La Sicilia occidentale sta vivendo una crisi sistemica nel settore turistico, una situazione che, secondo la CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa), è sotto gli occhi di tutti ma sembra essere ignorata o sottovalutata dal governo regionale. Nonostante le dichiarazioni ottimistiche del Presidente Schifani e della Giunta regionale, che parlano di una presunta crescita del turismo, la realtà quotidiana raccontata dagli operatori del settore è ben diversa. A denunciarlo è Cristina Cianti, Presidente del Raggruppamento Turismo di CNA Trapani, che in un intervento pubblicato nelle scorse settimane, ha sollevato il velo su una stagione turistica che avrebbe dovuto segnare una vera ripartenza dopo la pandemia ma che, a conti fatti, si sta trasformando in una delusione diffusa.
Una crisi sotto gli occhi di tutti
Secondo la CNA, i segnali di crisi sono evidenti. Le disdette aumentano, i soggiorni si accorciano e la presenza dei turisti italiani, tradizionalmente il cuore pulsante della stagione estiva, sta diminuendo in modo significativo. Al contempo, cresce la presenza di turisti mordi e fuggi, che arrivano solo per brevi visite, senza pernottamenti, e contribuiscono marginalmente all'economia del territorio. La situazione appare particolarmente allarmante, tanto che, secondo Francesco Cicala, Segretario di CNA Trapani, la crisi che sta colpendo il comparto turistico rischia di diventare strutturale, con effetti negativi che si faranno sentire nel lungo periodo.
Le cause della crisi: trasporti, infrastrutture e crisi idrica
Uno dei principali fattori che alimenta questa crisi è l’inefficienza della rete dei trasporti. L'Aeroporto di Trapani Birgi, uno degli hub principali per il flusso turistico, si trova ancora una volta a fare i conti con la programmazione dei voli che arriva con grave ritardo, impedendo agli operatori turistici di pianificare in tempo le loro attività. A fronte di un panorama internazionale che pianifica mesi prima, la Sicilia occidentale continua a rincorrere il turismo con il rischio di arrivare sempre troppo tardi. L’altro problema storico riguarda la rete infrastrutturale: strade in cattive condizioni, cantieri interminabili e gallerie chiuse, rendono i collegamenti interni al territorio difficoltosi e poco attrattivi per chi sceglie di visitare la regione.
A queste problematiche si aggiunge la scarsa qualità dei trasporti ferroviari. I collegamenti tra le principali destinazioni turistiche come Trapani, Marsala, Mazara del Vallo e Palermo sono praticamente inesistenti. E il trasporto pubblico locale, che dovrebbe supportare la mobilità turistica, è lontano anni luce dalle esigenze di un moderno turismo.
Anche la crisi idrica rappresenta una minaccia concreta per il settore. Con la crescente scarsità d’acqua, tutte le attività collegate all’accoglienza turistica – dalle strutture ricettive ai ristoranti, dai bar ai lidi – sono fortemente penalizzate. Ogni estate, inoltre, la Sicilia si trova a fare i conti con l’emergenza incendi, che danneggiano pesantemente il paesaggio e la reputazione dell'isola, rendendola sempre più percepita come una destinazione fragile, insicura e disorganizzata.
La necessità di un PIano strategico
CNA Trapani denuncia la mancanza di una visione a lungo termine da parte del governo regionale. La pianificazione e la programmazione turistica appaiono insufficienti e disorganizzate, senza un piano strutturato che possa garantire la crescita del settore e risolvere le problematiche annose. Un esempio lampante di questa carenza è rappresentato dalla mancata adozione di strategie efficaci per prevenire gli incendi o per risolvere i problemi di approvvigionamento idrico. Le azioni messe in campo finora sembrano essere troppo sporadiche e improvvisate, con risultati che non riescono a risolvere le criticità strutturali.
A questo punto, secondo CNA, non basta più il fascino naturale della Sicilia per attrarre i turisti. La regione ha bisogno di un cambiamento radicale nel suo approccio al turismo, adattandosi alle nuove esigenze di un mercato sempre più esigente e selettivo. La Sicilia deve fare i conti con la sua realtà: nel 2025, un modello turistico anacronistico non è più sostenibile.
Un nuovo modello di turismo: il caso del Trentino Alto Adige
Per CNA, la chiave per una rinascita turistica della Sicilia sta nell'imparare dai modelli di successo di altre regioni italiane ed europee. Un esempio virtuoso è quello del Trentino Alto Adige, che è riuscito a costruire un'economia turistica solida grazie a investimenti in sostenibilità, digitalizzazione e una programmazione turistica lungimirante. Secondo l’organizzazione, se la Sicilia riuscisse a mettere in atto una strategia simile, con una visione chiara e una pianificazione concreta, potrebbe diventare un punto di riferimento nel panorama turistico internazionale.
Gli Stati Generali del turismo della Sicilia Occidentale
In un tentativo di risolvere queste problematiche e avviare un cambiamento, la CNA Trapani ha annunciato che, a fine stagione, organizzerà gli Stati Generali del Turismo della Sicilia Occidentale. Si tratterà di un incontro di ascolto e confronto tra gli operatori del settore, le istituzioni locali, le camere di commercio e gli enti culturali. L’obiettivo non è quello di creare una vetrina istituzionale, ma di aprire un tavolo di lavoro concreto per definire un piano operativo che possa pianificare in anticipo le attività turistiche future. La CNA chiede risposte immediate: una cabina di regia regionale, un piano operativo strutturato che inizi prima dell'inizio della stagione turistica e strategie innovative per contrastare gli incendi, migliorare i trasporti e costruire un'offerta promozionale credibile e coordinata.