×
 
 
17/09/2025 06:00:00

Bufera sulla nomina di Genovese jr all'Ast. La protesta: "Schifani si dimetta"

Lunedì 15 settembre a Palermo, alla sede dell’AST, Italia Viva insieme a Controcorrente ha protestato per la nomina di Luigi Genovese a presidente dell'azienda regionale dei trasporti. Un sit-in con poche persone  ma che ha prodotto la reazione di Raffaele Lombardo.


Per il coordinatore regionale di Italia Viva, Davide Faraone, si tratta di nomine nepotistiche per le quali il presidente Renato Schifani dovrebbe dimettersi: “Davanti all’Azienda siciliana trasporti abbiamo portato un necrologio: 'Ast…utò. Il merito si è spento qui. Addio competenza. Addio futuro. Linea soppressa. Perché in Sicilia il merito è morto, assassinato dalla lottizzazione di Renato Schifani. Paradossale: lo stesso presidente che aveva fatto ricorso al Tar contro Salvini per la nomina di Annalisa Tardino all’Autorità portuale, sostenendo che non avesse i requisiti, oggi riempie enti strategici di trombati e tromboni, scelti non per competenza ma per appartenenza politica. Nomine che sono un concentrato di nepotismo, negligenza e malaffare. La torta spartita tra i partiti della maggioranza secondo il più becero manuale Cencelli. E la continuità è lampante: tutte le nomine dell’era Schifani hanno lo stesso profilo. Se vuole nominare persone come Marcello Caruso alla guida del suo partito e fare danni in casa sua, affari suoi. Ma non permetteremo che sfasci la Sicilia nel silenzio. Per questo chiediamo le dimissioni di Renato Schifani: indegno di guidare questa Regione.

 

Lombardo: basta alla diffamazione
Il leader di MPA e di Grande Sicilia, Raffaele Lombardo, non ci sta alla denigrazione messa in campo: "Finita l’aggressione da parte dei leoni da tastiera e dei tanti censori in salsa sicula contro Luigi Genovese nominato presidente dell’Azienda Siciliana Trasporti?   Il “trombato” alle regionali del 2022, “il figlio di”, è stato calunniato a sufficienza? Si sono accorti lorsignori che Genovese con le oltre 9000 preferenze è il settimo più votato dei circa 900 candidati alle regionali del 2022? Che non gli è scattato il seggio a Messina per poche decine di voti? Hanno dato un’occhiata a tempo perso al suo curriculum? Vogliono verificare se di simili se ne trovano tra gli amministratori di enti in Sicilia? Hanno saputo della laurea in legge, del lavoro di ricerca in scienze economiche, aziendali e giuridiche? E dei ruoli che ha svolto di amministratore di aziende di trasporti e logistica, dal fatturato pari o superiore a quello dell’Ast e dal numero di dipendenti 4/5 volte più grande? Dell’impegno di deputato regionale e capogruppo serio e scrupoloso? Vogliono esercitarsi, sempre in tastiera, a trovare un nominato più titolato? Intanto ci complimentiamo in anticipo!”

 

La Vardera
Il deputato di Controcorrente ha stuzzicato, a distanza, il vice presidente della Camera, Giorgio Mulè, invitato ma assente. La Vardera lancia la provocazione: “Dimettiti da Forza Italia e iniziamo un percorso”.

 

L’opposizione che non ha alternative
Presidi e proteste ma con poche persone, era  lunedì, e l’unico a giovarne davvero è stato il deputato La Vardera, il registro comunicativo è il suo ed è stato facile fagocitare l’appuntamento. Italia Viva  nella sua opposizione al governo regionale stenta, da sola, a mettere in campo un progetto alternativo vincente. Non ci sono i numeri. E allora dovranno dialogare con il PD e con il M5S, con tutte le dovute diffidenze che hanno i partiti citati. C’è di più: Italia Viva ha dialogato con Grande Sicilia, quindi con il sindaco Roberto Lagalla, salvo finire proprio per attaccare una nomina espressione di Lombardo. La storia poi dei puri e casti non regge più, basta guardare bene, ma molto bene, le nomine fatte da Lagalla per capire che i renziani fanno la morale agli altri.