Gentile direttore di tp24, ecco una mia riflessione sul futuro dei quartieri poplari marsalesi. "Viste le necessità e le carenze sociali, visto lo stato di abbandono dei quartieri marsalesi, essendo Marsala una Città Territorio con ben 106 contrade, bisogna elaborare un progetto di assimilazione e coordinamento degli organi competenti, in questo caso l'amministrazione comunale di Marsala. Per uscire dall'anonimato in cui versano i quartieri marsalesi bisogna intuire una pianificazione degli interventi da eseguire, per ottenere risultati importanti. Il lavoro c'è e non bisogna sottovalutarlo.
In un contesto sociale ampio come i quartieri di Sappusi, di Amabilina e via Istria, con popolazioni numerose e con tante progettualità. In questi quartieri "a rischio" come Sappusi ed Amabilina, la domanda di lavoro è particolarmente elevata. Anche l'orto sociale potrebbe essere una valvola di sfogo per i cittadini di età avanzata, per i sessantenni e i settantenni. Potrebbe arricchire, innanzitutto, il tessuto sociale e architettonico nelle varie forme. Innanzitutto, coinvolgendo persone qualificate come i periti agrari e gli agronomi nella stesura degli orti sociali. Anche la pratica sportiva nei quartieri sottoelencati non è da trascurare. Vivono tanti ragazzi che vogliono intraprendere degli sport di grosso interesse, quali calcio e il basket. Sappusi ha tanta notorietà nel calcio. Ci sono nati giocatori di calcio di primo piano come Graffeo e Domingo che vestivano la maglia del Marsala. Per non elencare i ragazzi che andavano a vestire il calcio minore come Nicola Sammartano, Nino Trapani e Masuzzo Trapani, giocatori di grande esperienza nel fu Olimpia Pizzo (ex Pro Pizzo), in Promozione e I Categoria.
Le dinamiche dei quartieri sono difficili da soddisfare, però le iniziative potrebbero essere risolte. Mediante forme di investimento di alcuni sponsors queste potrebbero risultare valide per la crescita di questi quartieri. I proventi ricavati da queste iniziative, così come le donazioni potrebbero realizzare la costruzione di impianti sportivi, quali quelli della sfera calcio. Anche la creazione di centri di formazione culturale e professionali per allontanare più giovani alla dispersione scolastica e creare piccole realtà artigianali auto-sufficienti. Anche un laboratorio informatico potrebbe essere un progetto valido, non soltanto per i ragazzi dei quartieri ma anche per gli anziani, avviandoli in progetti di cittadinanza attiva, partecipata e responsabile. I nostri quartieri vivono in un anonimato speciale.
Però le iniziative e il coinvolgimento di persone capaci (come Salvatore Inguì) non mancano. E' questione di intavolare un percorso. Bisogna "metterli in una mischia" (nel gergo calcistico il concetto ha tante finalità), di coinvolgere tante personalità ad ampio respiro per la crescita dei quartieri.
La speranza non manca, le energie ci sono, Amabilina, Sappusi e via Istria meritano di più. Non è retorica, ma la verità ha le gambe corte!"
Antonio Li Causi