L’estate 2025 allo Stagnone di Marsala: ormai accade di tutto e l'antropizzazione continua
Lo Stagnone di Marsala, una delle lagune più preziose del Mediterraneo e area protetta come Riserva Naturale Orientata, SIC e ZPS, è oggi al centro di una trasformazione molto preoccupante per il suo futuro. Quella che dovrebbe essere un’oasi di biodiversità è diventata il palcoscenico di una “estate senza regole”, tra sport estremi, chioschi, eventi musicali e attività che poco hanno a che fare con la tutela ambientale. ciò che abbiamo visto. L'estate 2025 conferma una realtà sempre più difficile per la Riserva, con un ecosistema in sofferenza. La domanda è inevitabile: fino a che punto lo Stagnone può resistere a questa pressione antropica?
Kite, musica e fuochi d’artificio: lo Stagnone trasformato in discoteca a cielo aperto
Il kite surf è da anni l’attività simbolo dello Stagnone. Tuttavia, nel 2025 la situazione appare fuori controllo: vele ovunque, corridoi di lancio ignorati, zone interdette occupate senza alcun rispetto per le regole.
Alla pressione dello sport si aggiunge la movida notturna. Chioschi che diffondonoE poi ci sono i fuochi d’artificio. Quasi ogni sera, spettacoli pirotecnici illuminano il cielo dello Stagnone, in piena contraddizione con le norme di tutela ambientale. Un evento diventato routine, ma che rappresenta il simbolo di ciò che non dovrebbe accadere in un’area protetta.
La “chioschizzazione” continua
Negli ultimi tempi si è assistito a una vera e propria corsa ai chioschi: decine di nuove autorizzazioni concesse, altre in fase di valutazione, cantieri aperti anche in piena estate. Si realizzano viali in tufo, pedane permanenti, nonostante i regolamenti parlino chiaro: strutture smontabili e limitate nello spazio e nel tempo. Tra l'altro prima della bella stagione sono state diverse le valutazioni di diniego di mantenimento da parte della Soprintendenza dei beni culturali per diversi chioschi sorti allo Stagnone, visto che non avevano smontato ad ottobre e dunque non rispettato la regola prevista dal piano Paesaggistico degli ambiti 2 e 3 ricadenti nella provincia di Trapani. Fatto sta che alcuni chioschi nonostante avessero il diniego sono aperti. Avranno fatto ricorso e lo hanno vinto? La “chioschizzazione” dello Stagnone sta cambiando il paesaggio, creando un parco divertimenti a cielo aperto. Un processo che qualcuno difende come sviluppo economico e turistico, ma che molti ambientalisti ed esperti definiscono come una lenta erosione della natura.
Barche a motore e abusivismo
Un altro fronte critico è quello delle barche. Nonostante le operazioni di bonifica avviate negli anni passati, nel 2025 si contano centinaia di natanti, molti dei quali con motori tradizionali, vietati e ben lontani dalle soluzioni ecologiche permesse
Lo stesso vale per gli abusivi a San Teodoro: venditori che dovrebbero fermarsi solo poche ore, ma che in realtà si piazzano stabilmente con dei furgoni per noleggiare ombrelloni, sdraio e perfino basi in cemento lasciate in spiaggia. Ombrelloni e sdraio che addirittura come mostra la foto, qui a lato, vengono piazzati in mare e non sulla spiaggia. E poi ci sono le case abusive. Alcune, già acquisite al patrimonio comunale e destinate all’abbattimento, continuano a essere utilizzate e, in alcuni casi, addirittura abitate. Il Comune di Marsala ha le chiavi, dovrebbe demolirle, ma finora nessuno lo ha fatto.
Arriva il parapendio a motore
Non bastasse l’invasione dei kite, nell’estate 2025 è comparsa anche una nuova attività: il parapendio a motore. Una pratica espressamente vietata dal regolamento della Riserva del 2000, ma che viene esercitata comunque, sorvolando zone delicate come la Salina Genna. Il rumore dei motori e la vicinanza ai nidi rischiano di spaventare e allontanare specie rare di uccelli, già messe a dura prova dall’inquinamento acustico e dalla perdita di habitat.
Stagnone Fest: cultura o spettacolarizzazione?
Quest’anno si è svolta anche la prima edizione dello Stagnone Fest, patrocinata dal Comune di Marsala con la richiesta da parte degli organizzatori di un contributo economico di 15mila euro a fronte di una spesa totale di 19mila. L’evento ha visto la partecipazione di cantine vitivinicole e spettacoli musicali e altro. C'erano tutte le autorizzazioni ma bisogna evidenziare che il palco era montato a pochi centimetri dalla Zona A della Riserva, quella a massima protezione. Un segnale preoccupante: la linea tra promozione culturale e spettacolarizzazione di un’area fragile si fa sempre più sottile.
Lo Stagnone è un ecosistema unico, un patrimonio naturalistico e culturale che ha resistito per secoli. Oggi però si trova davanti a una sfida senza precedenti: resistere alla pressione antropica o cedere definitivamente a un modello di sfruttamento turistico senza regole.
C’è chi sostiene che chi si oppone a questa deriva voglia “il deserto”, ma la verità è che una Riserva Naturale non può trasformarsi in luna park e perdere la sua identità.
Qui è assolutamente necessario una svolta e una decisione per il futuro: lo Stagnone deve diventare simbolo di uno sviluppo incontrollato o finalmente si decide a proteggere davvero la Riserva?
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