×
 
 
17/09/2025 07:41:00

L'omicidio di Stefano Gaglio: il cognato confessa, ma è mistero sul movente 

Si infittisce il giallo sull’omicidio di Stefano Gaglio, 39 anni, ucciso a colpi di pistola lunedì mattina davanti a una farmacia di via Oberdan. Il cognato, Giuseppe Cangemi, 62 anni, si è presentato spontaneamente agli investigatori della squadra mobile confessando il delitto e consegnando l’arma, un revolver. «L’ho fatto io», avrebbe detto senza fornire alcuna spiegazione sul movente.

Accompagnato dal suo avvocato, che parla di “instabilità mentale”, l’uomo si è assunto ogni responsabilità, ma la pista del raptus psichiatrico non convince né gli inquirenti né la famiglia della vittima. «Era una persona equilibrata, non ha mai avuto problemi psichici», raccontano alcuni colleghi di Cangemi, che fino a poche settimane fa lavorava come magazziniere.

 

Il dolore e la rabbia della famiglia

La confessione ha scatenato lo sdegno dei parenti di Gaglio, che sui social hanno espresso dolore e indignazione. La figlia maggiore, Aurora: «Non era malato, sapeva cosa faceva. Mi ha tolto un padre e a mia ma:dre ha strappato un marito». Anche la sorella della vittima ha affidato ai social parole durissime: «Non dimenticheremo mai. Ci hanno tolto un punto di riferimento, un uomo buono e testardo, sempre pronto a difendere la sua famiglia».

 

Le indagini

Gli investigatori stanno ricostruendo i rapporti familiari per capire se dietro il gesto ci siano contrasti economici, rancori personali o tensioni ereditarie. I sistemi di videosorveglianza hanno documentato la dinamica: Gaglio, dopo aver accompagnato i figli a scuola, è stato raggiunto da Cangemi che gli ha sparato a distanza ravvicinata, in pieno giorno.

Al momento non emergono legami con la criminalità organizzata. Una delle piste privilegiate resta quella di un conflitto interno alla famiglia, che potrebbe aver covato nel tempo e sfociato nell’agguato. Il movente rimane dunque oscuro. «Stiamo valutando tutte le ipotesi – spiegano gli investigatori –. Non possiamo escludere né ragioni economiche né dinamiche personali».