Palermo, omicidio in via Oberdan: ucciso magazziniere Stefano Gaglio. Fermato il cognato
Un agguato in pieno giorno, davanti alla farmacia Sacro Cuore, all’angolo tra via Oberdan e piazza Principe di Camporeale. È qui che ieri mattina, poco dopo le 9, il magazziniere Stefano Gaglio, 39 anni, è stato raggiunto da tre-quattro colpi di pistola esplosi a bruciapelo.
Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso tutta la scena: Gaglio arriva con lo scooter, si toglie il casco, quando un uomo lo raggiunge e apre il fuoco. La vittima prova ad allontanarsi, come se avesse riconosciuto chi gli stava davanti, ma non fa in tempo.
A sparare, secondo gli investigatori, sarebbe stato il cognato Giuseppe Cangemi, 60 anni, già noto per un vecchio procedimento antimafia da cui era stato assolto. Nelle immagini, l’uomo indossa jeans, maglietta rossa e giacca blu: gli stessi abiti che aveva addosso quando, nel pomeriggio, è stato rintracciato a Carini e condotto in questura per un lungo interrogatorio.
La lite familiare
Alla base dell’omicidio ci sarebbe una lite legata a un villino di Carini, donato dal suocero di Gaglio alla figlia. Una decisione che avrebbe alimentato tensioni in famiglia. Negli ultimi giorni, secondo parenti, ci sarebbe stata anche una telefonata dai toni molto accesi tra i due uomini.
Il quartiere sotto shock
Le urla delle farmaciste hanno richiamato l’attenzione del quartiere. Un testimone ha raccontato di aver visto l’assassino fuggire a bordo di uno scooter, dirigendosi verso corso Finocchiaro Aprile. Nel frattempo, sul posto arrivavano le volanti e un elicottero della Polizia, mentre il corpo senza vita di Gaglio restava riverso sull’asfalto.
Gli investigatori della Mobile e il sostituto procuratore Maurizio Bonaccorso, che coordina il dipartimento della Procura sulla criminalità ordinaria, hanno immediatamente puntato sul movente familiare.
“Stefano era un ragazzo eccezionale, benvoluto da tutti”, ha detto il fratello, in lacrime. Gaglio, infatti, risultava incensurato e lontano da ambienti criminali.
Le indagini
La sezione Omicidi ha sequestrato i filmati delle telecamere e raccolto diverse testimonianze che hanno confermato l’identità del presunto killer. Cangemi non si era presentato al lavoro alla Rap, l’azienda per la raccolta rifiuti, facendo scattare subito i sospetti.
Adesso sarà la Procura a chiarire ogni dettaglio della vicenda, che ha sconvolto Palermo. Un omicidio consumato tra mura domestiche e rancori familiari, esploso con una violenza che ha lasciato attonita l’intera comunità.
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