontra con il velleitarismo e l’ambizione sfrenata di una Governance che anziché piantare forte radici su un campionato ai massimi livelli nazionali, non esita a lanciare il guanto di sfida alle più forti. Diciamo che il gioco, anche se a prezzi altissimi e con grande dispendio di capitali, sia parzialmente riuscito. Non è arrivato lo scudetto che rientrava nelle smodate ambizioni padronali, però la corsa alla finale, si è fermata ad un solo step. Quindi onore al merito a giocatori, staff tecnico ed è doveroso affermarlo, anche ad una Governance che è riuscita a mettere tutte le tessere al posto giusto tranne una, quella più costosa in termini d’ingaggio. E sicuramente le prime frizioni tra Il Buster ed il Tycoon sono nate proprio sotto questo aspetto.
Repesa sul piano della costruzione della squadra, lo scorso anno, è arrivato fuori tempo massimo, a giochi fatti, altrimenti difficilmente avrebbe dato l’OK su un giocatore come Pleiss, un atipico di due metri e 18 centimetri che non ama giocare sotto le plance a dare e prendere botte, ma che ama aprirsi il campo per i tiri dalla lunga distanza. Il problema si porrà anche in questa stagione: il Panathinaikos lo ha rispedito al mittente dopo uno scorcio di campionato in cui il tedesco non ha affatto brillato, nonostante le insistenze del coach Ataman di averlo alla sua corte. Il nazionale tedesco è un giocatore su cui è calato un altro silenzio assordante: non si parla affatto né di lui né del faraonico contratto che vanta nei confronti del Trapani. Difficile anche collocarlo a metà prezzo ( 300 mila dollari), considerando che con tale cifra poteva arrivare un campione come Valentine, finito a Venezia, anche se l’offerta di Antonini superava di 50 mila dollari quella dei lagunari. La colpa è naturalmente ricaduta sul Procuratore dell’americano “ reo” di non aver rispettato gli impegni assunti in sede di trattativa. Stesso refrain anche per il procuratore di Totè e Caruso, Comellini, che dopo aver intavolato trattative con gli Shark, ha dirottato i suoi assistiti presso altre latitudini.
Comunque, Il roster del Trapani può definirsi quasi al completo, manca un pivot, considerato che Pleiss può già considerarsi fuori rosa nei piani Repesa. Ma un altro paio di elementi si reputano necessari considerando le fatiche di coppa.
Per rimanere in tema Responsabile Tecnico, la riconferma a Trapani va solo considerata in via ufficiosa e ritengo che anche il Croato abbia un Procuratore riottoso e che alla bisogna possa fungere da capro espiatorio. Qualitativamente, Il solo Ford appare giocatore di prima fascia , gli altri sono stati “ pescati” in campionati non prestigiosi (Olandesi ed Australiani). Se ritenessi, che la costruenda squadra sia più forte alla precedente, dovrei essere considerato il più grande imbecille di questa terra a dispetto dei 35 di esperienza di specializzazione nel racconto del baloncesto. Ma poiché siamo alla frutta in sede di campagna rafforzamenti od indebolimenti, un altro pomo della discordia potrebbe scaturire dalla richiesta, avanzata dal Tecnico, di un volo charter che serva a collegare direttamente Trapani alle trasferte più impervie, considerato che si gioca di giovedì e non si può arrivare stanchi e trafelati all’ impegno di campionato. Richiesta della quale non abbiamo notizie, altro silenzio. Quindi un parziale bilancio va tracciato su quanto emerso e precisamente: silenzio assordante di Repesa, Pleiss probabile pomo della discordia e reiezione sull’ aereo charter, proibitivo per i costi. Se sommati sono 3 indizi. Non so se risultano sufficienti per stabilire una prova , secondo Sherlock Holmes sì, elementare Watson. Dalle parole del tecnico Croato leggo altresì: “La cosa peggiore di un uomo è non avere alternative nella vita”. Che sia prodromico che il FUTURO del Guru Croato abbia un colore diverso dal rosso e che sia un indumento diverso dal cappellino trumpiano caro ad Antonini? E magari una sciarpa azzurra con la dicitura : “ Make Dubrovnik Great Again” ?
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