Trapani. Tranchida: "Deluso da Barbara. Troppi veleni, ora basta con i mandriani"
Giacomo Tranchida è molto provato. Il sindaco di Trapani ieri è arrivato in conferenza stampa dopo giorni di fuoco per la sua amministrazione. In anni e anni da amministratore, di candidature affrontate (non a caso è stato spesso indicato come “animale da campagna elettorale”) si è mostrato con gli occhi lucidi quando ha affrontato la questione “Lele Barbera”. Ha rotto il silenzio dopo 48 ore: “Non ci ho dormito la notte, non per rabbia ma per delusione. E non voglio parlare di questa dimensione che è mia e solo mia”.
Non si tratta solo di un rapporto tra sindaco e ex assessore. No. E’ il rapporto umano che ha consumato e lacerato entrambi gli uomini, che sono sicuramente dei politici e amministratori , ma che adesso devono fare i conti con l’aspetto affettivo, che resta ma è lacerato. Il silenzio è stato rigore: “Dovevo sedimentare il dolore. E’ pensante”.
Ha aperto la conferenza stampa parlando di quelle che sono le progettualità di Trapani, i finanziamenti ottenuti, il 18esimo pozzo che consentirà maggiore approvvigionamento idrico insieme al dissalatore a regime. Va orgoglioso della programmazione della Fua, che è, dice, un “Contenitore di programmazione, che valorizza le progettualità delle città. Verranno quindi creati degli snodi per la intermodalità. Tutti i progetti presentati saranno finanziati. C’è un problema di viabilità e parcheggi e verranno realizzati nodi di interscambio”. Ha poi aggiunto che “gli snodi servono a lasciare la macchina e ad andare con altri mezzi, la zona in cui verranno realizzati è la ex Sau, il finanziamento ammonta a 10 milioni di euro. Un bel gruzzoletto di finanziamento c’è pure per la tecnologia dei servizi Smart, con il cellulare si potranno acquistare servizi. E poi il finanziamento per completare la ciclabile. Stiamo utilizzando il 70%del plafond assegnato”. E poi ancora i bus veloci, sempre con finanziamento ottenuto, il progetto sull’erosione costiera: “La settimana prossima avremo i decreti e andremo poi nella fase di appalto. Sono buone notizie e siamo spesso abituati a piegarci al dolore dimenticando le cose belle”.
Tranchida: nessuna denuncia ma il materiale è stato consegnato Sulle voci circolate circa una denuncia querela presentata da Tranchida contro Barbara è lo stesso sindaco che chiarisce: “Io non ho denunciato Barbara ma in presenza di ipotesi di reato prendo il materiale, che è pubblico, e lo rassegno all’autorità giudiziaria. Se apprendo che viene commesso un reato a danno di un imprenditore della città, a tutela sua si attivino le misure. Noi abbiamo fatto dei ‘pinqua’, uno dei due aggiudicatari mi ha detto che voleva essere tutelato. Ed è giusto. Noi agli imprenditori che investono in città li dobbiamo tutelare”. Insomma, formalmente nessuna denuncia ma tutto quello che è stato detto a mezzo social, quindi reso pubblico, è stato consegnato alla Procura. L’appello di Tranchida poi alle Forze dell’Ordine e alla Guardia di Finanza: “Faccio un appello alle Forze dell’Ordine e alla Guardia di finanza: la situazione che riguarda il patrimonio di Tranchida deve essere controllato per controllare se ho redditi di dubbia provenienza”.
Frizioni in giunta Non ha smentito che ci sono state delle frizioni legate alla difesa dell’intera giunta. A tutela di ogni singolo amministratore, compreso Barbara. Ho poi specificato: “Chiedo scusa ai tifosi se qualcuno ha preso impegni con loro e non si potevano mantenere. Noi facciamo avvisi pubblici per dare locali. Non chiedo scusa al signor Antonini perché io non ho spinto l’assessore Barbara a svolgere attività o azioni, perché io non l'ho mai fatto. E a mia testimonianza chiamo alcuni consiglieri comunali. Vero è: ho redarguito Barbara perché si prendeva male parole sui social, offese, diktat e faceva sempre il cagnolino. Quando sei un rappresentante istituzionale o hai il coraggio di dire agli uffici e funzionari che non capiscono niente e ci si dissocia dalle delibere”.
