Eventi fermi al palo, assunzioni illegittime, premi discutibili e una gestione interna in pieno caos. È un bilancio impietoso quello tracciato dalla Corte dei Conti sull’organizzazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. Un dossier da 144 pagine smonta la narrazione trionfale degli scorsi mesi, evidenziando pesanti criticità nell’uso del budget – oltre 6 milioni di euro – e 11 rilievi formali sullo stato dell’arte del programma.
Dieci eventi su 44 ancora bloccati
Secondo la magistratura contabile, 10 dei 44 eventi e progetti che avevano legittimato la vittoria di Agrigento non sono mai partiti. A rendere tutto ancora più preoccupante è il clima interno alla Fondazione che gestisce i fondi e le manifestazioni: una vera e propria “conflittualità interna”, come la definisce il documento della Corte, che ha contribuito al rallentamento del programma.
Il caso delle assunzioni e dei super-premi
Sotto la lente d’ingrandimento c’è soprattutto l’operato di Roberto Albergoni, direttore della Fondazione da settembre 2024 (anche se nominato a febbraio dello stesso anno). È lui ad aver assunto a tempo indeterminato un coordinatore di progetti culturali e tre curatori di eventi, quando la normativa prevedeva chiaramente contratti a tempo determinato, vista la natura temporanea dell’incarico legato al solo 2025.
Una scelta che ha avuto conseguenze legali ed economiche: il successore di Albergoni, Giuseppe Parello, ha infatti inviato le lettere di licenziamento anticipate ai dipendenti, motivandole con la “cessazione dell’attività”.
Non solo: nella relazione si fa riferimento anche a “super premi” riconosciuti ai vertici precedenti della Fondazione, in contrasto con i principi di trasparenza ed equilibrio nella gestione delle risorse pubbliche.
Fondi e cultura, un’occasione che rischia di svanire
L’analisi della Corte dei Conti, firmata dalla Sezione di Controllo guidata da Salvatore Pilato, rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme. La Capitale della Cultura non è solo un titolo simbolico: è un’occasione per rilanciare turismo, cultura e sviluppo economico. Ma senza programmazione, rigore e chiarezza gestionale, tutto rischia di tradursi nell’ennesima occasione sprecata.