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05/08/2025 06:00:00

Leonardo Curatolo: "Marsala ha bisogno di concretezza, non di promesse vuote"

Leonardo Curatolo, lei è marsalese, fa l’imprenditore e ha deciso di rientrare in città perché vuole provare a fare il sindaco? Ma chi glielo fa fare?

 

Guardi, non ho mai creduto che lamentarsi al bar risolva qualcosa. Se uno ha competenze, visione e passione, è doveroso metterle a disposizione della comunità. Non ho ancora deciso se sarò candidato sindaco, ma non ho dubbi su una cosa: io ci sarò. Perché Marsala non ha bisogno solo di un nome in lista, ma di un impegno serio, continuo, che vada oltre il momento elettorale. Io sono tornato per fare la mia parte, con spirito di servizio e concretezza.

 

 Di lei si parla in vari ambienti politici. Partiamo dagli accordi e alleanze che sono necessarie per dare slancio alla candidatura. Con chi dialoga? Destra, sinistra, forze civiche?

 

Il dialogo c’è, e c’è con chi ha a cuore il futuro di Marsala. Ma non si tratta solo di “con chi”: conta perché si dialoga. Il mio perimetro valoriale è chiaro, ed è quello del centrodestra, nella sua componente più responsabile, moderna e radicata nei territori. Detto questo, ascolto anche le energie civiche, associative, professionali: chiunque abbia competenza e amore per la città è un interlocutore possibile. Le alleanze non devono servire a distribuire incarichi, ma a costruire visione.

 

Lo spaccato marsalese è un po’ difficile da comprendere: cittadini poco interessati alle dinamiche politiche, disillusi, ma con grandi aspettative. Li ha incontrati? È una narrazione da capovolgere per trovare consenso?

 

Sì, li incontro ogni giorno. E posso dirlo con chiarezza: i cittadini non sono disinteressati, sono stanchi. Stanchi di promesse senza conseguenze, di campagne elettorali vuote, di scelte calate dall’alto. Ma non sono rassegnati. Hanno fame di credibilità, di risposte semplici a problemi concreti. Non serve capovolgere la narrazione: serve riconoscere la distanza che si è creata e ricostruire fiducia, a partire dall’ascolto. E poi, passo dopo passo, mantenere gli impegni.

 

Sta lavorando alle liste? Intanto ci sono dei nomi già in campo, seppure manchi l’ufficialità. Nicola Fici, Andreana Patti, e poi c’è l’uscente Massimo Grillo. Lei è pronto con una bozza di programma e con una visione per la città?

 

Non sono interessato a mettere in piedi una lista qualunque, tanto per esserci. Sto lavorando — questo sì — a costruire una squadra di persone libere, serie, competenti. Niente figurine, niente sigle senz’anima. Il programma è in cantiere, e non è un documento elettorale: è un piano di lavoro, che stiamo scrivendo insieme a chi conosce davvero Marsala. Il punto di partenza è uno: concretezza. Marsala ha bisogno di una visione, ma anche di soluzioni. Di futuro, ma anche di presente.

 

Lei è rientrato dopo parecchi anni, quindi ha pure l’occhio dello “straniero”. Come ha trovato Marsala? Un giudizio sull’amministrazione Grillo?

 

Con gli occhi di chi torna, si vedono meglio le cose che, a forza di viverle, diventano invisibili. Marsala è una città viva ma affaticata, bella ma trascurata. Non è solo una questione di questa amministrazione, ma di un ciclo politico che sembra essersi esaurito. Non serve sparare giudizi: l’amministrazione Grillo ha fatto quello che ha potuto, ma oggi serve uno scatto in avanti. Più efficienza, più coraggio, più concretezza. La città non può permettersi un altro giro a vuoto.

 

Siamo già nel 2026. Lei è sindaco della città. Tre punti dai quali partirebbe subito?

 

Primo: decoro urbano e pulizia. La città dev’essere curata e rispettata ogni giorno, non solo a ridosso delle elezioni. Secondo: sburocratizzazione. Chi vuole lavorare, investire o fare impresa a Marsala deve essere messo nelle condizioni di farlo, senza ostacoli inutili. Terzo: porto turistico. È una delle grandi occasioni perse della città, e va finalmente sbloccato. Non è solo un’infrastruttura: è un volano di sviluppo per il turismo, il commercio, la nautica, l’accoglienza. Se vogliamo che Marsala guardi davvero al Mediterraneo, dobbiamo partire da lì.