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30/07/2025 06:00:00

Salemi accogliente ‘libera et immunis’ non è mai stata una città razzista e intollerante 

Sgombriamo fin da subito il campo da ogni tentativo di inqualificabili strumentalizzazioni. Salemi non e’ mai stata una citta’ "poco accogliente, razzista e intollerante”. 


 

Una città che dal 262 a. C. può fregiarsi del titolo ‘civitas sine foedere libera et immunis’, se lo fosse, sarebbe una contradictio in adiecto , una eclatante "contraddizione in termini".


 

Se accogliente non fosse stata, ad esempio, mai avrebbe eletto alla prima carica cittadina due “stranieri”. 

La prima volta, il marsalese Vero Felice Monti per ben due legislature e la seconda volta il ferrarese Vittorio Sgarbi. 


 

Stessa cosa, paradossalmente, anche nel mondo della criminalità. 


 

Come in quel maggio del 1949, quando fu concesso un “lasciapassare” al bandito Salvatore Giuliano il quale, per concedere in sicurezza un’intervista e farsi filmare da un notissimo fotoreporter di un grande giornale, aveva scelto proprio una località del salemitano mentre, assieme al cugino Pisciotta, stacca limoni da un albero e consuma in una stalla un frugale pasto a base di pane, frutta e vino. Il tutto, sotto l’ombra “accogliente” del Castello.


 

E poi, non si e’ sempre detto e scritto che Salemi, nel corso dei secoli, e’ stata il crocevia dell’incontro e della contaminazione tra popoli, culture e religioni diverse? 

Tutta retorica? Solo in parte.

Nell’ultimo periodo, e’ vero, a Salemi si sono verificati alcuni fenomeni che stranamente hanno cominciato a verificarsi a partire dall’estate dello scorso anno. 

Che ci fosse una novità fu TP24 a rilevarlo (leggere qui https://www.tp24.it/2024/06/14/cronaca/salemi-il-sanitario-andrea-angelo-accoltellato-in-piazza-liberta/205148)


 

Ma da qui a dire che a Salemi c'è una emergenza di ordine pubblico, ci sembra davvero una gonfiatura di un fenomeno che semmai e’ di ordine comportamentale.


 

Potremmo sbagliarci, ma alcuni episodi sono stati enfatizzati sui social per il semplice fatto che i protagonisti sono stati giovani africani, spregiativamente chiamati “nivuri”, come 50 anni fa definivano i siciliani emigrati nelle regioni del nord (“non si affitta a meridionali”, ricordate?).


 

Fermo restando che la mancata osservanza delle buone norme di convivenza civile sono da condannare in ogni caso, l’urina ha lo stesso colore e lo stesso odore, sia che sia un bianco o un nero a farla ai quattro canti. Farla per strada e’ reato, sia che sia un bianco o un nero a farla. Chiaro?


 

Guidare senza patente e’ reato, circolare in monopattino fuori dai centri abitati e’ vietato, defecare in un ascensore in disuso oltre che indecente e antigienico e’ reato. Vale per tutti. 


 

E’ bene dirlo a chiare lettere, certo frainteso buonismo non giova a nessuno, ma alimenta soprattutto i sempre latenti istinti primordiali, i quali, a dispetto degli oltre duemila anni di cristianesimo, sono sempre pronti a far vedere nel “diverso” il nemico su cui scaricare le proprie frustrazioni, le proprie fragilità. 


 

E siccome si tratta di elementari norme di civiltà disattese, non ci sembra che il problema si affronti e si risolva con operazioni “manu militari”. E Nemmeno con la costituzione di comitati civici, che al di là delle intenzioni di chi li crea, sono sempre potenzialmente portatori di intolleranza e di odio, anche se viene enunciato di essere lontani da questo obiettivo.


 


 

Vorremmo ricordare che nel passato la città di Salemi non era affatto, tutto rose e fiori e men che mai un esempio di ordine, come qualcuno improvvidamente intende sostenere. 


 

Episodi simili a quelli accaduti in questi mesi si verificavano con una certa periodicità anche nel periodo “aureo” , e con l’aggravante che allora non c’erano africani per le strade.


