E’ una sanità quella siciliana ammalata da molto tempo e ogni cura non è stata così efficace, pochissimi i miglioramenti ma tanti i proclami. C’è un dato di fatto chiaro: i siciliani scelgono di andare a curarsi altrove, fuori regione.
La cifra è enorme, si parla di 240milioni di euro solo nel 2023 per i cosiddetti viaggi della speranza. Non solo malattie gravi ma pure per un intervento ortopedico o per rimuovere le tonsille ci si affida a ospedali oltre lo Stretto.
E’ questa la fotografia che è venuta fuori in seduta in commissione Salute all’ARS, dove sono stati convocati i manager delle ASP e delle aziende ospedaliere, alla presenza pure dell’assessora regionale alla Salute, Daniela Faraoni, e del direttore della pianificazione strategica, Salvatore Iacolino.
La mobilità attiva rappresenta per le Regioni un ricavo che genera un credito, quindi la passiva un costo e una voce di debito; ogni anno la Regione che eroga la prestazione viene rimborsata da quella di residenza del cittadino. Tutte le prestazioni incluse nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), ma non tra quelle in compensazione, devono essere addebitate alla Regione di residenza via fatturazione diretta.
Tre le regioni dove si finisce per farsi curare o operare: Emilia Romagna, Lombardia, Toscana.
Viaggi della speranza e costi enormi
Ci si sposta per interventi che sono considerati generalmente di routine, come ad esempio la sostituzione di articolazioni, che costano da soli 14milioni di euro, poi ci sono gli interventi di chirurgia bariatrica con un costo di 6,8 milioni l’anno, e poi ancora l’artrodesi vertebrale con 6milioni. A questi si aggiungono altri interventi chirurgici come il trapianto di midollo o trapianti vari, l’impianto di valvole cardiache, terapie per reni. E poi ci sono tutte le cure tumorali.
Nel 2023 sono stati 32mila i siciliani che hanno deciso di farsi curare altrove non considerando adeguate le cure dell’Isola o non trovandole proprio. La Sicilia spende circa 139,7 milioni di euro per mobilità passiva ospedaliera (ricoveri fuori regione).
Mobilità passiva per Trapani
Il Report della Corte dei Conti sull’ ASP di Trapani segnala la mobilità passiva divisa per anni e per costi:
-2020: mobilità passiva ≈ 125.544.879 €
-2021: ≈ 132.275.084 €
-2022: ≈ 129.794.588 €
Si è registrata quindi una lieve crescita tra il 2020 e il 2022 (con un +3,6%) della spesa.
L’ ASP di Trapani ha avuto un peggioramento della performance in termini di assistenza sanitaria, registrando una perdita di potenziali assistiti che preferisce rivolgersi a strutture sanitarie al di fuori della provincia di residenza.
Nella Relazione performance 2023 dell’ASP di Trapani si evince che la mobilità passiva è indicata come criticità aziendale, si conferma che la quota maggiore dei costi di mobilità passiva è dovuta all’attività ospedaliera (ricoveri), che copre ~65–68% della spesa.
Non solo Rete ospedaliera
Non si tratta solo di posti letto e di poli sanitari creati ad hoc, ma di fiducia che il cittadino non ha nei confronti del personale medico e paramedico, composto pure da eccellenze. L’assessora Faraoni dice di lavorare in tal senso: “Stiamo lavorando per recuperare la fiducia dei cittadini e per dare risposte immediate”.