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22/08/2025 06:00:00

Intervista a Totò Cuffaro: "Noi leali a Schifani. Ma i partiti sono in crisi"

Totò Cuffaro, presidente della DC, la politica siciliana fa fatica a trovare la bussola. Crisi di leadership o la fine dei partiti con sempre meno classe dirigente credibile?

La politica è figlia della società e la società è figlia del tempo che vive. In Sicilia, come in ogni altra parte d’Italia, ci sono difficoltà. Il presidente della Regione, Renato Schifani, sta facendo il massimo per tenere la bussola della politica in ordine ma c’è una crisi della politica in genere. E siccome la politica la fanno i partiti, credo che ancora oggi siano gli strumenti migliori per selezionare la classe dirigente e rappresentare le istanze degli elettori dentro le Istituzioni, è chiaro che quando i partiti sono in crisi e non funzionano c’è una crisi complessiva. Questo significa che bisogna intensificare forza e impegno per superare i momenti di crisi e per costruire una classe dirigente nuova, come sta facendo la Democrazia Cristiana. Noi siamo l’unico partito che sta dando grande spazio ai giovani, grandissimo spazio alle donne e che si sta impegnando davvero per costruire una nuova classe dirigente.

La manovra ter appena approvata ha, inevitabilmente, aperto all’ennesimo scontro in maggioranza. I franchi tiratori sono il vero problema di una coalizione che non c’è. Quali ragioni vengono meno oggi nello stare insieme?


Se la politica è in crisi, se i partiti funzionano male anche i gruppi parlamentari che sono espressione dei partiti funzionano male. Ci sono parlamentari regionali, componenti dei gruppi, che dentro al Parlamento ritengono di fare le loro scelte in grande autonomia, non guardando all’interesse complessivo e obiettivo del bene pubblico e nemmeno rispettando le regole del partito, ma guardando solo ai loro interessi elettorali. Non capisco quale interesse possa esserci nel bocciare una legge sull’editoria, che è fonte principale dell’informazione, quando viene bocciata con il voto segreto mi preoccupo moltissimo. Non capisco quale interesse possa esserci nel bloccare i soldi che vengono messi in agricoltura per finanziare i laghetti collinari, in un momento difficile per l’agricolture nel recupero delle risorse idriche. Soldi, tra l’altro, che andavano messi a bando quindi non c’era alcun interesse di bottega o clientelare, come qualcuno ha voluto far capire. Non si capisce quale interesse possano avere i partiti importanti, parlo anche del PD, nel lavorare perché non vengano approvate le leggi sulla stabilizzazione dei lavoratori forestali. Questo è un vero problema, vengono meno non solo le ragioni dello stare insieme ma vengono meno soprattutto le responsabilità della politica, e quando queste responsabilità attengono a partiti storici è un sancire la crisi politica e pure istituzionale.

Ha sempre ribadito lealtà al presidente Schifani e rinnovato appoggio nel 2027, in quale direzione viaggia la DC, su quali riforme spinge?


Ribadiamo con determinazione la nostra lealtà alla coalizione e soprattutto il nostro impegno coerente nel tenere con forza la linea politica del presidente della Regione, Schifani. Vogliamo rivederlo presidente ancora una volta nel 2027, per poter completare i lavori che ha iniziato. La DC entro fine legislatura vorrebbe che si concludesse la legge sui Consorzi di bonifica, che venisse approvata, è una legge indispensabile per le condizioni della nostra agricoltura e per il personale. Vorremmo come DC che vengano portati a compimento i termovalorizzatori, come ben sta facendo il governatore, così che si possa correttamente, con capacità utile all’ambiente, poter elaborare il ciclo dei rifiuti, quindi aiutare i Comuni nell’ evitare di fargli pagare risorse incredibili per conferire i rifiuti nelle discariche. Vorremmo che fosse approvata la legge del ripristino delle Province, perché si possa tornare ad un voto democratico, che consenta ai cittadini di eleggere il consiglio provinciale e il loro presidente.

