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01/08/2025 06:00:00

Ospedale di Castelvetrano. La “manina politica” e i sindaci pronti alla protesta

 Una stanchezza palpabile, intrisa di disillusione e pessimismo. E’ ciò che emerge dalla sala consiliare del comune di Castelvetrano, luogo della conferenza stampa dove ieri è stato presentato il documento di richiesta congiunta da parte dei sindaci della valle del Belice per il mantenimento e potenziamento degli ospedali di Castelvetrano e Mazara del Vallo. L’idea di andare oltre il “campanile”, attraverso il coinvolgimento del presidio ospedaliero di Mazara è stato però smorzato dal fatto che all’ultimo momento il comune mazarese si sarebbe tirato indietro.

 

I rappresentanti dei comuni di Campobello di Mazara, Partanna, Gibellina, Poggioreale, Salaparuta, Santa Ninfa, Vita, si sono mostrati preoccupati della sordità della Regione Siciliana e della probabile inefficacia delle “letterine” (come qualcuno ha definito il documento), contro la riorganizzazione della rete ospedaliera in provincia di Trapani, considerata priva di logica e finalizzata al progressivo depotenziamento dell’ospedale di Castelvetrano.

“Una violenza inaudita sul diritto alla salute - ha sottolineato la consigliera Rosy Milazzo - in un territorio che conta oltre 100.000 abitanti”.

“Mi piacerebbe sapere quali siano i criteri utilizzati per determinare chiusure, aperture, spostamenti... ha detto il sindaco di Partanna Francesco Li Vigni - Ma questo campanilismo è autolesionista, perché di fatto diventa una battaglia tra poveri”, suggerendo un’azione da parte dell’intero territorio siciliano.

 

“Nessuno di noi è stato capace di difendere le sorti di quest’ospedale – ha ricordato invece il sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione - Non possiamo continuare ad avere un atteggiamento remissivo. La richiesta scritta rischia di essere carta straccia. Bisogna andare oltre, alzando la voce e facendo in modo che chi ha responsabilità decisionali ci ascolti”.

“Dobbiamo scendere tutti a Palermo con la fascia tricolore”,  ha proposto il primo cittadino di Santa Ninfa, Carlo Ferreri, al quale si è subito unito il sindaco di Salaparuta, Michele Saitta: “Visto che la deputazione regionale è latitante, facciamo le battaglie che è giusto fare, nell’interesse dei nostri cittadini”.

 

Insomma, il pessimismo sul buon esito del documento condiviso, inviato alla Conferenza dei Sindaci, al presidente della Regione Siciliana, all’assessore regionale alla Salute, alla Commissione Sanità e al commissario dell’Asp di Trapani, ha portato a riconsiderare il ritorno alla protesta. È  come se ci fosse la consapevolezza che le interlocuzioni politiche siano destinate a fallire.

 

A centrare il punto è invece il presidente del consiglio comunale di Vita, Diego Genua: “Noi qui stamattina avremmo dovuto incontrare i rappresentanti regionali del territorio, da Mimmo Turano a Stefano Pellegrino e altri – ha affermato - È con loro che bisognerebbe parlare per capire cosa vogliono fare dell’ospedale di Castelvetrano”.

Anche perché, ha spiegato che “la manina non è tecnica, ma politica”: a Palermo arrivano le indicazioni di chi rappresenta i territori. E ha tracciato l’inquietante parallelismo del comune di Salemi, un tempo “fiore all’occhiello” con un’ortopedia rinomata, diventato una specie di ambulatorio con la lungodegenza “perché nessuno del territorio è stato ascoltato”.

 

Tra lo sparuto pubblico (meno di dieci persone, se escludiamo sindaci, consiglieri, assessori e giornalisti) c’è anche l’avvocato Franco Messina, principale anima del comitato Orgoglio Castelvetranese, che è intervenuto ringraziando tutti i sindaci per la loro partecipazione, definendola “un secondo giro di boa”. Ha poi sottolineato che le iniziative precedenti mancavano di uno “spunto concreto”, che ora sembra emergere: “la necessità che ogni sindaco indossi la fascia e, insieme agli altri, sia disposto a scendere in protesta per far rispettare il diritto alla salute di un’intera comunità, mortificata da troppi anni”. Ha infine citato l’esempio di Leonforte, dove i sindaci dell’ennese, indossando la fascia tricolore, “hanno buttato giù la porta dell’assessorato e si sono fatti ascoltare”.

Certo, potrebbe essere il primo passo verso un’inversione di rotta. Dipende se davvero si potrà arrivare ad una protesta condivisa. Qualche sindaco potrebbe smarcarsi, proprio come ha fatto il comune di Mazara del Vallo con la sottoscrizione di questo documento.

 

In ogni caso, l’impressione è che i motivi politici non c’entrino nulla. Questa riorganizzazione aziendale sembra legata soltanto a dinamiche puramente elettorali. Voti.

Voti che servono ad eleggere deputati regionali. Voti che servono ad eleggere (o rieleggere) i sindaci. E, doveroso ricordarlo, voti che nel recente passato sono serviti anche per ottenere un’invalidità.

 

Egidio Morici