Il futuro infrastrutturale ed economico della Sicilia passa dal Ponte sullo Stretto e dalla privatizzazione degli aeroporti. È la posizione ribadita dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto all’Etna Forum di Ragalna (Catania).
«Con il Ponte sullo Stretto, la vera svolta è la privatizzazione degli aeroporti siciliani. Si è perso troppo tempo», ha detto Urso, indicando nello scalo etneo un punto strategico per lo sviluppo dell’isola, insieme a Palermo, Trapani, Comiso, Lampedusa e Pantelleria.
Secondo il ministro, solo con l’ingresso di investitori privati italiani e internazionali la rete aeroportuale siciliana potrà trasformarsi in un hub del Mediterraneo per i collegamenti intercontinentali. «La storia non passa più volte: stavolta passa dalla Sicilia», ha aggiunto, richiamando la classe dirigente a cogliere quella che definisce un’opportunità storica.
Urso ha collegato le infrastrutture isolane a uno scenario geopolitico più ampio, sottolineando il ruolo del Mezzogiorno: «Negli anni del governo Meloni il Sud è cresciuto più del Nord, perché oggi l’energia proviene dal Sud e va verso il Nord». Ha citato la Germania come esempio: «Non si rifornisce più dalla Russia, ma attraverso l’Italia, ormai hub del gas europeo e destinata a diventare hub elettrico del Mediterraneo».
Infine un riferimento alla guerra in Ucraina: «Non è una parentesi, ma un salto nella storia che ha ricreato una nuova cortina di ferro. L’Europa che cresceva con le materie prime russe non esiste più».