Salvatore Quinci è stato eletto ad aprile presidente del Libero Consorzio di Trapani, ha atteso diversi mesi prima di nominare il suo vice, Ernesto Raccagna del Pd, e per affidare le deleghe ai consiglieri eletti nella lista che lo hanno sostenuto, fanno tutti capo al Pd, al M5S e poi c’è Francesco Foggia che pare sia riferimento del PSI oggi, prima di Ismaele La Vardera.
Da aprile a luglio per avere delle deleghe affidate e la nomina di un vice presidente.
Tuttavia questi mesi dovevano servire per creare una sorta di governo di salute pubblica, come più volte Quinci aveva annunciato pubblicamente, facendo salire sulla barca alcuni degli eletti al consiglio, che ufficialmente hanno sostenuto il candidato Giovanni Lentini e poi però hanno votato lo stesso Quinci. Nulla di nuovo sotto il sole. Avrebbe voluto creare un mix politico, lo stesso con cui amministra da sindaco la città di Mazara, dove in giunta spazia da sinistra a destra con in mezzo Azione. Quello che spaccia per metodo è un sistema chiaro. Che paradossalmente potrebbe mantenere anche nel rimpasto di giunta cittadina.
Mesi di attesa e nuovo Segretario
Agosto volge al termine, Quinci aveva già annunciato che a settembre avrebbe convocato tutti per lanciare un programma per l’intera provincia. E nel frattempo passano i mesi, non ci sono azioni chiare e concrete, le strade provinciali continuano ad essere al buio, però Quinci ha portato con sé parte dello staff mazarese a Trapani. Con una determina del 21 agosto scorso ha fatto letteralmente traslocare il segretario generale del Comune di Mazara al Libero Consorzio, Salvatore Pignatello è diventato il Segretario Generale della Provincia, entrerà nell’esercizio delle funzioni il primo di settembre 2025.
Quinci vuole costruire intanto una cornice forte su cui poi rilanciare la sua azione.
C’è però l’impressione che non si abbia una visione strategica, nessuna battaglia per difendere i servizi. C’è un immobilismo che è quasi diventato il vero programma politico, l’attesa come unica strategia.
Il neo presidente ha più grane da risolvere di quelle che immaginava, soprattutto deve pure capire in quale parte politica stare, ad oggi continua a sbandierare un civismo di comodo, strizzando l’occhio a sinistra e a destra pure. Governa con tutti. La vera domanda è: quando Quinci smetterà i panni di occupare poltrone fingendosi apartitico? Il gioco andava bene nel primo mandato, nel secondo bisogna avere idee chiare, lo sa anche lui che potrebbe finire schiacciato dai partiti che aspettano una sua mossa per abbandonarlo.
Non sta dimostrando visione ma semplicemente come la democrazia locale sia fragile e, cosa ancora più grave, non senta il peso della responsabilità e della chiarezza.
Quinci, una curva a destra. Una curva a sinistra.
Quando è stato eletto sindaco hanno esultato a sinistra e a destra( Fratelli d’Italia), dicevano: abbiamo eletto il “nostro” sindaco. Ma nostro di chi? Oggi in giunta a Mazara c’è, come abbiamo detto, un mix di identità politiche che non convivono, come il sindaco vuole fare credere, serenamente. Si guardano a vista gli assessori e si lanciano frecciate. Sulla crisi idrica ad esempio l’assessore Gianfranco Casale è chiaro: tutta colpa della Regione, quindi costruire subito una alternativa vera.
Casale fa l’uomo di sinistra, non c’è nulla di male e non l’ha mai nascosto. Ma in quella giunta ci sono esponenti di Fratelli d’Italia che alla Regione governano con uomini e donne di punta.
E ovviamente non poteva non arrivare la puntuale osservazione del PD mazarese: “È arrivato il momento di guardare in faccia la realtà e smascherare le contraddizioni sempre più evidenti di questa amministrazione comunale…L’assessore Casale dimentica – o forse finge di dimenticare – che amministra questa città con Fratelli d’Italia, partito che è l’azionista di maggioranza del governo regionale che tanto critica. Una contraddizione politica che merita di essere sottolineata, perché l’incoerenza non è più tollerabile. E non è l’unica. Quando si parla di perdite idriche e disservizi, è bene chiarire che la gestione del servizio idrico è competenza esclusiva del Comune, non della Regione. E i disagi quotidiani nei quartieri, la mancanza d’acqua e la rete colabrodo sono responsabilità diretta dell’amministrazione comunale, il cui assessore competente si occupa di servizio idrico da oltre vent’anni. Chi ha governato così a lungo non può continuare a scaricare colpe sugli altri. Nel frattempo, ingenti risorse delle compensazioni ambientali – fondi vincolati alla tutela del territorio – sono stati destinati all’asfaltatura delle strade e all’illuminazione. Interventi utili, certo, ma perché non utilizzare la stessa “creatività” contabile per investire sulla rete idrica, che rappresenta un’emergenza ambientale a tutti gli effetti? Forse perché asfalto e luci sono più visibili, più redditizi sul piano del consenso elettorale? Ecco, assessore Casale, queste sono le vere questioni su cui riflettere. Davvero”.
Contraddizioni che adesso prepotentemente vengono fuori in vista anche delle prossime elezioni regionali.
E quindi?
Quinci è un uomo moderato, gli estremismi gli stanno stretti, guarda da sempre a Forza Italia ma il partito regionale sa che si è presentato alle elezioni provinciali con uno schieramento di centrosinistra. E allora che farà? Flirta con Italia Viva, ma Quinci conosce uomini e cose, sa che quel partito non ha percentuali e quindi consenso, non ci sono capi elettori in grado di creare una degna corsa e gli è già bastata l’esperienza di Azione.
Sinteticamente oggi avrebbe molte più opportunità dentro al PD, a parte Dario Safina non ci sono altre leadership provinciali, mentre c’è l’over Booking altrove.
L’opportunismo politico non può diventare un terzo partito, o ti schieri con una visione chiara (destra o sinistra, con tutto ciò che comporta in termini di identità, valori, coerenza), oppure navighi a vista, adattandosi al vento che tira.
Non si può sempre giocare a Risiko con le poltrone.