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06/09/2025 09:00:00

Sicilia, allarme infortuni sul lavoro: 36 morti nei primi sette mesi del 2025

La Sicilia si conferma una delle regioni italiane più colpite dalla piaga degli infortuni mortali. Nei primi sette mesi del 2025 sull’isola hanno perso la vita 36 lavoratori, un dato che colloca la regione nella zona rossa individuata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre. Significa che l’incidenza delle morti sul lavoro in Sicilia è superiore del 25% rispetto alla media nazionale.

 

Il rapporto mette in luce anche le differenze provinciali. A Trapani, ad esempio, si registra un solo decesso dall’inizio dell’anno, ma l’incidenza resta comunque significativa: 8,2 vittime ogni milione di occupati su un totale di oltre 122mila lavoratori.

Come nel resto d’Italia, i settori più colpiti restano quelli tradizionalmente più esposti: costruzioni, manifatturiero, trasporti e commercio. È qui che si concentra la maggior parte degli incidenti, spesso legati a carenze di sicurezza, controlli insufficienti e condizioni lavorative ancora troppo fragili.

A livello nazionale, il quadro non è meno preoccupante. Tra gennaio e luglio sono stati registrati 607 decessi, in crescita del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. Di questi, 437 si sono verificati durante lo svolgimento delle attività lavorative, mentre 170 nel tragitto casa-lavoro. Le regioni con il numero più alto di vittime restano Lombardia (64), Campania (44), Veneto (43) e, appunto, Sicilia (36).

 

Il rapporto dell’Osservatorio fornisce anche un identikit delle categorie più a rischio. A pagare il prezzo più alto sono i lavoratori over 65, con un’incidenza di 61,4 morti ogni milione di occupati, seguiti dalla fascia 55-64 anni, che rappresenta anche quella più colpita in termini assoluti con 155 vittime su 437. Cresce anche il numero delle donne decedute: 54 nei primi sette mesi del 2025, in aumento del 14,9% rispetto al 2024.

Ancora più drammatica la condizione dei lavoratori stranieri, che pagano un tributo sproporzionato. Sono 131 le vittime registrate, con un rischio di morte più che doppio rispetto agli italiani: 37 morti ogni milione di occupati contro i 16,1 dei connazionali.

 

Un altro dato che colpisce riguarda i giorni della settimana: il lunedì si conferma il giorno più tragico, con quasi un quarto degli incidenti mortali (23,3%), seguito dal venerdì e dal mercoledì.

Infine, il fronte delle denunce fotografa un fenomeno ancora più ampio: a luglio 2025 sono state quasi 350mila in tutta Italia, di cui oltre 125mila da parte di donne e 224mila da uomini. Un caso su cinque riguarda lavoratori stranieri.

Un quadro, dunque, che restituisce l’immagine di un’emergenza nazionale, con la Sicilia che continua a pagare un prezzo altissimo in termini di vite spezzate.