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21/09/2025 06:00:00

Omicidio Kirk: è l'America, bellezza

di Katia Regina

 

Nessuno dovrebbe essere ammazzato in questo modo! Ferma condanna verso il suo assassino! Lo dico subito per evitare fraintendimenti, se poi il titolo vi sembra troppo provocatorio, allora che dire? Profilatemi pure tra quelli che lo hanno nominato senza aggiungere: Santo subito!

Ora, posso capire gli americani, ma qui, come in altri paesi, possibile che non si veda dove risiede il vero problema? Omicidio politico, in questo caso, probabilmente, ma il dramma non sta nel movente. Negli Stati Uniti, infatti, è consuetudine che qualcuno imbracci un fucile e spari, per i più svariati motivi: disperati che hanno perso il lavoro, ragazzi che vogliono vendicarsi con l'istituzione scolastica che hanno frequentato, gente con disturbi del comportamento già accertati e così via. Ma negli Stati Uniti il grilletto facile ce l'hanno pure i poliziotti o quanti dovrebbero garantire l'ordine pubblico, in altre parole il culto dell'arma da fuoco, ogni anno provoca  alcune morti, un costo “razionale” per avere in cambio libertà e diritti. Ho usato il corsivo perché questa affermazione è proprio di Kirk, il quale non si limitava a farne un dato statistico razionale, ma le accostava alle inevitabili morti in strada per incidenti: un costo per la libertà di movimento. Ma Kirk non si limitava a esporre le sue personali convinzioni, offriva pure possibili soluzioni, in questo caso suggeriva: come si contengono le morti? Con più armi.

 

In un paese democratico è lecito esporre una propria convinzione, e lui lo faceva con grande coraggio e maestria. Prove me wrong, ripeteva a ogni confronto con chi la pensava diversamente da lui, ossia, dimostrami che ho torto. Vorrei provare a raccogliere questa sua esortazione chiedendo aiuto a Socrate e al suo metodo maieutico che mira a esplorare la verità attraverso un processo di domande e risposte, senza fornire soluzioni dirette. L'obiettivo è portare l'interlocutore a esaminare criticamente le proprie premesse e a scoprire eventuali contraddizioni nella sua logica.

 

Ecco alcune domande che avrei voluto fare a Kirk a cominciare dalla razionalità dei costi e dei benefici:

Che cosa si intende esattamente per costo razionale? Chi stabilisce il limite di questo costo? Quante vite sono un numero accettabile?

Coloro che pagano il costo (le vittime innocenti) sono gli stessi che ottengono il beneficio (la libertà e i diritti di possedere un'arma)? Se no, è etico che un gruppo paghi un costo per il beneficio di un altro?

Quali sono esattamente le libertà e i diritti che si ottengono in cambio? Il diritto di difesa? O qualcos'altro? E queste libertà non sono in conflitto con il diritto alla vita delle vittime

 

E ora tre domande sull'analogia con gli incidenti stradali:

 

Questa analogia con gli incidenti stradali è veramente valida? Che differenza c'è tra lo scopo di un'auto e quello di un'arma da fuoco?

Nonostante gli incidenti stradali siano un costo per la mobilità, la società non cerca forse di ridurre al massimo le morti? Ad esempio, con cinture di sicurezza, limiti di velocità, controlli sull'alcol e regole più severe per le patenti?

Suggerisci dunque, come proponi per le armi, che per ridurre gli incidenti stradali, si dovrebbero mettere più macchine per strada senza regole.

 

E per finire ecco le ultime domande che avrei voluto porre a Kirk sulla tesi che più armi contengano le morti:

In quali altri Paesi, con una diffusione di armi pro capite maggiore rispetto agli Stati Uniti, si osserva un tasso di morti per armi da fuoco inferiore? E quali sono le differenze in termini di leggi e cultura?

Come avrete notato mi sono limitata a prendere un breve estratto di un suo discorso, tutto sommato quello meno urticante rispetto alle discriminazioni razziali, di genere e via dicendo, ho scelto volutamente queste affermazioni perché sono esattamente quelle che toccano il vero problema riguardo a quanto accaduto: il culto delle armi negli Stati Uniti. Su questo argomento ho già scritto in passato, (link), ma non c'è verso di cambiare questa cultura, nonostante i timidi tentativi di alcune campagne di gun controll.

Trovo disgustoso festeggiare per la morte di chiunque, quanti lo hanno fatto pubblicamente

sono caduti nella trappola della diffusione dell'odio, quanti invece hanno solo dichiarato il loro dissenso rispetto al pensiero di Kirk, si sono avvalsi invece di quella libertà di pensiero che

Kirk sosteneva con forza, aggiungendo paradossalmente che: legalmente negli Stati Uniti, non esiste il concetto di incitamento all'odio (hate speech) e che tutto rientra nella protezione del Primo Emendamento.

Charlie Kirk è stato ucciso per ciò in cui credeva, sospendo ogni giudizio rispetto a ciò in cui credeva, ma la sua morte tragica è l'ultima, devastante, prova che aveva torto. In un'America ossessionata dalle armi, persino i profeti del grilletto facile non sono al sicuro dal loro stesso credo. Un paradosso fatale, un'eredità di sangue che grida al mondo: la libertà senza limiti può diventare la sua stessa condanna a morte.

 

Consigli per la lettura: Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond. Edizioni Einaudi

 

Consigli per la visione: Stefano Massini qui su La7

 

 

 



Libri e fuffa | 2025-11-26 06:00:00
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