E alla fine Anna Garuccio ha lasciato il Pd. Il suo ingresso era stato già ricco di polemiche, nel 2023 si candidò sindaca a Trapani in contrapposizione proprio al sindaco uscente, poi riconfermato, Giacomo Tranchida. Durante le fasi di alleanza gli altri candidati a sindaco, Francesco Brillante da una parte e Maurizio Miceli dall’altra, cercarono di avere una convergenza con lei. Non ci riuscirono. La Garuccio con la lista “La mia Trapani” si attestò a 1.029 voti, quindi ad appena il 4,09%. Non entrò nemmeno a Palazzo Cavarretta.
L’avvicinamento ai dem
La manovra arriva per opera dell’assessore Peppe La Porta, il dialogo lo avvia lui e poi lo consegna al deputato Dario Safina. Dopo vari incontri Garuccio entra a pieno titolo nel Partito Democratico, lo stesso partito del sindaco Tranchida, per intenderci, e sempre lo stesso partito che supporta l’Amministrazione trapanese. Una scelta che ha lasciato molti dubbi a chi sapeva le contestazioni mosse da Garuccio a Tranchida. Le stesse che ha continuato a muovere da tesserata dem.
Nel mese di giugno 2025 ha deciso di abbandonare tutte le chat nelle quali era inserita, lo dice serenamente: non era possibile dire nulla, zero critiche. Meglio abbandonare la comunità virtuale allora. Fino all’abbandono di fatto che è avvenuto ieri.
Garuccio: “Siamo diversi”
Ha affidato alla pagina Facebook la motivazione della sua scelta: “Dopo un’attenta fase di riflessione, anticipata verbalmente in data 12 settembre, giungo alla conclusione di sospendere il mio percorso all’interno del Partito Democratico.
Questa decisione nasce da una profonda distanza politica e culturale rispetto alle modalità con cui, all’interno del partito, si affrontano – o evitano – le questioni cruciali per la nostra comunità.
Ringrazio quei componenti che mi hanno accolta all’interno del partito democratico. Tuttavia c’è una realtà che non può essere sottaciuta: siamo diversi.
Ero entrata nel PD con spirito di servizio, animata dalla volontà di mettere a disposizione della città la mia competenza, il mio senso delle istituzioni e la mia capacità di ascolto e dialogo. Credevo – e credo ancora – nella politica come strumento per risolvere problemi reali, non per proteggere qualcuno dietro logiche di potere.
Ed ecco le motivazioni: “Ho riscontrato una progressiva incomunicabilità interna, determinata da un eccessivo arroccamento del gruppo dirigente su posizioni che ruotano attorno alla figura del sindaco di Trapani. Ogni tentativo di sollevare criticità o di individuare le cause profonde dei problemi viene spesso vissuto come un attacco politico, piuttosto che come un contributo costruttivo. Il fatto che durante l’ultima riunione del partito, poi, qualcuno abbia dovuto specificare, prima del mio intervento, che io avevo diritto di parola come tutti gli altri e che dovevo essere ascoltata come tutti gli altri, scandendo così un principio di uguaglianza che in nessuna realtà democratica ha bisogno di essere specificato, manifesta una realtà politica tutt’altro che libera e paritaria.
Nel tempo, ho maturato la consapevolezza che questo spazio, all’interno del partito, si è ristretto fino a diventare impermeabile a ogni voce autonoma come la mia”.
Garuccio evidenzia un corto circuito dentro i dem: “Un partito locale che si mostra fedele agli ideali nazionali solo di facciata, ma che nei fatti, sul territorio, si comporta in modo incoerente. Per me non esistono diritti da difendere di serie A e diritti da non difendere di serie B, a secondo della convenienza. Io non mi giro dall’altra parte”.
E poi ancora il mancato riconoscimento dei contributi dati e l’isolamento:
"Alcune di queste indicazioni sono state adottate dal partito:
– come la necessità di mantenere una posizione istituzionalmente sobria nella vicenda che ha coinvolto l’imprenditore Antonini e il sindaco di Tranchida;
– come l’urgenza di approfondire le problematiche legate ai pozzi di Bresciana, da me sollevata con insistenza.
Tuttavia, pur riconoscendo nei fatti il valore di quelle proposte, non è mai stato riconosciuto il ruolo di chi quelle proposte – e quella attenzione – le ha formulate per prima. Anzi, la mia autonomia di pensiero ha generato distanza, freddezza, esclusione.
Infine la chiosa: “Resto a disposizione della città, dei trapanesi, come sempre, con spirito libero e responsabilità piena”.
Il “Futuro” della Garuccio
Le sue posizioni la vedono molto vicina a quelle del presidente Valerio Antonini, ne condivide la forza e la forma di opposizione al sindaco Tranchida, ma il suo ingresso nel movimento appena nato non è ben accolto. L’ex consigliera resterà una battitrice libera? E’ difficile ma allo stesso tempo negli anni si è avvicinata a vari partiti e vari deputati per poi allontanarsi dopo poco.