Poche, semplici, elementari regole per chi in politica vuole fare il leader e ci vuole stare. Nessuna lezione ma semplicemente, e molto banalmente, è una questione di rispetto dei ruoli. Ancora più ordinariamente si chiama educazione.
Quando nasce un movimento civico che dice di voler esserci e determinare le sorti politiche di una città, e di una provincia, la stampa ne dà notizia. Così come se dei consiglieri aderiscono, formano un gruppo, quella è notizia. Dire, che è la pura verità, che ci sono stati dei cambi di partito in corsa, dal 2023 ad oggi, è la fotografia reale di quello che è accaduto a Palazzo Cavaretta, a Trapani.
Invece la stampa viene continuamente attaccata perché non può scrivere di Valerio Antonini, se non lanciando fiori, baci, cuore e amore.
Sommessamente la notizia è proprio l’imprenditore che vuole fare politica, se la farà bene o male lo scopriremo. E’ lui il personaggio e non i personaggetti che gli gravitano attorno. Non sono loro i big, stiano pure seduti. Nessuno si accorge della loro presenza. Se ne facciano una buona ragione loro, che ancora non hanno capito nulla: esistono perché esiste Antonini, poi l’oblio. Se domani l’imprenditore, iper sensibile alle critiche, dovesse decidere di lasciare il progetto politico si assisterebbe ad un altro cambio di partito o movimento. Cambiare pelle per non morire.
E quindi sollevare dubbi o punti di riflessione, che è sintomo di intelligenza, è il lavoro che proprio la stampa deve fare, non è quello di passare le veline che pensano di piazzare.
Dunque, non si offenda Antonini, ma non c’è nessun attacco ai suoi nuovi ingressi “politici”, molto più interessanti sono quelli sportivi(loro, gli atleti, almeno sanno cosa è il sacrificio vero di una competizione).
Il cortocircuito
Però adesso qui c’è un problema che non è più politico, che non attiene nemmeno al normale esercizio di critica. Siamo in presenza di un movimento che nasce e che tra gli obiettivi ha quello di scaraventarsi contro la stampa. In uno dei suoi ultimi post il presidente di Sportinvest scrive, a seguito della notizia data di un ennesimo cambio di partito di un tale consigliere: “Ecco allora scattare la strategia del terrore: se non puoi fermare Antonini, almeno intimidisci chi lo segue…il messaggio chiaro a tutti gli altri: “Se osate aderire a FUTURO, vi distruggeremo mediaticamente”. È la solita tattica applicata all’informazione locale: intimidire per controllare. Il problema di questi “giornalai” da quattro soldi è il fatto che Antonini stia mettendo a nudo il loro sistema marcio fatto di favori, silenzi interessati e informazione pilotata. Per anni hanno prosperato nell’ombra, decidendo loro cosa doveva essere raccontato e cosa doveva essere nascosto. Ora qualcuno ha acceso i riflettori, e loro si dimenano come insetti colpiti dalla luce. La verità fa male, specialmente a chi ha costruito la propria rendita di posizione sulle bugie e sui sotterfugi. Con il mio metodo di comunicazione trasparente rappresento una minaccia esistenziale per questi parassiti dell’informazione locale che, senza la tessera professionale e senza credibilità, continuano imperterriti a pontificare e giudicare”.
Le parole sono chiare, come il metodo che utilizzano: intimorire la stampa, etichettandoli e infangandoli. Però adesso non è più un imprenditore che lo fa, è un movimento politico. Più che un movimento civico è un movimento delirante di battaglia contro chiunque osi dire un pensiero diverso. Anzi, osi pensare. E chi crede di zittire i giornalisti prima o poi dovrà fare i conti con la legge.
Clima di intimidazione
Adesso è tempo che anche altri palazzi vaglino video e dirette varie pubblicate sui social, che tutto sono tranne che politica, che sistematicamente screditano l’operato di giornalisti, minando la libertà di stampa, insinuando, con l’obiettivo di scoraggiare analisi, inchiesta e critica. Questa costante delegittimazione è un attacco ai cittadini, che si trovano smarriti. I toni sono sempre sprezzanti e violenti. Ogni giorno la stampa viene dipinta come "nemica", come affarista, c’è il rischio davvero concreto di scivolare in dinamiche autoritarie. Perché, viva Iddio, quella tollerata non può essere solo l’informazione allineata.
Tutto questo a Trapani accade con la complicità di tutti i partiti, destra e sinistra, di tutti i segretari e presidenti di partito, che mai hanno speso una sola parola a tutela della libertà di stampa, ma che della stampa hanno bisogno per divulgare ciò che fanno, quando fanno. Sono i coraggiosi dell’ultimo tempio, quelli che pensano di avere un ruolo ma che in realtà sono, pure loro, personaggi in cerca di autore.
E come sommessamente ricordato: i politici passano tutti, chi prima chi dopo. La stampa resta.