Due suicidi a Rebibbia in poche ore, sono 59 da inizio anno nei penitenziari italiani. Prima una donna che si è impiccata, dopo poche ora un uomo con la stessa modalità. Tragedie che si consumano nel silenzio delle Istituzioni, il governo nazionale non prova nemmeno a tamponare una strage senza fine. Il sovraffollamento delle carceri è emergenza, Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria è preoccupato: “In cinque giorni nel periodo di Ferragosto abbiamo registrato cinque evasioni - ricorda -, e anche i suicidi sono ormai all'ordine del giorno. Intanto il governo tace e non applica nessun intervento”.
Cuffaro: lo Stato deve essere umano
Il leader della Democrazia Cristiana, Totò Cuffaro affida i suoi pensieri sul carcere. Non si tratta solo di esperienza vissuta sulla pelle ma di una condizione che toglie, scontando la pena, ogni dignità umana, che non rieduca e che non tiene conto della “persona” ma unicamente di un numero, che sono gli anni che si devono scontare e del reato. Annullata ogni speranza e ogni futuro.
Cuffaro descrive quelle giornate: “La cella è 4×4, tre letti da un lato a lisca di pesce uno dall’altro lato per lungo attaccato alla parete. Nel mezzo un tavolo e lo spazio per camminare. Quattro metri quattro passi dal muro dove c’è la finestra con le sbarre, al muro di fronte dove c’è la porta con le sbarre e con il blindo. Quattro passi di ritorno dalla porta al muro, uno due tre quattro cento volte quattro passi. Adesso passi più piccoli, otto passi dal muro alla porta e otto dalla porta al muro. Uno due tre quattro cento volte otto passi. Ed ora un piede dietro l’altro. Cinque piedi un metro, venti piedi quattro metri, avanti e indietro. Uno due tre quattro cento volte. Avanti e indietro, con le mani sopra la testa, dietro la nuca, con le braccia larghe con le braccia alzate con le braccia incrociate con le braccia e le dita in avanti puntati verso la finestra con lo sguardo nel vago, inaspettata ecco la luna. Occupa tutta la finestra, è venuta a trovarci è bellissima dolce luminosa e sorride. Ci dona la sua tenerezza la sua compagnia e il suo desiderio di libertà. E’ per alcuni di noi, non per tutti, solo per quelli che hanno la finestra dal lato in cui c’è la luna. Ma il suo desiderio di libertà è per tutti anche per quelli che non la vedono, perché la luna è di tutti ed è per tutti, e’ uguale per tutti ed è sempre la stessa dovunque tu sia e con chiunque tu sia. Per noi ha il profumo ed il desiderio della libertà ed è messaggera dell’amore di chi ci ama. Non è sola la luna, ha accanto una piccola stella no, due piccole stelle, quelle che la finestra ci consente e che il cielo ci dona. Il mio pensiero immagina tutte le altre, tutte quelle che la finestra suo malgrado ci vieta e non ci consente”.
Cuffaro si rivolge ai detenuti, a quanti lì dentro devono devono mettersi a posto con la giustizia, senza però dimenticare che lo Stato deve garantire dignità: “Una giustizia che dovrebbe essere giusta ed uno Stato che deve essere umano si dovrebbe disporre quanto più possibile nel consentire a quanti detenuti lo possono di poter vedere un cielo tutto intero con la luna e le stelle. Bellissimo adesso che posso goderlo il cielo di notte con tutte le stelle e la sua luna che splende e profuma di libertà. Non pochi tra non molto potranno tornare a vedere di notte il cielo tutto intero con tutte le stelle e la luna. A quelli che non potranno vedere il cielo tutto intero ancora per molto tempo e a quelli che forse non potranno vederlo mai più voglio dire che non li lasceremo soli. Non perdete la speranza non spegnete i sogni, acchiappate il Cielo con la luna e tutte le stelle e anche vostro e soprattutto vostro e lassù dove c’è il Cielo qualcuno lo sa”.
Agrigento: tre agenti aggrediti
Nel carcere di Agrigento si sono registrate delle aggressioni a tre agenti di polizia penitenziaria sono stati aggrediti da due detenuti nel carcere Pasquale di Lorenzo ad Agrigento. I segretari regionali Nicolò Lauricella (Sinappe), Gioacchino Veneziano (Uilpa polizia penitenziaria) e Francesco D’Antoni (Uspp) avevano già avvertito il provveditore regionale, Maurizio Veneziano, della situazione del carcere Pasquale di Lorenzo di Agrigento: “Abbiamo registrato una escalation di aggressioni da parte di due detenuti italiani, ristretti per reati comuni, che per futili e pretestuosi motivi, hanno aggredito causando il ferimento di tre operatori – aggiungono i sindacalisti – che trasportati al pronto soccorso del nosocomio agrigentino con prognosi di due di 14 e uno di 8 giorni; l’operatore di polizia più grave pare abbia una lesione dell’arcata sopracciliare. La direzione deve prendere seri e decisi provvedimenti contro gli autori, auspicando ancora una volta il provveditore a intervenire personalmente per sanare anche le questioni sindacali ampiamente denunciate negli incontri avuti a tavolo regionale”.
Il pellegrinaggio della Madonna nelle carceri
Il primo luglio dalla casa circondariale di Arghillà a Reggio Calabria è partito il viaggio, organizzato dall’Apostolato internazionale di Fatima, che si è concluso il 31 agosto a Verona. E’ stato fatto d’estate perché è il momento più difficile per i detenuti, tra il vuoto delle attività, la lontananza dagli affetti e l’emergenza caldo. L’idea è venuta dalla lettura della “Spes non confundit”, la Bolla d’indizione del Giubileo 2025 dedicato alla speranza, in cui Papa Francesco chiedeva un segno concreto di vicinanza ai detenuti. Ad accompagnare la Madonna anche la “chitarra del mare”,realizzata con il legno recuperato dai barconi carichi di migranti naufragati a Lampedusa, nel laboratorio di falegnameria interno alla casa circondariale di Secondigliano a Napoli grazie al progetto Metamorfosi della Casa dello Spirito e delle Arti.