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14/09/2025 06:00:00

Sicilia, via libera alla nuova Rete ospedaliera: ora la parola all’Ars

La giunta regionale, presieduta dal governatore Renato Schifani, ha approvato la Rete ospedaliera. L’apprezzamento è stato espresso da tutti i componenti del governo regionale, il documento, che ha già ottenuto il parere favorevole della Conferenza permanente della Programmazione sanitaria, ora approderà sui tavoli della VI Commissione (Salute) dell'Ars per il parere obbligatorio previsto dalla normativa e, successivamente, tornerà in giunta per l'approvazione definitiva, prima di essere trasmesso al ministero della Salute per il via libera finale.

 

Schifani: importante traguardo
Schifani ha parlato di un piano che “Rappresenta un passo fondamentale verso una sanità più "sana", più equa ed efficiente per tutti i siciliani. Un risultato possibile grazie al prezioso lavoro svolto dall'assessore Daniela Faraoni, del dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica Salvatore Iacolino e alla preziosa collaborazione istituzionale del presidente della VI Commissione dell'Ars, Giuseppe Laccoto. Il loro impegno costante e la capacità di costruire un dialogo costruttivo con tutti gli attori del sistema hanno reso possibile questo importante traguardo per la sanità siciliana e li ringrazio per questo”. 
Gli obiettivi sono stati tracciati: “La nuova Rete punta a garantire alti standard qualitativi uniformi su tutto il territorio, perché la salute è un diritto fondamentale di ogni siciliano, indipendentemente da dove vive, e questa riforma ci avvicina concretamente a questo traguardo. Confido - aggiunge il presidente - che la commissione Salute condivida il Piano e comunque resteremo aperti a qualsiasi forma di dialogo in relazione a future integrazioni o modifiche in corso d’opera. Già mercoledì sarò a Roma per proseguire, insieme al ministro della Salute Schillaci, il confronto sul mantenimento del Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina, che sarà integrato nella nuova Rete”.

 

 

 

Faraoni: ripensato il modello sanitario
Daniela Faraoni, assessore regionale alla Salute, è soddisfatta per il lavoro finora fatto: “Stiamo ridisegnando la mappa della sanità siciliana tenendo conto delle trasformazioni demografiche e dei nuovi bisogni di salute dei nostri cittadini con l'obiettivo di garantire cure di qualità a tutti e rispettando i tempi di soddisfacimento dei bisogni di salute, riducendo al contempo la migrazione sanitaria verso altre regioni. Questo documento - aggiunge l'assessore - è il frutto di un lavoro lungo, complesso e articolato che ha visto protagonisti tutti i soggetti del sistema sanitario regionale, un lavoro partecipato e condiviso. C'è stato un dialogo costante con i manager delle aziende sanitarie e con i responsabili del settore, con i rettori universitari, con la conferenza dei sindaci, ci siamo confrontati con i sindacati e con la stessa commissione Salute dell'Ars. Non si tratta solo di numeri, ma la necessità di ripensare ad un modello sanitario, così come ci è stato chiesto anche dal ministero, più integrato e rispondente agli standard nazionali, senza perdere di vista le specificità del nostro territori”.
A quali numeri si riferisce l’assessore? Intanto alla popolazione siciliana, che  negli ultimi dieci anni si è ridotta, quindi il sistema sanitario deve adeguarsi alla nuova realtà, rispettando i parametri ministeriali (DM 70/2015) che prevedono 3 posti letto per 1.000 abitanti per acuti e 0,7 per lungodegenza e riabilitazione.
La Rete è stata  completamente ripensata, conta 139 strutture ospedaliere tra pubbliche e private. Tra gli aspetti più innovativi, il cambio di paradigma: gli ospedali periferici, anziché essere penalizzati, diventano il cuore pulsante della medicina di prossimità trasformandosi in "Ospedali di rete integrata". Queste strutture garantiranno servizi specialistici come oncologia, gastroenterologia, oculistica e cardiologia direttamente sul territorio, evitando ai pazienti lunghi spostamenti per prestazioni che non richiedono ricoveri complessi.

Sottolinea l’assessore: “Un lavoro di razionalizzazione  ha permesso inoltre, dallo scorso febbraio, di rimettere in funzione 308 posti letto che erano già previsti ma non utilizzati e che oggi sono nuovamente disponibili grazie alla mia determinazione e alla condivisione con i direttori generali. Nell’ambito di questa revisione, sono stati previsti 207 posti in più per l’oncologia, 47 per la neurochirurgia e altri destinati a neurologia, ortopedia e medicina e chirurgia d’urgenza, aumentando così l’offerta. La riduzione di 367 posti letto prevista dalla programmazione - conclude - riguarda esclusivamente quelli già inattivi o sottoutilizzati, senza alcuna conseguenza quindi sui servizi effettivamente garantiti ai cittadini”.
La nuova rete potenzia le cosiddette "reti tempo-dipendenti" - quelle per infarto, ictus e traumi gravi - con nuovi punti di intervento nelle aree più carenti. L'obiettivo è garantire che ogni siciliano, indipendentemente da dove viva, possa ricevere cure salvavita nei tempi giusti.
Protagonisti anche i servizi territoriali: case di comunità, centrali operative territoriali e ospedali di comunità lavoreranno in stretta sinergia con i presidi ospedalieri per creare un sistema davvero integrato, capace di seguire il paziente in ogni momento del suo percorso di cura.

 

De Luca(M5S): trionfo dell’improvvisazione 
Il capogruppo all’ARS del Movimento Cinque Stelle, Antonio De Luca, sulla nuova Rete ospedaliera è tranciante: “Hanno voluto fare in fretta, poi hanno rallentato, poi hanno ripreso a correre. Tanto rumore per nulla, alla fine la montagna ha partorito un topolino. I nodi sono tanti e verranno tutti al pettine, perché, purtroppo. la rete ospedaliera appena approvata dalla giunta è il trionfo dell'improvvisazione, un altro disastro in perfetto stile Schifani che sa dimostrarsi efficiente ed efficace solo per distribuire poltrone ai suoi sodali per tenere a galla una maggioranza che fa acqua da tutte le parti”
Aggiunge poi che l’attuale piano è un restyling di quello del 2019: “E’ una rete nata vecchia che non tiene conto di ciò che non ha funzionato, che non considera lo spopolamento delle aree interne avvenuto in questi anni, che sovrappone i servizi privati a quelli pubblici senza tenere in considerazione i dati relativi alle migrazioni sanitarie interne ed esterne alla regione, dati questi ultimi essenziali per capire cosa e dove tagliare o incrementare. Il piano, infine, non dà attenzione ai dati di mortalità specifica per patologia che ha delle discrepanze impressionanti tra le varie province. Proveremo fino all'ultimo – conclude Antonio De Luca – a fare sentire le ragioni dei siciliani in commissione, che poi sono quelle dettate dal buon senso e dalle richieste che provengono uniformemente da tutto il territorio siciliano. Su due cose non possono essere fatti sconti: il mantenimento della cardiochirurgia pediatrica di Taormina, che va tenuta in vita a tutti i costi, e l'integrazione della rete ospedaliera privata con quella pubblica, che vanno lette assieme per capire dove l'una integra l'altra e cosa funziona e cosa non funziona”.