“Solo se abbiamo presente la portata dirompente delle verità che si celano dietro le stragi del 1992 / 1993, ci possiamo rendere conto perché l’attuale maggioranza di governo ha deciso di approfittare degli attuali rapporti di forza per chiudere definitivamente i conti del passato, per tirare giù una saracinesca definitiva su tutte le spinose domande aperte e che rischiano di fare uscire tanti scheletri dall’armadio”. Così Roberto Scarpinato, ex magistrato e senatore M5s, intervenendo dal palco della Festa del Fatto Quotidiano a Roma con un intervento dal titolo “I pezzi mancanti delle stragi” (rivedi qui l’integrale).
Sottolineando che “l’imperativo categorico” della maggioranza di governo è “chiudere definitivamente i conti con il passato“, Scarpinato invita a “essere realistici” e a mettersi nei panni dei vertici politici delle forze di maggioranza.
“Voi pensate che i vertici di Fratelli di Italia come Giorgia Meloni che onorano la memoria di esponenti dell’estremismoneofascista protagonisti della strategia della tensione come Pino Rauti, nemico giurato della Costituzione che definì la democrazia una infezione dello spirito e fondatore di Ordine Nuovo” o che vertici come “Ignazio La Russa” che “onorano la memoria di estremisti di destra”, “che tutti costoro possano mai vedere con favore indagini della Commissione Antimafia o della magistratura dirette a approfondire il ruolo nelle stragi del 1992 e del 1993 di neofascisti come Paolo Bellini, di Stefano delle Chiaie, di esponenti dei servizi?” cioè “indagini che portano nella casa di famiglia“.
E conclude il ragionamento: “Voi potete realisticamente pensare che i vertici di Forza Italia possano mai consentire di approfondire indagini in Commissione Antimafia o in magistratura sul riciclaggio di miliardi di capitali mafiosi e della P2 nelle imprese di Berlusconi, o chiarire l’eventuale ruolo di Berlusconi, di Dell’Utri nelle stragi del 1992 e del 1993?”
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