Sono in vigore le nuove disposizioni del sindaco di Trapani per regolamentare la movida. E lo sono dal 5 agosto. L’ordinanza n. 71, firmata il giorno stesso, sostituisce integralmente quella precedente (n. 65 del 26 luglio), adottata nei giorni del Green Valley Pop Fest. I limiti sono più stringenti per musica e alcol nei locali con intrattenimento, ed è subito polemica.
Il provvedimento arriva in risposta alle pressioni del Comitato Centro Storico, che ha portato il Comune al Tar Sicilia il 31 luglio, denunciando un’assenza cronica di pianificazione acustica e normative sul rumore. "Ordinanze illegittime", le hanno definite i cittadini, stanchi di serate con musica fino all’alba, risse, schiamazzi, e un centro storico che, a loro dire, non è più né vivibile né accogliente.
Le modifiche agli orari musicali riguardano tutti i locali con licenza ex art. 68 del TULPS, ovvero quelli che organizzano spettacoli e trattenimenti:
· Lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica: musica entro le 24:00
· Martedì: fino alle 2:00 del giorno successivo
· Venerdì: fino alle 3:00, ma con obbligo di abbassare il volume dalle 2:00
· Dal 12 al 20 agosto: estensione oraria fino alle 2:00 anche nei feriali, e fino alle 3:00 il martedì (venerdì invariato)
Il tutto nel rispetto dei limiti acustici previsti per legge, sia assoluti che differenziali.
Il sospetto: “Un’ordinanza su misura?”
Ed è proprio su questo punto che scatta la rabbia dei gestori del centro storico. "A pensar male, sembra proprio un provvedimento fatto ad hoc per favorire i locali sul lungomare Dante Alighieri", accusano. Il riferimento è chiaro: i giorni con deroga (martedì e venerdì) coincidono con le serate di punta dei locali della costa, che lavorano anche infrasettimana.
"Nel centro storico invece si impone la chiusura a mezzanotte anche nel fine settimana. È una follia", dice uno degli esercenti di piazza Lucatelli. C’è chi parla di discriminazione commerciale, chi di strategia mirata per svuotare il cuore antico della città a favore del litorale.
Il rimpallo di accuse e delle contro accuse
Dal canto loro, i residenti non si arrendono. Il ricorso al Tar punta a ottenere l’annullamento delle ordinanze sulla movida, evidenziando l’assenza di un Piano comunale di classificazione acustica e chiedendo un quadro normativo serio e duraturo, non solo misure emergenziali.
Mentre i gestori dei locali ribattono con altre accuse: “Siamo vittime di un accanimento ingiustificato. Ci fanno controlli a raffica, le multe sono spesso pretestuose. E la piazza non è stracolma, perché non c’è più gente. La stagione è un disastro. Chi parla di caos nel centro storico è in mala fede o probabilmente non ci mette piede da mesi”.
E intanto si sommano disagi anche sul fronte dell’igiene urbana. “Il 5 agosto, mentre entrava in vigore l’ordinanza, in piazza Dalla Chiesa scorreva melma dal marciapiede. L’abbiamo segnalato subito: la puzza nauseabonda ha costretto tutti a chiudere prima. Sono intervenuti, sotto insistenza, solo il giorno dopo. Non possiamo lavorare così, siamo abbandonati”, raccontano gli esercenti di Piazzale Ilio.
Una ordinanza inevitabile: le ragioni del Comune
L’amministrazione comunale, però, non cambia rotta. L’ordinanza richiama il dovere costituzionale di tutelare la salute pubblica, soprattutto nelle ore notturne, e richiama la normativa nazionale che permette ai sindaci di adottare ordinanze contingibili e urgenti per contenere l’inquinamento acustico.
Al centro la ricerca di un equilibrio tra le esigenze dei residenti, il diritto al riposo e l’attività economica dei locali. Ma il clima, a Trapani, resta tutt’altro che equilibrato.
Alcol, vetro e multe: ecco i divieti
Confermata anche la stretta su bevande alcoliche:
· Divieto di vendita e consumo su suolo pubblico tra le 23:00 e le 6:00
· Vietata la vendita in bottiglie di vetro o lattine, salvo che all’interno dei locali autorizzati
· Multe da 450 euro, più possibili sequestri o sospensioni
La polizia municipale, il SUAP e altri uffici comunali sono incaricati di notificare il provvedimento a tutti gli esercenti. L’ordinanza è stata trasmessa anche a Prefettura, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto per un’applicazione coordinata.