Tranchida, solidarietà al gruppo di Barbara Li definisce i 4 coraggiosi, sono i componenti del gruppo che facevano capo a Barbara: Angela Grignano, Andrea Genco, Giovanni Parisi, Baldo Cammareri. Coraggiosi perché, ha detto, sono rimasti al loro posto, non hanno deciso di farsi trascinare: “Non sono andati al mercato per farsi comprare”. Ed è con questo gruppo e con Trapani Tua che sta discutendo, secondo manuale Cencelli, per l’attribuzione dell’assessorato lasciato vacante, per rafforzare la giunta e solo dopo ridistribuirà le deleghe. Intanto le diciassette deleghe lasciate da Barbara restano in questo momento in capo al sindaco.
Barbara, il suo pupillo Non ne ha fatto mistero: ha puntato sul giovane Barbara già nella passata sindacatura. Gli ha consegnato 17 deleghe e quindi le chiavi del Comune. Tranchida non nega nemmeno che avrebbe potuto appoggiarlo in una eventuale candidatura a sindaco a seguito di primarie aperte: “Ho avuto “sciarrie” in maggioranza per difendere il mio pupillo”. Un rapporto quasi paterno, che ha segnato moltissimo Tranchida, pure Barbara. In città era il delfino di Tranchida, ora è il suo “Bruto”.
Trapani non è in vendita E’ chiaro Tranchida: “I Trapanesi si sono seccati di essere considerati pecore da parte di un atteggiamento culturale di qualche mandriano della Ciociaria”. Il riferimento è a Valerio Antonini. “E’ convinto che compra tutti e tutto. E’ convinto che con il denaro può e quando non può ci prova con mezzucci che indignano tutti. Offende tutti. Trapani dimostra che non è in vendita né si svende ad alcun potere. Dietro di me i trapanesi sanno benissimo che non ci sono fili, che non ci sono né padrini e né padroni.
La convenzione della discordia Non si comprende come ma ci sono documenti che pare siano circolati senza autorizzazione e siano pure finiti in mano a privati. La discussione nasce per una delibera ancora in fase embrionale che era finita nelle mani di Barbara, letta e poi avuta da un pc del Comune, non direttamente trasmessa dal segretario generale, Panepinto. Perché circolava quel documento anche tra soggetti non autorizzati e esterni al Comune? E’ una di quelle domande che si fanno gli uffici e non solo. E’ il sindaco a dire che Barbara aveva ragione, in quella delibera c’erano cose che non lo convincevano e sono state modificate a mano dallo stesso Tranchida: “Questa copia di delibera ce l’ha lui (Barbara, n.d.r.), vergate da me. E’ custode della mia volontà politica, che non è mai stata quella di togliere le chiavi del Pala Daidone”. Sulla convezione e sulle tante cose che sono state dette c’è un punto fermo: il 14 agosto il sindaco ha firmato un atto in cui autorizzava la squadra a utilizzare il Pala Daidone, in attesa dei vari pareri legali per la stipula di una nuova convenzione. Cambiano i termini, si tratta di una associazione con fini di lucro: “Nessuno è andato lì a prendere le chiavi. Il 14 agosto di quest’anno compio anche un atto discutibile nella forma: richiamo i propri poteri e scrivo alla Trapani Shark dove scrivo che continuo a garantire l’utilizzo del Pala Daidone”. E aggiunge che i Comuni hanno a che fare con i bilanci: “I bilanci sono una cosa seria, io invito la Guardia di finanza di controllare i bilanci pubblici”.
Insiste: “Cosa rischia di diventare illegale? Che un palazzetto dato gratuitamente ha una gestione lucrativa. E se c’è una attività lucrativa non lo decide Giacomo Tranchida ma i bilanci. Lo si legge nei bilanci”.
Rapporto umano e politico finito Ci saranno ancora strascichi e molte cose che sono avvolte dal mistero. Domande a cui Barbara dovrebbe rispondere: perché lascia la giunta se fino a qualche giorno prima si vantava dei risultati raggiunti con l’amministrazione? Oggi lamenta e indica quella giunta come fallimentare ma allora il primo ad avere fallito è proprio il super assessore, 17 deleghe significa avere in mano il Comune, amministrarlo quasi nella sua interezza. Perché Barbara non si arrabbia quando viene pubblicato l’audio di una conversazione privata ma si scaraventa contro Tranchida? Cosa c’è che non dice? Perchè ai trapanesi una cosa è chiara: la verità raccontata è solo una narrazione. La verità è ancora molto lontana.
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