Via libera ai residenti del centro storico di Trapani a parcheggiare in tutte le zone A, B e C delle strisce blu, esclusa soltanto via Torre di Ligny. La novità, valida in via sperimentale per un anno, è stata decisa dalla Giunta comunale: un cambiamento atteso da tempo da chi vive nel cuore della città, costretto ogni giorno a cercare un posto libero per oltre mezz’ora e spesso a fermarsi lontano da casa.
Finora, infatti, ognuno poteva sostare solo nella propria zona di residenza. Una regola che, invece di aiutare, ha reso la vita più difficile in un centro già stretto da cantieri, dehors sempre più grandi e una Ztl complicata da vivere. Il Comitato Centro Storico lo aveva denunciato a luglio, parlando di “situazione insostenibile”: meno stalli, più lavori, più suolo pubblico concesso ai locali.
Dopo l’incontro del 2 settembre tra il Comitato e l’Amministrazione, la proposta è diventata realtà. Chi risiede in zona A o B potrà utilizzare anche gli stalli della zona C, fatta eccezione per via Torre di Ligny. Per chi abita già in zona C non cambia nulla. Nessun costo per il Comune, ma un monitoraggio affidato ad Atm e al Settore comunale per capire se la misura funziona davvero.
Il Comitato parla di “vittoria” e sottolinea anche il metodo: «Il vero traguardo è che l’Amministrazione ha riconosciuto la necessità di ascoltare e confrontarsi con i cittadini». Dodici mesi di prova, poi si vedrà se la novità diventerà definitiva.
Intanto, mentre davanti a Palazzo D’Alì oltre mille persone chiedevano le sue dimissioni, il sindaco Giacomo Tranchida ha scelto un’altra linea. «Io ho passato la giornata occupandomi della FUA, il nuovo contenitore di finanziamenti che per Trapani significa da 22 a 27 milioni di euro per la mobilità», ha detto.
Il primo cittadino ha parlato di progetti concreti: la riqualificazione di piazza La Ilio come parcheggi, l’area ex Sau accanto a Spazio Venuti, «investimenti che si inseriscono in un piano da 57 milioni di euro per la provincia, che entro l’anno dovrebbero arrivare».
Poi lo sguardo all’aeroporto di Birgi e alla Scuola internazionale F-35, «la seconda al mondo che opera su Birgi, occasione di sviluppo turistico per il territorio». E non è mancata la preoccupazione per il futuro militare della provincia: «La zona rossa a sud dell’autostrada, dove si pensava all’interporto e alla cittadella dello sport, è stata bloccata dallo Stato maggiore per le esigenze connesse agli F-35».
Un passaggio che, secondo Tranchida, apre scenari delicati anche su Fulgatore e Calatafimi Segesta, «candidati a diventare siti per i rifiuti nucleari italiani». «Ecco – ha concluso – queste sono le cose che devono preoccupare un amministratore. Più che una manifestazione di piazza, il mio compito è guardare ai temi seri e delicati che riguardano il futuro della nostra provincia».