 

Chi si rendeva protagonista di fatti delittuosi in quel periodo erano rigorosamente del luogo e se avevano la pelle scura era solo perché erano siciliani. Del resto, i lombardo-veneti, quando li vedevano girare per le loro città non li chiamavano “africa”


 

Questi signori, dai salemitani venivano chiamati col gastronomico nome di “arancini”. Senza nessun riferimento alla gustosa palla di riso, però. 


 

Il loro modello non era certo quello delle persone laboriose ed oneste. Coltivavano il sogno di far parte di un mondo altro, che non gli apparteneva né per temperamento né per lignaggio, al massimo qualcuno sarebbe diventato trafficante di alto rango, ma tutti con il destino segnato. 


 

Secondo la leggenda, il soprannome di “arancino” venne loro affibbiato dal proprietario di un bar, uno dei piu’ frequentati. Quando invadevano il suo locale e cominciavano ad andare su di giri, il povero barista tentava di mandarli via urlando: “siti arancini”. ”Avrebbe dovuto dire: “siti malandrini”, ma per una dislalia di cui era affetto non riusciva a dirlo correttamente. E fu cosi che da allora, per i salemitani “arancini” divenne sinonimo di delinquenti.


 

Ne stiamo parlando perché questo fenomeno (i motivi per il quale venne tollerato, possiamo solo supporlo) ha impedito per lungo tempo la presenza a Salemi di un ristorante o una pizzeria. Quei pochi locali che aprivano erano destinati a chiudere quasi subito, a causa della invadente presenza di queste personaggi. Le famiglie e le persone “normali” andavano nei comuni vicini. Salemi era l’unico comune del comprensorio ad esserne privo. 


 

Ma era anche il periodo delle rapine. Di mira vennero prese tante ville delle zone di villeggiatura. Per lo piu’, appartenenti alle famiglie più agiate, spesso di proprietà di professionisti abbastanza noti. 


 

Le cronache raccontano anche di numerosi scippi di collane, borse, orologi tutti effettuati lungo le vie del centro, quando ancora nessuno sapeva dell’esistenza di regioni come la Nigeria, il Gambia o il Senegal. 


 

Cominciò a circolare la voce che non c’era piu’ rispetto. 


 

Piu’ recentemente, non era raro vedere bottiglie vuote di birra sorvolare i tetti sotto il Castello e frantumarsi persino nella Piazza Libertà. Come anche non è stato raro intravedere passando in auto giovani rampolli della media borghesia fare la pipi all’angolo dell’ex cinema.


 

Chi evoca, quindi, un passato di Salemi paradisiaco e ordinato come una caserma, o non sa di cosa parla o ha scarsa memoria.


 

E’ preferibile quindi, se c’e’ un problema serio di ordine pubblico, affidarsi alle Istituzioni, alle forze dell’ordine, alla magistratura. Da loro ci dobbiamo aspettare la soluzione del problema, sempre se c’e’. Occupare la piazza principale del paese con postazioni militari non ci sembra la via razionale da seguire. Se c’e’ un problema vero di ordine pubblico si facciano le indagini necessarie e si puniscano i responsabili. 


 

Diversamente, e’ un’intera comunità ad essere punita.


 

Intanto, c’e’ da accertare se la presenza di queste persone viene ritenuta anomale, occorrerebbe rispondere ad alcune domande. Chi sono queste persone? Da dove vengono? Perché sono qui? Cercano lavoro? Sono ospiti dei centri di accoglienza? Sono strumenti inconsapevoli di chi gestisce traffici illeciti?


 

Quando, infine, leggiamo il resoconto ufficiale di certe operazioni “mirati al presidio del territorio e alla prevenzione di reati che hanno posto particolare attenzione al fenomeno dell’immigrazione” si apprende che “nel corso dei servizi sono stati svolti 12 posti di controllo, sono state identificate circa 50 persone, di cui 14 extracomunitarie, tutte regolari sul territorio italiano. Inoltre, sono stati controllati una ventina di veicoli.
Ulteriori controlli saranno effettuati per l’intera stagione estiva al fine di incrementare la presenza sul territorio delle Forze di polizia e contrastare i fenomeni di illegalità.”, ci chiediamo se non sia stato fatto tanto rumore per nulla. 


 

Franco Ciro Lo Re 



Cronaca | 2025-09-22 12:09:00
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