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23/08/2025 20:00:00

Favignana, ll sindaco Pagoto sull'Oasi Felina: "Priorità agli animali, accuse infondate"

Continua a far discutere a Favignana la vicenda dell’Oasi felina, la struttura che ospita decine di gatti sull’isola e che nei giorni scorsi è stata posta sotto sequestro. Dopo il clamore mediatico e le polemiche circolate sui social, il sindaco Giuseppe Pagoto è intervenuto con una nota ufficiale per chiarire la posizione dell’amministrazione comunale.

Pagoto precisa innanzitutto che i controlli che hanno portato al sequestro non sono stati sollecitati dal Comune, ma sono avvenuti su richiesta degli stessi responsabili dell’Oasi, che avevano domandato verifiche al Servizio veterinario dell’Asp di Trapani e alla Polizia municipale. “Non vi è stata alcuna iniziativa da parte del Comune – sottolinea – ed è importante dirlo con chiarezza”.

 

Secondo quanto comunicato, l’unico divieto imposto riguarda l’introduzione di nuovi gatti fino alla conclusione delle procedure di regolarizzazione. Per il resto, l’Oasi può continuare a svolgere le proprie attività, dall’accoglienza dei visitatori alla promozione delle adozioni.

Il sindaco rivendica inoltre l’impegno dell’amministrazione nel percorso di regolarizzazione della struttura. “Abbiamo organizzato incontri e interlocuzioni con i responsabili dell’Oasi e con diversi enti competenti, con l’obiettivo di garantire la continuità delle attività. Se non fosse possibile regolarizzare l’attuale sede, il Comune è pronto a mettere a disposizione un terreno comunale”, dichiara Pagoto.

 

Il primo cittadino respinge con fermezza le accuse di promesse mancate: “Le affermazioni su presunte promesse verbali non corrispondono alla realtà. Esistono atti ufficiali e proposte concrete che dimostrano l’impegno serio e costante dell’amministrazione”.

Infine, Pagoto ribadisce la priorità assoluta della sua amministrazione: la tutela del benessere degli animali e il sostegno a chi se ne prende cura, “nel rispetto delle regole e con senso di responsabilità, evitando inutili polemiche che non giovano né all’associazione né agli animali”.