Il giorno di Ferragosto ha scritto una lettera a Gianni Alemanno, lei ha toccato dei punti cruciali del sistema carcerario, dove si sconta la pena senza tenere conto dell’umanità che lì dentro è finita per essere condannata in ogni forma di rivalsa e di speranza. Un detenuto abbandonato è il fallimento dello Stato, che non recupera più i suoi figli. Cuffaro, lei ha toccato con cuore vivo e con occhi affannati quella realtà. E’ tempo di un forte richiamo alla politica, c’è una proposta sua? Una visione pragmatica che faccia del carcerato una persona nuova, senza privarlo di dignità?


Il tema delle carceri è il tema che la politica ha il dovere di affrontare, lì dentro ci sono persone con le loro storie, la loro dignità che va mantenuta. Molti di loro hanno voglia di essere risocializzati per tornare in famiglia e in società. Fino a quando la società, la politica e le Istituzioni non si renderanno conto che le carceri non sono storie di corpi ma sono storie di anime, che non sono persone rinchiuse delle quali bisogna dimenticarsi ma hanno un pensiero e una storia che va rispettata, non ci sarà cambiamento. Fino a quando non si capirà questo sarà difficile che la politica e le Istituzioni possano lavorare per umanizzare le carceri. Credo che una società e un Paese libero abbia il dovere di far scontare una pena, come prevede la Costituzione, nello spirito di una rieducazione e risocializzazione. È questo importante. Io posso dire di aver vissuto in carcere una solidarietà e una umanità straordinaria, che non chiede e non pretende ma che ti viene data.
Allora, se anche voi giornalisti e io ci attiveremo per sensibilizzare l’opinione pubblica e far capire che i detenuti vanno rispettati, mentre scontano la loro pena, se questo lo faremo in tanti cambierà l’idea del carcere per la società e quindi anche per la politica. Qualche giorno prima di uscire dal carcere un detenuto, che aveva vissuto con me 5 anni e che avevo convinto a studiare, a modo suo ha ritrovato il senso di essere padre. Incontrava i figli e la moglie dicendo che poteva iscriversi alla prima media perché aveva superato un esame. Un detenuto che ha 4 ergastoli, che non uscirà mai dal carcere, prima che io uscissi mi ha detto: “Caro amico mio, capirai il senso vero della tua vita quando saprai dare un senso anche a questi 5 anni di carcere”. Mi ha detto una cosa molto vera, detto da chi non uscirà mai da lì ha un significato profondo. Il senso di quelle parole credo che debba imprimersi nelle nostre teste: diamo un senso ad ogni giorno di carcere per ogni detenuto.

E’ vecchia storia quella tra lei e Raffaele Lombardo, ma chi l’ha detto che si deve andare sempre d’accordo? Senza ipocrisia, il flirtare tra opposizione e maggioranza, grazie al voto segreto, è un modo per affossare questa coalizione e fare il braccio di ferro?


Se c’è una cosa che tutti mi riconoscono è che io non sia litigioso, non litigo con le opposizioni anzi le rispetto. Dico però quello che penso. E ho detto quel che penso anche a Lombardo: se l’MPA non vota le leggi e fanno i franchi tiratori ho il dovere di dirlo. Se non capisco perché votano contro nel segreto del voto lo dico, non ho doti divinatorie ma si sa che non hanno votato. Poi magari io so pure quali sono le motivazioni per cui non votano. Non andiamo d’accordo su alcuni temi ma non c’è nulla di personale tra me e Lombardo. Lui ha pensato bene di buttarla sul personale e di polemizzare con me in un modo che non condivido, ne prendo atto e me ne faccio una ragione. Io continuo per la mia strada, credo nelle cose che sto facendo, so di avere fatto errori e di avere pagato prezzi altissimi ma adesso vado avanti non rinunciando alle ragioni che credo di avere. Ci sarà modo di chiarire con Lombardo oppure ognuno rimarrà nelle sue posizioni, ma nessuno mi impedirà di poter dire quello che penso e di continuare a dirlo con la stessa libertà e con lo stesso modo educato che ho. Continuo a lavorare perché la coalizione abbia un senso e a cercare le ragioni dell’unità. La politica deve tornare ad essere parte importante della nostra vita, importante significa che si occupa delle persone e delle istituzioni positivamente per il raggiungimento del bene comune.