Dopo il primo caso in Sicilia, cresce l’attenzione sul virus trasmesso dalle zanzare. L’Asp di Trapani potenzia i controlli su animali e territorio. In Italia già 10 morti e 89 contagi confermati nel 2025. C'è da avere paura?
In provincia di Trapani: più controlli sugli animali e sul territorio
L’Asp Trapani ha rafforzato le misure preventive e di sorveglianza contro il virus West Nile, dopo che in Sicilia è stato individuato il primo caso umano del 2025. Il virus, trasmesso dalle zanzare del genere Culex (come la comune zanzara notturna), può infettare cavalli, uccelli e, in rari casi, anche le persone, ma non si trasmette da uomo a uomo.
“Nessun allarme nella nostra provincia – spiega Roberto Messineo, direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria – ma serve un approccio preventivo multidisciplinare che coinvolga medici, veterinari, biologi ed entomologi”.
I veterinari stanno controllando gli allevamenti, monitorando gli equidi e raccogliendo zanzare tramite trappole dislocate in tutta la provincia, da analizzare poi all’Istituto Zooprofilattico di Palermo. Viene inoltre attuata una sorveglianza sugli uccelli selvatici e, sul fronte umano, l’Unità Epidemiologica è pronta a intervenire per eventuali casi sospetti.
L’Asp invita la cittadinanza a proteggersi con repellenti, zanzariere e bonifiche ambientali. Sul sito asptrapani.it è disponibile un opuscolo informativo rivolto soprattutto agli operatori del settore zootecnico. Le infezioni da West Nile sono spesso asintomatiche, e solo l’1-2% richiede il ricovero ospedaliero, secondo la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva.
Il primo caso in Sicilia: un uomo ricoverato a Catania
Il virus in Sicilia è stato confermato per la prima volta nel 2025 su un paziente ricoverato all’ospedale Cannizzaro di Catania. Si tratta di un uomo di 74 anni, proveniente da Caserta, che si trovava in vacanza in Sicilia. Dopo aver accusato diplopia e febbre molto alta (41,5°C), è stato ricoverato in rianimazione. Il paziente è immunodepresso e viene trattato con supporto respiratorio: non esistono cure specifiche per la West Nile, solo terapie di supporto.
Dieci morti in Italia dall’inizio dell’anno
Secondo i dati aggiornati dell’Istituto Superiore di Sanità, al 30 luglio sono 89 i casi confermati di infezione da West Nile in Italia nel 2025, con 10 decessi, di cui 4 nel Lazio. L’ultima vittima è una donna di 93 anni morta all’Istituto Spallanzani di Roma. I contagi sono in aumento rispetto all’anno scorso, quando si registrarono 484 casi e 36 decessi.
La crescita è legata anche alla diffusione delle zanzare invasive, favorita dai cambiamenti climatici. Per questo il Centro nazionale sangue ha già attivato limitazioni temporanee per la donazione del sangue da parte di chi ha soggiornato nelle province considerate a rischio.
Il precedente a Marsala nel 2022
La provincia di Trapani ha già conosciuto le conseguenze gravi del virus. Nel 2022, l’artista palermitano Momò Calascibetta, che viveva a Marsala, è morto a 73 anni dopo essere stato contagiato. Ricoverato a Trapani, non ce l’aveva fatta. Calascibetta era noto per la sua arte contemporanea provocatoria e tagliente, apprezzata anche a Milano dal critico Philippe Daverio.