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17/09/2025 06:00:00

Trapani, famiglie in rivolta: tagliate le ore di assistenza a scuola per i bimbi disabili

Una telefonata arrivata a pochi giorni dall’inizio delle lezioni. È così che molte famiglie di Trapani e provincia hanno scoperto che ai loro figli disabili sarebbero state ridotte o addirittura tolte le ore di assistenza a scuola. Una comunicazione improvvisa, senza spiegazioni, che ha scatenato rabbia e proteste.

«Mi dicono al telefono che mio figlio non potrà più avere l’assistente alla comunicazione – racconta Emiliana Azzaro, mamma di Aron, 10 anni –. Ma perché? Aron ha tutta la documentazione aggiornata, ogni anno viene fatto il verbale del Pei. Nessuno ci ha convocati. Come può il Comune decidere così, all’ultimo momento?».

L’assistenza all’autonomia e alla comunicazione non è un servizio opzionale, ma un diritto previsto dalla Legge 104/92 per tutti gli alunni con disabilità certificata, anche lieve. È ciò che permette ai bambini di partecipare alle lezioni e di essere inclusi nella vita di classe.

Eppure le famiglie hanno ricevuto solo avvisi tardivi, a ridosso dell’avvio delle lezioni, senza un vero confronto. Un corto circuito di comunicazione che ha colto tutti di sorpresa. A Trapani, ad esempio, la responsabile dell’Ufficio Pubblica Istruzione, Gabriella Nunziata, avrebbe inviato la nota ai dirigenti scolastici soltanto sabato, troppo tardi per evitare il caos.

Non tutti i Comuni però si sono mossi in ritardo. A Erice il servizio è stato avviato subito. «Abbiamo incontrato gli istituti e chiarito che la direttiva regionale non è una novità – spiega l’assessore all’Istruzione Carmela Daidone –. Quando apriamo i Pei, se lì c’è scritto 15 ore, noi paghiamo 15 ore. Punto».

Le associazioni si sono mobilitate. L’Anffas Trapani, con il supporto di Aba Insieme, ha lanciato una petizione che si firma fino al 18 settembre nella sede di via Orti 133. «I provvedimenti degli enti locali non rispettano la Convenzione Onu e precludono il diritto allo studio. È il momento di dire basta».

Anche Aca Sicilia prepara un ricorso gratuito: «È un atto illegittimo – sostengono – perché solo il Glo, il Gruppo di Lavoro Operativo, può stabilire quante ore servono. Ridurre le ore per categorie significa ignorare i bisogni reali dei bambini».

Il caos nasce da una circolare regionale del 2023 che non chiedeva tagli, ma solo di evitare sovrapposizioni tra insegnanti di sostegno e assistenti per non sprecare risorse. Non era indirizzata ai Comuni, eppure i sindaci di Trapani, Erice, Paceco, Valderice, Custonaci, Buseto Palizzolo, San Vito Lo Capo, Misiliscemi, Favignana ( tutti appartenenti al Distretto socio-sanitario D50), insieme all’Asp, hanno scelto di applicarla soltanto adesso, e in modo rigido.

Così una misura pensata per ottimizzare è diventata per molte famiglie un taglio improvviso, comunicato male e gestito peggio. L’effetto è stato devastante: bambini senza certezze, genitori infuriati, scuole spiazzate.

«Non stiamo chiedendo un favore – ribadisce la mamma di Aron – ma solo che venga rispettata la legge e che a nostro figlio sia garantito ciò che gli spetta».