×
 
 
14/12/2025 16:21:00

Tensione al palasport Antonini tenta di aggredire un tifoso: "Insulti a mia moglie"

Doveva essere una giornata di festa per la vittoria del Trapani Shark contro Udine, l’ennesima di una striscia positiva che sul piano sportivo continua a sorprendere. Invece, il post-gara al Palazzetto di Trapani si è trasformato in un momento di forte tensione, con contestazioni, un acceso diverbio sugli spalti e un episodio che ha visto protagonista il presidente Valerio Antonini.

 

Secondo quanto ricostruito e confermato dallo stesso Antonini in un video diffuso subito dopo la partita, il presidente avrebbe reagito a presunti insulti rivolti alla moglie da parte di un tifoso. Dalle immagini circolate e dalle testimonianze presenti, Antonini si sarebbe avvicinato al settore del pubblico coinvolto nel diverbio, arrivando quasi allo scontro fisico e tentando di scavalcare la balaustra, venendo però fermato in tempo dallo staff e da altri presenti.

 

Nel Palazzetto non sono mancati fischi e contestazioni da parte di una parte della tifoseria, in un clima già reso teso dalle vicende societarie delle ultime settimane.

 

 

Il video di Antonini: “Una giornata rovinata. Mia moglie aggredita verbalmente”

 

Nel video postato sui social, Antonini racconta una versione dei fatti molto dura e carica di emotività:

«Doveva essere una giornata di festa per questa vittoria clamorosa, ma è successo qualcosa di molto spiacevole. Una parte della tifoseria organizzata ha insultato il sottoscritto tutta la partita, ma poco mi importa. Il problema è che hanno aggredito verbalmente mia moglie, con epiteti irripetibili».

Antonini parla di un forte scossone emotivo per la moglie, che – dice – «si sente responsabile di avermi sempre fatto credere che si potesse fare qualcosa di grande in questa città», e aggiunge che quanto accaduto renderebbe ormai «tutto questo impossibile».

Nel suo sfogo, il presidente utilizza toni molto aspri nei confronti degli autori degli insulti, sottolineando una distinzione netta tra le critiche rivolte a lui e quelle che coinvolgono la sua famiglia:

«Finché lo fanno con me, poco mi importa. Sono abituato a gestire l’ignoranza. Ma quando lo si fa con una donna, si supera qualsiasi limite».

Antonini afferma inoltre di aver già denunciato la persona coinvolta, facendo nome e cognome, e di aver disposto di fatto il ban dalle partite del Trapani Shark.

 

“Un clima avvelenato”

 

Nel prosieguo del video, Antonini allarga il discorso al clima cittadino e sportivo:

«È una roba incredibile, che testimonia un clima che qualcuno sta avvelenando in modo incomprensibile. Sono molto scosso. Finché si tratta di attaccare il presidente che ha speso troppi soldi per una città che forse non meritava questo sforzo, capisco il gioco».

Il presidente rivendica i risultati sportivi ottenuti nonostante le difficoltà: le vittorie senza Repesa, l’addio di Allen, gli infortuni, e parla di “pagine storiche irripetibili” scritte dalla squadra. Ma, aggiunge, tutto questo sarebbe accompagnato da «una parte della città che sta cercando di distruggere quanto costruito in tempi record».

«Per tutta la partita mi hanno urlato “pezzo di m…” e altri epiteti. Finché è contro di me, posso anche accettarlo. Ma mia moglie non deve essere avvicinata e insultata. Nessuno si deve permettere quello che è successo oggi», conclude Antonini, invitando «la parte sana della città a isolare chi sta danneggiando l’immagine di Trapani in tutta Italia».

 

Una frattura che si allarga

 

L’episodio di oggi rappresenta un nuovo punto di frizione in una vicenda che da settimane intreccia sport, gestione societaria, politica e comunicazione. Mentre sul parquet il Trapani Shark continua a vincere, fuori dal campo il clima appare sempre più teso, con rapporti ormai deteriorati tra il presidente, una parte della tifoseria e una parte dell’informazione locale.

Resta ora da capire se quanto accaduto avrà conseguenze anche sul piano disciplinare o giudiziario. Di certo, il Palazzetto di Trapani, ancora una volta, diventa lo specchio di una città sportivamente esaltata ma profondamente divisa.