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04/09/2025 06:00:00

Trapani, flop della movida 2025: centro vuoto, giovani imprenditori in ginocchio

La movida trapanese è al collasso. È questa la denuncia  degli imprenditori del centro storico di Trapani. L’estate 2025 ha lasciato questa zona vuot, con locali che non riescono a sopravvivere e imprenditori giovanissimi costretti a fare i conti con perdite economiche insostenibili. “Oggi aprire un locale e rimanere aperti è un’impresa. Siamo responsabili perfino di quello che accade cento metri lontano dal nostro ingresso”, raccontano alcuni esercenti, che denunciano risse tra giovanissimi vicino ai locali di piazza Lucatelli, multe considerate “pretestuose” e controlli continui.

Molti locali non arriveranno all’inverno: sono tutti gestiti da ragazzi che avevano scommesso sulla movida notturna come opportunità di lavoro. “Abbiamo dovuto mettere telecamere, ridurre la musica, perfino organizzare serate con le cuffie, ma non è bastato. Non volevano neppure che i ragazzi cantassero tutti insieme”, spiegano. L’impressione, dicono, è quella di un accanimento che ha allontanato la clientela e svuotato le piazze.

Determinante è stato anche il pressing del Comitato Centro Storico, che ha più volte protestato contro il frastuono notturno. Il 25 luglio i residenti avevano annunciato una singolare “contro-musica”: diffondere dai balconi Sicily di Pino Daniele, nella versione di Chick Corea, Steve Gadd e Christian McBride, come risposta simbolica alla movida.  “Il nostro non è un gesto contro la musica o i giovani –  aveva chiarito il comitato– ma un modo per ricordare che la musica è arte, non disturbo. E che vivere nel cuore della città non significa rinunciare al riposo”.  Ma l’iniziativa non si è mai svolta, né quella sera né nei giorni successivi. Tanto che in quelle sere, esercenti e ragazzi presenti nei locali si erano muniti di fischietti per coprire la musica che sarebbe stata diffusa dai balconi. Ma nulla di tutto ciò ha mai avuto seguito.

A complicare lo scenario c’è la polemica politica e imprenditoriale scoppiata attorno all’ordinanza n. 71 del 5 agosto, che ha fissato limiti stringenti a musica e alcol. L'ordinanza avrebbe spinto la movida a migrare definitivamente verso i lidi. A far serpeggiare i malumori dei gestori del centro, l'estensione fino alle 3.00 di notte il martedì e venerdì: giorni di serate dance nei lidi. 

Secondo Valerio Antonini, leader di Futuro, il provvedimento sarebbe stato “ad personam” per favorire il lido AC Beach, riconducibile all’imprenditore Norbert Biasizzo, patron dell’Handball Erice. Antonini ha pubblicato l’ordinanza definendola “preoccupante” e denunciando “due pesi e due misure”: da un lato il centro storico chiuso a mezzanotte anche nel weekend, dall’altro il lungomare Dante Alighieri che beneficia di deroghe proprio nei giorni delle serate del lido.

La risposta di Biasizzo non si è fatta attendere. In un lungo comunicato ha smentito ogni accusa: “Nessun trattamento di favore è stato concesso al nostro stabilimento. Al contrario, riteniamo di aver subito un danno, perché nonostante l’autorizzazione di pubblico spettacolo fino alle 3, siamo stati equiparati a chi non aveva licenza e costretti a chiudere prima, con conseguenze economiche rilevanti”.

Biasizzo ha poi respinto con decisione i riferimenti al Pala Daidone: “Ci preme smentire categoricamente ogni riferimento al cosiddetto PalaShark: si tratta di un'invenzione totale. Nessuno del nostro gruppo è mai stato interessato a tale struttura, né tantomeno sono mai esistiti progetti di quel tipo”.

Il patron dell’Handball Erice ha parlato anche di un attacco personale: “Da parte mia non vi è mai stato alcun intento polemico. Abbiamo anche sostenuto la stagione sportiva della Sport Invest come sponsor. Tuttavia la misura è colma: mi vedo costretto a rivolgermi al mio studio legale per tutelare la mia onorabilità”.

Nel frattempo, i gestori del centro storico parlano di “persecuzione” e denunciano una stagione perduta. “La verità è che non c’è più gente, il centro si è svuotato. Chi parla di caos nel centro storico è in mala fede o non ci mette piede da mesi”, raccontano. Una crisi che mette in ginocchio un pezzo di imprenditoria giovanile e che, tra ordinanze, multe e proteste, rischia di spegnere definitivamente la vita notturna nel cuore della città.