Gentile direttore di Tp24,
ho letto le interviste, le dichiarazioni e gli accorati appelli dei numerosi auto candidati a sindaco di Marsala. Fra le altre cose ho notato che sia nel lessico, sia nei contenuti e nella forma dei singoli messaggi, non vi sono sostanziali differenze. In comune vi è anche l’ostentato, determinato e ribadito schierarsi per il centro destra. Ho pensato che se tutto questo dovesse fare presa sulla maggioranza dell’elettorato diventerebbe un’impresa quasi impossibile persino il solo pensare di avanzare una proposta credibile e vincente che si fondi su una coalizione di centro sinistra, in alternativa all’attuale maggioranza.
Fatta questa premessa mi sono reso pure conto che si tratta delle regole del gioco. Così come fa parte del gioco la spregiudicata, dirompente e prevaricante entrata in scena della cosiddetta politique politicienne, o politica politicante o di palazzo, che dir si voglia. “Quel tipo di attività politica caratterizzata da manovre, da intrighi, dall’uso strumentale della politica per interessi personali o di gruppo, spesso a discapito del bene comune”. Da molti lustri assistiamo, inerti e impotenti, ai continui colpi di scena, ai passaggi repentini e disinvolti da un fronte all’altro degli schieramenti. Anche la vicenda che ha recentemente riguardato il sindaco uscente rientra in questo gioco. Rispetto al quale alcuni si sentono a proprio agio altri il più delle volte soccombenti. Abbiamo visto che ad appena una settimana dall’intervista, alcuni esponenti di centro destra si riuniscono per decidere di presentare una candidatura contro Grillo e qualche giorno dopo gli stessi, con una nota inviata alla stampa, precisano: “Noi lavoriamo per Marsala, non contro Grillo”. Ma i giochi non sono finiti anche se il gioco è sempre lo stesso. Quello che possiamo affermare senza peccare di ingenuità, è che tale situazione è una delle cause principali della disaffezione crescente dell’elettorato e un allontanamento progressivo dalla politica, che pare non preoccupare più di tanto il ceto politico, considerato nel suo insieme.
Secondo me la prima cosa da fare da parte del centro sinistra è quella di riflettere partendo da una chance offerta dalla situazione poco chiara che regna all’interno del centro destra. Un’occasione che deve saper cogliere agendo con chiarezza, con assennatezza e con tutta la necessaria coesione e intelligenza. Soffermarsi per esempio sull’analisi che qualche decennio fa Norberto Bobbio ha fatto sulla distinzione fra destra e sinistra, sarebbe già un ottimo avvio. Si dirà che quella è pura teoria e, oggi, poiché i tempi sono profondamente mutati, bisognerà andare al sodo, all’atto pratico, all’azione eclatante, non importa se tutto è inficiato di opacità e contraddittorietà.
Certo non bisogna trascurare l’importanza che riveste la realtà politica, economica, sociale e culturale del territorio, con cui occorre fare sempre i conti. Il centro sinistra, se è seriamente intenzionato a coltivare una sana e legittima ambizione per vincere le elezioni, deve saper portare avanti un confronto costruttivo, non solo nel suo “campo” largo o meno largo, ma anche da estendere ai movimenti civici, senza considerarli come appendici o semplici portatori d’acqua. Che sono da tempo ormai un elemento caratterizzante le singole situazioni locali, all’interno delle quali vanno sempre più assumendo, anche per le carenze, oggettive e soggettive, dei partiti tradizionali, un crescente maggiore peso. Il fatto che personalità di spicco si propongono di guidare in prima persona l’Amministrazione della città, non può lasciare indifferenti. La vecchia diatriba, un tempo animata dalla discussione sul “primato della politica”, nel senso del primato dei partiti, in casi specifici, come quello che abbiamo davanti, oltre che fuori luogo sarebbe anche poco lungimirante e finirebbe per fare il gioco di quel gioco di cui ci siamo occupati.
Essendo un assiduo lettore di questo giornale, non poteva sfuggirmi la notizia che, sullo scenario politico marsalese, si è imposta, con la sua presenza e autorevolezza, un’esponente del mondo del civismo, che è in possesso della professionalità e delle competenze, nonché della serietà e della sensibilità politica e amministrativa, che sono i prerequisiti inderogabili e non negoziabili per candidarsi ed essere eletta sindaca della città di Marsala.
Dopo un lungo periodo tormentato di scontri e di resa dei conti, plasticamente ben decritto dallo stesso Sindaco ancora in carica, una delle più pressanti esigenze della stragrande maggioranza dei cittadini, è quella di vedere Marsala meglio amministrata, a beneficio anche di chi viene a visitarla portandosi con sé un buon ricordo. Finché si rimane impigliati nelle illusorie buone intenzioni, ammantate di retorica, tutto viene relegato, nel caso migliore, all’utopia, nel peggiore, alla demagogia e al populismo.
Max Weber ne La politica come professione, fa una distinzione fra l’etica del principio e l’etica della responsabilità. Anche la sua lezione, insieme a quella di Norberto Bobbio, potrà tornare utile alle battaglie e alle iniziative del centro sinistra e, in particolare, al Pd. Su cui voglio concludere con una breve considerazione. Occorre ricordare che il Partito democratico, è il primo partito dell’opposizione e resta, dopo Fratelli d’Italia, il secondo partito che supera di due tre punti il 20 per cento dei consensi. Tutte le altre forze politiche dei due schieramenti non raggiungono il 10 per cento, tranne 5 Stelle che arriva all’11-12 %. A Marsala il Pd deve riconquistare il terreno perduto e riparare le cocenti sconfitte del passato. Lo deve fare sia proponendosi come uno dei protagonisti delle forze alternative all’attuale Amministrazione di destra, sia rafforzando la classe dirigente, il numero dei militanti e degli iscritti. Noto che si sta formando un gruppo di giovani nel Pd che, a giudicare dalle iniziative che stanno portando avanti, fanno ben sperare. Sarà una ventata nuova che contribuirà a migliorare la politica nelle sue varie forme e articolazioni.
Filippo Piccione