La campanella del 15 settembre suona in Sicilia con quasi 10mila studenti in meno. Spariscono 600 cattedre. Le famiglie affrontano rincari fino al 7% su astucci penne e libri. Denatalità e tagli. La scuola siciliana perde pezzi e si appresta ad affrontare il nuovo anno scolastico 2025/2026 con numeri in rosso. Il calo delle nascite e il progressivo ridimensionamento della rete scolastica hanno spinto il Ministero a un drastico ridimensionamento degli organici.
La scure dei tagli si abbatte con forza sull'isola: dal prossimo settembre spariranno 603 cattedre, quasi l’1% del totale nazionale fissato a 5.667 posti in meno. Un dato che, come riportano i sindacati, non è un mero numero sulle tabelle ministeriali, ma si traduce in meno assunzioni per i precari, minori chance di rientro per chi lavora lontano da casa e trasferimenti più difficili per i docenti di ruolo.
I numeri della Flc Cgil Sicilia sono impietosi: si stima una perdita di 8.496 alunni, con il totale che passerà da 659.007 a 650.511. Il segretario generale Adriano Rizza lancia l'allarme: "Il calo demografico e il dimensionamento scolastico imposti dal governo stanno impoverendo la scuola pubblica siciliana. Questo è l’effetto combinato del calo delle nascite e delle scelte miopi del governo nazionale, che penalizza le scuole del Mezzogiorno".
La Uil Scuola Sicilia snocciola i dati provincia per provincia: Catania: -115 docenti; Palermo: -100 docenti; Messina: -85 docenti; Trapani: -75 docenti; Siracusa: -70 docenti; Agrigento: -65 docenti; Ragusa: -55 docenti; Caltanissetta: -37 docenti; Enna: -35 docenti
Claudio Parasporo, segretario generale Uil Scuola Sicilia, evidenzia un ulteriore paradosso: "L'organico in deroga per il sostegno in Sicilia comprende oltre tredicimila insegnanti aggiuntivi. Ciò significa che il fabbisogno reale di personale specializzato è enormemente superiore rispetto agli incrementi previsti, che risultano irrilevanti".
Le nuove regole: cellulari banditi, voto in condotta decisivo e sanzioni educative
Il nuovo anno scolastico non porta solo tagli, ma un pacchetto di riforme che ridisegnano la vita tra i banchi. Il Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha improntato le novità su tre parole chiave: merito, responsabilità e legalità.
Stop agli smartphone: Il divieto di utilizzo del cellulare in classe, già in vigore per elementari e medie, viene esteso anche alle scuole superiori. La circolare ministeriale vieta qualsiasi uso, persino quello didattico, per combattere la distrazione e favorire la concentrazione. Ogni istituto dovrà dotarsi di un regolamento interno per l'applicazione.
La stretta sul voto in condotta: La riforma è tra le più discusse. Alle superiori, un 5 in condotta comporterà la bocciatura automatica, anche con tutti gli altri voti sufficienti. Un 6 comporterà la "non ammissione" a giugno: lo studente dovrà superare a settembre una prova di "cittadinanza attiva" per essere promosso. Alle medie, il voto in condotta torna in decimi e "fa media" per l'ammissione.
Sospensioni "riparative": Cambia la filosofia delle sanzioni. Chi sarà sospeso fino a due giorni non resterà a casa, ma svolgerà attività di approfondimento educativo. Per sospensioni più lunghe, gli studenti verranno indirizzati verso attività di cittadinanza solidale in collaborazione con enti del territorio, trasformando la punizione in un'occasione di crescita.
Tutela dei docenti: In caso di aggressione fisica a un insegnante, è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza di reato e un inasprimento delle pene. Un segnale forte per ribadire l'inviolabilità della figura docente.
La nuova Maturità: L'esame di Stato vedrà prove più orientate al problem solving e alle competenze trasversali. Sarà introdotta una prova nazionale standardizzata per italiano e matematica per omogeneizzare la valutazione. Il colloquio orale sarà multidisciplinare e "dirimente": la "scena muta" volontaria potrà portare alla bocciatura.
Il caro-scuola:famiglie in affanno, +7% su penne e astucci. Boom di prestiti
La campanella suona anche per il portafoglio delle famiglie. Il caro-scuola mette a dura prova i bilanci domestici, con rincari che viaggiano mediamente dal 3 al 5% sul materiale scolastico.
Secondo le associazioni dei consumatori, la spesa per corredo e "ricambi" ammonterà a circa 658 euro ad alunno. I rincari più pesanti si registrano su:
Penne, matite, evidenziatori: +6,7% sul 2024, +24% sul 2021.
Zaini (soprattutto trolley e hi-tech): voce tra le più onerose.
Libri di testo per le classi prime: +20,2% per le medie, +13% per le superiori.
La situazione è tale che, secondo stime di Facile.it e Prestiti.it, negli ultimi 12 mesi sono stati erogati oltre 370 milioni di euro in finanziamenti destinati alla scuola e all'università, con un incremento del 15% su base annua. L'importo medio richiesto è di quasi 7.000 euro.
Le parole del Ministro Valditara e la corsa contro il tempo dell'Ufficio Scolastico
Nonostante il quadro complesso, il Ministro Giuseppe Valditara sottolinea i traguardi raggiunti: "Tempi più rapidi per l’immissione in ruolo dei docenti, maggiore copertura delle cattedre rispetto agli anni passati. Per la prima volta i genitori di studenti con disabilità hanno potuto scegliere la continuità didattica sul posto di sostegno. Abbiamo incrementato il numero dei dirigenti scolastici, abbiamo ridotto il precariato, l’anno scolastico inizia con importanti novità positive".
Intanto, l'Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia è a lavoro per garantire l'apertura delle scuole a ranghi compatti. "Adesso alla fine di questa settimana pubblicheremo la prima graduatoria per le supplenze", ha assicurato Marco Anello, vicedirettore dell'Ufficio. Sono 1.700 i docenti stabilizzati e sono stati assunti 20 nuovi dirigenti scolastici.
La sfida che attende la scuola siciliana è duplice: da un lato, gestire l'emergenza dei tagli e della denatalità, che rischia di lasciare indietro i territori più fragili; dall'altro, implementare con successo un ambizioso pacchetto di riforme che punta a restituire autorevolezza e qualità al sistema dell'istruzione. Il banco di prova inizierà il 15 settembre.