Rete ospedaliera, ecco la seconda bozza. Cambia poco, meno posti a Trapani
La Conferenza permanente per la programmazione sanitaria ha espresso, a maggioranza, parere favorevole sulla proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera. A fronte delle osservazioni avanzate dall’Anci sulla necessità di una maggiore integrazione con il territorio, l’assessore Daniela Faraoni ha assicurato che proprio le strutture intermedie avranno un ruolo di primo piano.
Le parole dell’assessora Daniela Faraoni presiede la Conferenza e ha espresso la volontà di valorizzare ancora di più il ruolo dell’organismo collegiale nell’ambito della programmazione sanitaria: “Nel corso dell’articolato incontro ho ribadito che, come governo Schifani, porteremo ancora avanti quel percorso, già avviato, che si fonda su un sempre più stretto collegamento tra la rete ospedaliera e il territorio. Strutture come le case di comunità possono infatti facilitare, nel perimetro delle funzioni per le quali sono state pensate, l’accesso alle cure e, allo stesso tempo, ottimizzare le attività dei pronto soccorso evitando il ricorso a questi presidi quando è possibile soddisfare i bisogni a livello territoriale”.
La seconda bozza Il 23 luglio è stata consegnata la seconda bozza di rete ospedaliera, restano inalterati i posti letto previsti nelle 9 ASP, che sono sono 6.901. Cambia però la distribuzione: 6.174 di Degenza Ordinaria e 727 Day Hospital. Mentre nella precedente bozza erano 6.152 Degenza Ordinaria e 750 Day Hospital.
ASP Trapani Previsti in totale 934 (795 di Degenza Ordinaria e 139 Day Hospital); i posti letto nella prima bozza di revisione erano 926 (835 DO e 91 DH), nella seconda bozza 906 (811 DO e 95 DH).
ANCI Sicilia: necessaria revisione rete ospedaliera L’Associazione dei Comuni ha evidenziato come la nuova proposta di revisione della rete ospedaliera siciliana presenti un grave limite: l’assenza di un reale collegamento con le strutture e i servizi della sanità territoriale, che il decreto ministeriale 77/2022 individua come elemento essenziale per garantire prossimità, continuità delle cure e appropriatezza dell’assistenza. Una revisione della rete ospedaliera che non tenga conto dell’integrazione con Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali, Ospedali di Comunità e servizi domiciliari rischia di risultare parziale e inefficace, soprattutto in un contesto regionale caratterizzato da invecchiamento della popolazione e dalla diffusione delle patologie croniche. Anci Sicilia evidenzia ancora altre criticità: “A ciò si aggiunge un metodo di lavoro che non ha garantito un reale coinvolgimento dei sindaci, figure riconosciute dall’ordinamento come autorità sanitarie locali. I momenti di confronto convocati su base provinciale, infatti, si sono limitati a una condivisione formale e non hanno offerto tempi e strumenti adeguati a consentire un contributo effettivo delle autonomie locali. L’impostazione seguita dall’Assessorato regionale alla Salute, pur tecnicamente dettagliata sul piano ospedaliero, non contempla alcuna reale integrazione con la rete territoriale né con la programmazione sociosanitaria, mancando totalmente una visione d’insieme che tenga conto del sistema sanitario nella sua interezza – ospedale, territorio e servizi sociali. Non si fa alcun cenno, ad esempio, all’interconnessione tra ospedali e strutture territoriali, né si delineano modalità operative di collaborazione tra ASP, Comuni e distretti sociosanitari. Inoltre, non vengono presentati dati di outcome fondamentali, come quelli clinici, relativi alla qualità percepita o ai livelli di soddisfazione dell’utenza, che oggi rappresentano indicatori imprescindibili per una valutazione realistica dei servizi”. Dunque la necessità di una pianificazione unitaria che integri realmente sanità ospedaliera e territoriale, in linea con i principi sanciti dal DM 77/2022 e coerente con gli indirizzi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Solo un approccio integrato potrà garantire una risposta efficace ai bisogni di salute delle comunità, superando la logica della frammentazione e valorizzando il ruolo strategico degli enti locali. Centrale rimane, dal punto di vista dei Comuni, il tema di una effettiva integrazione sociosanitaria, che si manifesta con particolare urgenza in ambiti delicatissimi come quello dell’assistenza ai disabili psichici nelle comunità, dove è evidente il bisogno di modelli di presa in carico condivisi tra sistema sanitario e servizi sociali comunali.
Taormina, resta attiva la cardiochirurgia pediatrica. Il Centro di cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale San Vincenzo di Taormina, gestito in convenzione con l’Irccs Bambino Gesù di Roma, rimarrà operativo. C’è una proroga fino al 31dicembre 2025 grazie all’impegno assunto dall’assessore Faraoni di trasmettere a breve la proposta della nuova rete ospedaliera, che dovrà prevedere contenere la integrazione delle attività del Centro di Taormina con il reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale Papardo di Messina.
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