×
 
 
27/08/2025 06:00:00

Allarme 118 in Sicilia: mancano 180 medici, equipaggi depotenziati e soccorsi a rischio

Il 118 in Sicilia vive un momento di grande difficoltà, non lo nasconde l’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni. A gestire il servizio  di emergenza urgenza è la SEUS, in un convegno del marzo 2025  sono stati presentati i numeri di interventi effettuati nel 2024: 427.389.

 

Riorganizzazione del servizio

Faraoni sa che la carenza di medici specie nell’area dedicata dell’emergenza emergenza è un altro vulnus che colpisce la sanità siciliana: “La carenza cronica di medici d’urgenza su tutto il territorio nazionale, a cui si aggiungono le assenze per ferie e malattie del restante personale, crea problemi innegabili, su cui è indispensabile intervenire in maniera organica, per dare adeguate risposte alla nostra utenza. Dobbiamo lavorare a una riorganizzazione complessiva dei servizi di emergenza”. In Sicilia mancano, conti alla mano, 180 medici impiegati nelle ambulanze, la dotazione dovrebbe essere di su 590, ce ne sono appena 410. Ci sono in tutta l’Isola 252 ambulanze, solo 108 hanno il medico a bordo, la norma nazionale prevede nello specifico un medico ogni 60 mila abitanti.

E poi c’è il problema dei posti messi a bando che vanno deserti. I medici dell’Emergenza sanitaria territoriale vengono reclutati ogni anno con bandi specifici, emanati con decreto del dipartimento per la pianificazione strategica dell’assessorato regionale della Salute. L’ultimo bando dà copertura fino a settembre, quando sarà pubblicato il nuovo avviso. Le graduatorie predisposte dell’assessorato vengono poi gestite dalle Asp territoriali.  Il prossimo bando dovrebbe prevedere il reclutamento di 101 autisti-soccorritori.

 

 

La Fials lancia l’allarme

L’allarme sulla mancanza del personale del 118 e medici è stato lanciato dal sindacato Fials: equipaggi depotenziati.

I responsabili Carmelo Salamone, Sebastiano Motta e Emanuele Cosentino in una nota avevano chiesto un’audizione all’Ars con le commissioni Salute e Bilancio: “I mezzi di soccorso, a causa della carenza di personale sono costretti spesso a uscire con un solo autista soccorritore e un medico o un infermiere, mentre la normativa prevede che l’equipaggio deve essere formato da almeno tre elementi”.

 

Gli equipaggi depotenziati, scrivono i sindacati, “comportano gravi ripercussioni sia per quanto concerne la responsabilità professionale dell'equipaggio, che per i conseguenti gravi disservizi relativi al necessario impiego di più mezzi di soccorso per lo stesso intervento in supporto all'equipaggio depotenziato. Questi gravissimi problemi compromettono la qualità e la tempestività dei soccorsi, mettendo altresì a rischio la salute dei cittadini. Tale criticità deleteria per la tutela della salute pubblica, non può gravare sulle spalle degli equipaggi depotenziati, né tanto meno sugli equipaggi dei mezzi di soccorso di base”.

 

Hanno poi aggiunto: “In tutto questo marasma salta ogni criterio di buon funzionamento del servizio e tutto diventa improntato sul "salvare il salvabile". Altro che visioni futuristiche, in questo momento dobbiamo fare i conti con la realtà: gli equipaggi di fatto devono assolvere ruoli diversi da quelle che sono le proprie oggettive competenze, spesso trovandosi a gestire da soli situazioni critiche, con attese interminabili per l'utenza e per gli equipaggi base che per primi intervengono sul luogo del soccorso con non poche difficoltà a gestire interventi spesso delicati; fermi tecnici improvvisi dovuti alle assenze non sostituibili, con quotidiane chiusure e rimodulazione delle postazioni attive da parte delle Centrali operative, postazioni estive in località turistiche attivate all'ultima ora, attingendo a personale di altre postazioni che di conseguenza verranno temporaneamente chiuse”.